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Sarà l’Ucraina l’avversaria della Scozia maschile nella semifinale del playoff per la Coppa del Mondo 2022

Il tabellone completo dei sorteggi

Venerdi 26 novembre, alle 4pm in Scozia (le 17 ora di Zurigo) sono stati effettuati i sorteggi per gli accoppiamenti dei playoff qualificazione per la prossima coppa del mondo maschile, in programma nell’autunno 2022.

La Scozia, dopo le sei vittorie consecutive conquistate nel girone chiuso alle spalle della Danimarca, si presentava come squadra “seeded” e col vantaggio di giocare la semifinale casalinga.

Il verdetto dei sorteggi – effettuati da Lothar Matthäeus, Christian Karembeu e Thiago – è stato Ucraina in casa, ma finale (contro la vincente dell’altra semifinale tra Galles e Austria) in trasferta.

La Scozia ha evitato Italia e Portogallo (che invece potrebbero sfidarsi in finale), ma l’Ucraina non è di certo un’avversaria da prendere con le molle. Anche perché vedere come il manager dei gialloblu, Oleksandr Petrakov, il capitano e il presidente della Federazione hanno accolto la notizia dà l’impressione che l’Ucraina pensi di esser stata fortunata nel sorteggio.

Sarà difficile, ma non impossibile perché la Scozia ha dimostrato recentemente di poter battere chiunque ad Hampden Park. Le gare si giocheranno a fine marzo 2022, bisognerà arrivarci con la rosa al completo e con fiducia, poi tutto è possibile.

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“One punto is megli che zero”, ma contro l’Ucraina si interrompe la striscia vincente della Scozia

Scozia e Ucraina entrano in campo

Venerdi 26 novembre, alle 7.35pm in un Hampden Park battuto da un vento forte e gelido (che creerà parecchi problemi in tutta la Scozia, tanto che durante la gara un annuncio sul tabellone luminoso ci informerà della sospensione di tutti i treni da e per Glasgow Queen’s St, la stazione che collega Glasgow con Edimburgo) la Scozia Femminile è scesa in campo nel quarto turno del torneo di qualificazione per la Coppa del Mondo 2023 ospitando l’Ucraina.

Come ho già detto più volte, con la Spagna strafavorita per la vittoria del gruppo, alla Scozia serve vincere tutte le altre gare (contro, ricordiamo, Faroer, Ungheria e, appunto, Ucraina) per potersi garantire il secondo posto e, di conseguenza, gli spareggi – ma va ricordato che arrivare come una delle migliori seconde eviterebbe alla Scozia di giocarsi il primo turno degli spareggi.

Il fascino di Hampden Park by night

Ogni punto in palio, con queste premesse, conta davvero e per la Scozia l’occasione di prendersi una vittoria nell’ultima gara casalinga del 2021 (martedi 30, infatti, Corsie e compagne faranno visita alla Spagna, a Siviglia, in una gara davvero proibitiva) era ghiotta, nonostante l’Ucraina, un po’ come l’Ungheria, sia una squadra molto fisica e con buona tecnica.

Si sarebbe rivelata una serata piuttosto difficile, per la Scozia e per me, dentro e fuori dal campo, perché io avevo sottovalutato il fatto che venerdi 26 novembre fosse “black Friday”, c’era allerta meteo per vento (con la “storm Arwen” che ha colpito molto duro, soprattutto la costa orientale, lasciando 80mila case in Scozia senza energia elettrica e creando danni un po’ ovunque, oltre a far percepire la temperatura ben al di sotto dello zero), i pullman per Glasgow erano in ritardo e pienissimi, mentre la Scozia sta continuando il percorso verso la “Revolución” di Martinez Losa, non senza qualche intoppo.

“il vostro affezionatissimo” (come scriveva Enrico Brizzi in “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”) braving the storm sugli spalti della Home of Scottish Football

Il nuovo manager, infatti, sta cercando di cambiare la mentalità della squadra, chiedendo alle ragazze di giocare un calcio diverso da quello provato finora, fatto di maggior possesso, partenza dalla propria porta palla al piede, evitare calci lunghi e altre soluzioni offensive che vedono Erin Cuthbert al centro del progetto, ma il problema principale è che la Scozia sta imparando i nuovi schemi nel bel mezzo delle qualificazioni per la Coppa del Mondo, senza aver avuto occasione di sperimentare in amichevole.

Risultato, come contro l’Ungheria, si sono viste cose buone (Cuthbert player of the match, Abigail Harrison come prima punta ha fatto bene ma l’attaccante del Bristol City ha ancora ampi margini di miglioramento) alternate a cose meno buone, soprattutto in difesa e come contro l’Ungheria la Scozia ha dovuto faticare parecchio, ben oltre i canonici novanta minuti, per prendersi qualcosa dalla gara.

Il match programme della gara

La Scozia era partita benino ma l’Ucraina era apparsa fin dal calcio d’inizio una formazione compatta e determinata a sfruttare ogni occasione, tanto che al 22′ un bel contropiede (che ha infilato la distratta difesa scozzese) ha permesso alle ospiti di portarsi avanti.

Il pubblico, poco più di 5mila persone, non è riuscito a dare la spinta decisiva alla squadra a causa, credo, delle condizioni meteo tutt’altro che favorevoli e la Scozia è andata a riposo sotto nel punteggio.

Squadre schierate per gli inni nazionali

Nella ripresa Corsie e compagne hanno spinto per quarantotto minuti, l’Ucraina si è difesa con ordine, Bondarchuk (il portiere ucraino) ha fatto un paio di begli interventi e le giocatrici avversarie sono anche riuscite, rimanendo per terra più a lungo del dovuto, con qualche cambio, perdendo tempo nelle rimesse dal fondo, a far correre le lancette del cronometro.

Al 93′, però, il colpo di testa di Harrison su cross dalla destra di Lana Clelland ha regalato il pareggio alla Scozia, un risultato che consente di rimanere al secondo posto in classifica ma adesso a due punti di distacco dalla Spagna (che ha battuto, giovedi 25, 12-0 le Faroer) e con quattro di vantaggio proprio sull’Ucraina – che ha però già affrontato la Spagna (perdendo 0-6 in casa) e ha anche una gara in meno.

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Here we go, six-in-a-row! La Scozia conquista l’accesso ai playoff qualificazione in grande stile

Hampden ha accolto cosi l’ingresso in campo delle squadre

Posso addirittura concedermi il lusso di pensare se fosse meglio l’atmosfera contro Israele o quella di ieri sera contro la Danimarca, arrivata ad Hampden inseguendo il record di dieci vittorie consecutive e con tremila tifosi al seguito, prima nazionale ad avere tifosi al proprio fianco dall’inizio della pandemia.

Che poi la domanda, ovviamente, lascia davvero il tempo che trova: alla fine, pardon my French ma chissenefrega se era meglio una o l’altra, oppure se il Murrayfield quel giorno di febbraio 2018 quando la Scozia si è ripresa la Calcutta Cup dopo dieci anni è stato il punto più alto da “new Scot“.

Ieri sera la Scozia maschile ha vinto, convinto e si è guadagnata il diritto di giocare in casa, in marzo 2022, la semifinale dei playoff qualificazione per la prossima Coppa del Mondo. Basterebbe questo per rendere quella di ieri una serata da ricordare, ma la vittoria ottenuta (2-0) contro una delle nazionali più in forma del momento dice anche che il gruppo creato da Steve Clarke, adesso, può davvero giocarsela contro chiunque.

Sesta vittoria consecutiva, un gruppo che dopo la (brutta) sconfitta di Copenhagen ha saputo compattarsi e trovare, al suo interno, forza e motivazioni per risalire la china e prendersi il playoff.

Tifosi danesi a Glasgow Central prima della partita

Certo, la Scozia non gioca magari un calcio spettacolare, ha faticato a vincere a Torshavn contro le Faroer un mese fa e anche in casa contro la Moldova ad inizio settembre (entrambe le gare, ricordiamo, sono state risolte da un colpo di Lyndon Dykes, l’uomo che, secondo la canzone a lui dedicata dalla Tartan Army, “is gonna win us the World Cup!“) ma ha mostrato, in tutte le gare giocate da settembre, che l’apparizione all’Europeo (prima presenza in 23 anni ad un major tournament) ha davvero cambiato la mentalità del gruppo.

La Scozia arrivava alla gara di ieri già certa del secondo posto nel gruppo F dopo la bella vittoria raccolta venerdì a Chișinău contro la Moldova (grazie ai goal di Nathan Patterson e Ché Adams) ma sapeva che una vittoria contro la Danimarca le avrebbe garantito di giocare la semifinale casalinga. Anche solo un paio d’anni fa, tutti si sarebbero accontentati di scendere in campo, fare presenza contro una nazionale “importante” e una sconfitta non sarebbe stata una disgrazia.

Un momento della gara

Ieri sera, invece, la Scozia è scesa in campo concentrata e convinta di prendersi il risultato che le serviva. La serata, per me, era iniziata alle 3pm quando, appena finito di lavorare, mi sono imbarcato sul bus in direzione Glasgow. Sosta a Doppio Malto per un paio di cheeky birre e un piatto di pasta, poi via verso Glasgow Central con un paio d’ore d’anticipo sul kick off (fissato per le 7.45pm, orario un po’ “infame” per chi, come me, non vive a Glasgow).

Di solito, con quell’anticipo, la stazione è semi-vuota. Non ieri sera, quando c’era già parecchia gente in coda per il treno, tifosi scozzesi e danesi mischiati senza problemi. Sono arrivato a Mount Florida che mancava poco più di un’ora al calcio d’inizio ma, per fortuna, controllo passaporto-vaccino covid, acquisto del programma e accesso allo stadio via tornelli sono state tutte azioni velocissime.

La magia di Hampden Park

Era qualche tempo che non mi capitava di vivere un pre-partita cosi tranquillo per una partita cosi importante, con Hampden ancora una volta sold-out (poco meno di 50mila spettatori presenti ieri sera) e, come detto, finalmente coi tifosi ospiti presenti in massa.

La partita contro Israele era un vero e proprio spareggio quindi la tensione era davvero palpabile, ma anche la gara di ieri era importante per altri aspetti. La Scozia e il suo pubblico hanno passato a pieni voti l’esame-Danimarca, grazie ai goal di John Souttar a fine primo tempo e di Ché Adams nella ripresa, grazie ad un’attenta prestazione difensiva e, in generale, ad un’attitudine che definirei positiva, senza paura, senza timori reverenziali.

Chi ci toccherà a marzo, onestamente non ne ho idea perché ci sono ancora troppi calcoli da fare (lo scopriremo comunque nel pomeriggio di venerdì 26 novembre) ma la Scozia col successo di ieri dovrebbe aver evitato Italia (incapace di andare oltre lo 0-0 a Belfast) e Portogallo (fermato a Dublino dall’Irlanda e sconfitto in casa dalla Serbia), almeno in semifinale, ma a questo punto tutte le squadre sono difficili da incontrare.

Giro d’onore della Scozia per ringraziare il pubblico – e festa già iniziata sugli spalti

La cosa più importante era riuscire a mettersi nelle condizioni di poter fare questi calcoli, e Steve Clarke, Andy Robertson e tutto il gruppo ci sono riusciti. Anche ieri sera la stragrande maggioranza dei tifosi è rimasta sugli spalti ben oltre il termine della gara per ringraziare la squadra e festeggiare, per pensare ai playoff c’è ancora tempo.

Il match programme della gara

E poi lo sappiamo che dobbiamo solo, in un modo o nell’altro, fare in modo di qualificarci. Tanto poi “he’s gonna win us the World Cup” perché “Ooh, baby, do you know what that’s worth? Lyndon Dykes is the best on earth!”.

Some might say football is just a game. E lo è, un gioco. Ma per molti, me compreso, il calcio è anche qualcosa di più e serate come quella di ieri lo confermano senza appello.