Posted in 500 miles, Hearts, Scottish Premiership

La prima trasferta non si scorda mai

Il North Stand del McDiarmid Park pieno di tifosi degli Hearts

“Se ci danno davvero il -15 in classifica, dovunque gli Hearts giochino la prima giornata della nuova stagione noi ci saremo.”

Avevo fatto questa promessa (anche a nome di Mrs, che mi aveva però autorizzato) verso la fine della stagione 2012/13, la mia prima stagione da “vero” tifoso degli Hearts dopo essermi trasferito ad Edimburgo nell’ottobre 2012.

Gli Hearts in campo per il riscaldamento pre-gara. Alle spalle, l’East Stand ancora vuoto

Come ho già avuto modo di scrivere su questo “diario”, le cose dopo il trionfo in Scottish Cup del 2012 erano andate, per gli Hearts, davvero in caduta libera. Nonostante la grandissima incertezza fuori dal campo (che avrebbe portato i Jambos in amministrazione, con conseguente penalità comminata dalla Lega e retrocessione in Championship al termine della stagione successiva) sul campo gli Hearts erano anche riusciti a fare buone cose, raggiungendo la finale di League Cup e chiudendo la stagione al decimo posto e conquistando una dignitosa salvezza.

La stagione 2013/14, però, iniziava davvero con più di un’incognita. Il 19 giugno il club era formalmente entrato in amministrazione e la SPFL, oltre ai 15 punti di penalità, aveva anche imposto un blocco al mercato dei Jambos, che finché non fossero usciti dall’amministrazione non avrebbero più potuto firmare nuovi giocatori – ma solo ragazzi delle giovanili.

Il Main Stand visto dall’angolo con l’Ormond Stand

Insomma, le regole imposte avevano di fatto reso impossibile agli Hearts la sopravvivenza nella massima serie (che durava, ininterrottamente, dal 1981) e preparato, già dalla pre-season, le basi per un’annata di grandissima sofferenza.

La prima trasferta che abbiamo fatto in quella stagione 2013/14 è stata all’East End Park di Dunfermline dove gli Hearts hanno affrontato il club locale, Dunfermline AFC, in un’amichevole sponsorizzata dal Supporter’s Direct Scotland e cui è stato dato il titolo di Fans’ Cup 2013. Pars United (fondato da un gruppo di tifosi per salvare il club quando era entrato in amministrazione) e Foundation of Hearts (che aveva vinto la corsa sugli altri due concorrenti per diventare l’azionista del club) furono i protagonisti di giornata, mentre i Jambos, il 13 luglio 2013 e con una rosa davvero ridotta all’osso, giocavano la loro seconda amichevole centrando la prima vittoria (1-2) stagionale.

Di questa partita, però, parleremo altrove.

L’ingresso principale del Main Stand del McDiarmid Park

Quel giorno di agosto (era domenica 4 agosto 2013) siamo andati a Perth con il Megabus dalla stazione dei bus di Edimburgo (collocata in St Andrew Square) e, arrivando con buon anticipo sul fischio d’inizio (fissato per le 3pm) abbiamo anche avuto occasione di fare due passi nel centro.

Perth non è propriamente una città che definirei “turistica” ma offre comunque qualche spunto di interesse. In centro, la chiesa dedicata a St John, la St John’s Kirk, è l’edificio più antico della città e si trova un riferimento alla chiesa come luogo di culto dal 1126, ma si hanno documentazioni che attestano la presenza di una chiesa dedicata a San Giovanni Battista addirittura tre secoli prima – come riporta il sito di Visit Scotland.

Saluti da Perth – 04.08.2013

Il centro è sembrato ben ordinato e a due passi dalla chiesa si arriva sul fiume Tay, su cui sorgono due ponti. Il fiume Tay sfocia nel Mar del Nord bagnando Dundee, con le cui due squadre i tifosi del St Johnstone hanno una discreta rivalità regionale.

Un altro punto di interesse e il North Inch Park, un parco che sorge a nord-est del centro al cui interno si trova un campo dal golf e dove si ha la possibilità di camminare e rilassarsi nel verde. Nelle vicinanze del parco sorge il Black Watch Castle & Museum, museo dedicato al battaglione scozzese parte del The Royal Regiment of Scotland.

Il McDiarmid Park visto dall’esterno dell’Ormond Stand

Lo stadio, il McDiarmid Park, sorge a nord-ovest della cittadina e, per arrivarci, vi aspetta o una lunga camminata o un viaggio con mezzi pubblici – consiglio sempre di controllare prima della partenza per eventuali cambiamenti e prepararsi un piano B in caso.

Allora ero entusiasta di poter vedere un nuovo stadio, tutto era nuovo per me essendomi trasferito quassú da meno di un anno e anche il McDiarmid Park era interessante da vedere. Lo stadio, in realtà, non ha davvero nulla di speciale: sorge in una zona industrial-commerciale, alle spalle dell’East Stand si trova il crematorium e dietro lo stand ospiti, il North Stand, corre l’autostrada A9 – rendendo il posto strategico per chi si muove in auto da fuori città.

Il Saints Shop

I quattro stand sono tutti uguali, solo uno di questi (il Family Stand o South Stand) ha un nome, si chiama Ormond Stand e ospita lo store del club. Quell’anno, un po’ come successo anche in questa stagione, il St Johnstone aveva fatto bene in Europa League, battendo a sorpresa il Rosenborg nel secondo turno preliminare e arrivando vicino ad eliminare l’FC Minsk, club bielorusso che ha avuto la meglio solo ai rigori.

Quest’anno i Perth Saints hanno saputo contenere l’impeto del Galatasaray, imponendo un prestigioso pareggio (1-1) ma cedendo al ritorno proprio al McDiarmid Park (2-4). Il St Johnstone, reduce dal double centrato lo scorso anno (League Cup e Scottish Cup, risultato davvero notevole) cercherà contro il LASK (club austriaco) il pass per l’Europa Conference League (terza coppa europea che esordisce quest’anno) e ha tutte le carte in regola per giocare un campionato da protagonista.

L’East Stand a pochi minuti dal kick off

Col settore dedicato agli ospiti, il North Stand, esaurito in prevendita, i tifosi a seguito degli Hearts (tra cui noi) che non erano provvisti di biglietto potevano acquistarlo ai tornelli del Main Stand, per metà dedicato ai Jambos – che erano, di fatto, la grande maggioranza dei 6,174 spettatori (dato ufficiale) presenti quel giorno allo stadio. Si dice che i biglietti venduti agli ospiti fossero attorno ai 4mila, il sito degli Hearts conta 3,500 Jambos ma qualunque fosse il dato, l’impressione che ho avuto quel giorno era davvero di giocare in casa.

Fin dal riscaldamento, cosa piuttosto inusuale, c’era grande entusiasmo e l’ingresso in campo delle squadre è stato salutato con un vero boato. Un goal (convalidato, ma che ogni volta che rivedo mi fa davvero arrabbiare perché almeno un giocatore dei Saints era, in fuorigioco ostacolando la visuale di MacDonald) di Stevie May al 25′ è stato sufficiente al St Johnstone per prendersi i tre punti quel giorno.

Il match programme della gara

Gli Hearts tornarono in Gorgie con la conferma che la stagione sarebbe stata piuttosto difficile ma, anche, che il gruppo a disposizione di Gary Locke (vera leggenda del club) avrebbe dato tutto fino a che la matematica non lo avesse condannato.

Avrei rivisto ancora il St Johnstone quell’anno, il 2 novembre. Allora la gara fu piuttosto a senso unico, l’entusiasmo iniziale era passato e gli Hearts avevano sofferto una sconfitta giusta (0-2 risultato finale) che li lasciava a quindici punti di distacco dal St Mirren, penultimo in classifica.

Il mathc programme della sfida di novembre al Tynecastle Stadium

Fa strano pensare che, senza il -15 e nonostante tutto, gli Hearts si sarebbero salvati. Al termine di quella stagione, oltretutto, la capitale scozzese si sarebbe trovata con due squadre in Championship perché gli Hibs (la cui “festa” al Tynecastle era andata di traverso) persero lo spareggio contro l’Hamilton Academical, chiudendo l’annata con una retrocessione amarissima.

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Rugby lover e blogger. Collaboratore di OnRugby come corrispondente dalla Scozia dal 2016. Mi sono lentamente ma inesorabilmente appassionato alla palla ovale e dal 2008 ho iniziato a scrivere di rugby, collaborando con lameta, mondorugby.com e portando l'ovale dentro SportPeople. Dal 2013 ho partecipato come corrispondente dalle Home Nations all'avventura di DotRugby e ho collaborato con The Sport Review, InsideRugby Italia, The Offsideline, SCRUM Magazine, il sito ufficiale delle Zebre Rugby - per cui ho curato la fase finale del Pro12 stagione 2013/'14 - e il sito ufficiale del Guinness Pro12 (sezione in italiano). "Alba Ovale" è un progetto pensato nel 2012 e partito nel 2013, per far conoscere il "dietro le quinte" del rugby scozzese al pubblico italiano appassionato di rugby. Dalla Scozia, guarda al mondo celtico e alle Home Nations, con attenzione anche alle vicende del rugby italiano e internazionale.

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