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Si chiude al Petershill Park la stagione di SWPL delle Hearts Women

Hearts Women schierate a metà campo prima del fischio d’inizio, con la divisa celebrativa dei 150 anni

La stagione di SWPL delle Hearts Women si è chiusa domenica scorsa, 19 maggio (data che, per i Jambos, sarà per sempre ricordata per il successo nella finale di men’s Scottish Cup del 2012 sugli Hibs, col derby vinto 1-5) al Petershill Park di Glasgow.

Ho specificato la stagione “di SWPL” perché le Hearts saranno impegnate, domenica prossima ad Hampden Park, contro le Rangers Women nella finale di Women’s Scottish Cup ma siccome non potrò essere presente alla gara, anche la mia annata al seguito delle Jambos si è chiusa a Springburn domenica scorsa.

Dopo la sconfitta patita venerdì 9 maggio al Meadowbank Stadium, per le Hearts c’erano altri due impegni da onorare al meglio prima di concentrarsi sulla storica finale di domenica 26 maggio. Mercoledì scorso, infatti, le Jambos hanno ospitato le Celtic Women ad Oriam, nell’ultimo impegno casalingo, uscendo sconfitte (1-3, goal di Lizzie Waldie nella ripresa) contro quelle che, pochi giorni dopo e non senza fatica, sarebbero diventate Champions of Scotland per la prima volta nella loro storia.

Hearts e Celtic ad inizio gara

Le Celtic Women, infatti, sono arrivate alla gara finale della stagione a pari punti con le Rangers ma con una differenza-reti nettamente maggiore. Una vittoria, al Celtic Park, contro le Hibs Women avrebbe garantito loro il titolo, rendendo di fatto inutile il risultato del Broadwood Stadium dove le Rangers ospitavano le Partick Thistle.

Le ragazze di coach Elena Sadiku, però, hanno davvero sofferto fino alla fine (rischiando di “hibs it” proprio contro le Hibs!) e hanno trovato il goal della vittoria (1-0) al minuto 89, grazie ad un’azione personale di Amy Gallacher.

Hearts e Celtic scambiano il campo prima del calcio d’inizio

Mentre accadeva tutto questo, io ero al Petershill Park in quella che, di fatto, era la gara più “inutile” delle tre fra squadre della top-six. Le Glasgow City erano già sicure del terzo posto, le Hearts del quarto e nessuna delle due squadre poteva in nessun modo influenzare il risultato degli altri campi.

Non volevo mancare, però, perché anche quest’anno sono riuscito a seguire le Jambos ovunque potevo, ogni volta che sono riuscito ad organizzarmi, e un viaggio al The Peasy è sempre piacevole, anche con le premesse elencate poco sopra.

Arrivo a Glasgow con buon anticipo e decido quindi di andare allo stadio a piedi. In poco più di mezz’ora copro il miglio e mezzo scarso che separa George Square dal Petershill Park e riesco a trovare, nonostante questo, i tornelli ancora chiusi al mio arrivo.

From Hamilton to Springburn…

Prendo il match programme, la mia ultima pie stagionale, trovo posto in piedi appoggiato alla struttura in metallo nel lato della tribuna più vicino all’ingresso (e all’uscita della squadra ospite, che è separata da quella di casa che invece esce dal lato opposto della tribuna) e aspetto l’inizio della gara.

Le Hearts, per mia grande sorpresa, scendono in campo con la terza maglia, per la prima volta stagionale, e mi fanno un grandissimo regalo perché, fino a domenica, non ero mai riuscito a vedere la maglia celebrativa dei 150 anni del Club dal vivo (per assoluta coincidenza, indossavo anch’io quella maglia domenica).

Glasgow City in attacco nel primo tempo

La gara si mette subito malissimo, con le Hearts (che dopo un minuto hanno una ghiotta occasione per passare in vantaggio) sotto 2-0 in soli cinque minuti. Per fortuna non accade quello che temevo, con le Jambos che riescono a rimettersi in carreggiata e a limitare i danni, non subendo più goal e riuscendo anche in un paio di occasioni ad impensierire Lee Gibson.

Finisce quindi 2-0, le Hearts chiudono la stagione con tre sconfitte consecutive che, ininfluenti in termini di risultato finale (quarto posto in classifica già messo in cassaforte) lasciano comunque un po’ di amaro in bocca. Testa già a domenica, adesso, consapevoli che la sfida contro le Rangers ci vede decisamente come le underdogs ma allo stesso tempo con la determinazione a fare del nostro meglio per cambiare il pronostico. Nel calcio, del resto, non sarebbe la prima volta che questo accadrebbe.

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Prima volta al nuovo Meadowbank Stadium (e si, abbiamo perso un altro Edinburgh Derby…)

Il main stand del Meadowbank Stadium al termine della gara

Ieri sera, venerdi 10 maggio, ho seguito le Hearts Women nella penultima trasferta stagionale (e ultimo Edinburgh Derby dell’annata) per la sfida contro le Hibs Women al Meadowbank Stadium.

Prima volta, per me, nell’impianto in EH7, che è la nuova versione dello stadio (che portava lo stesso nome) che conoscevo, costruito per i Commonwealth Games del 1970 (ma è stato anche usato per i giochi del 1986) e mai sistemato da allora. Il comune di Edimburgo, proprietario dell’impianto, aveva deciso di chiuderlo nel 2017 e un paio di anni dopo sono iniziati i lavori di abbattimento e ricostruzione, terminati solo lo scorso anno.

Un momento del secondo tempo

Le Hibernian Women dividono il complesso sportivo con l’Edinburgh City, uno stadio multifunzione le cui tribune hanno adesso un decimo della capienza della versione originale (500, contro le 5000 precedenti). Ero molto curioso di vedere finalmente una gara dal vivo nel nuovo stadio, contando che avevo letto e sentito numerosissime testimonianze (quasi tutte negative) della visuale che si ha dal nuovo stand.

Arrivo a Meadowbank, a piedi, che manca poco più di un’ora al calcio d’inizio, dopo un bel pomeriggio passato ad Holyrood Park sfruttando la temperatura incredibilmente calda per periodo e latitudine. I tornelli aprono alle 6.30pm (kick off della gara fissato per le 7.30pm) e sono tra i primi a mettere piede nella struttura (che avrebbe registrato, poco dopo, il sold-out), prendendo posto nell’ultima tribuna posta nel lato opposto al cancello d’ingresso – che, immagino, sia abitualmente usata come settore ospiti per le partite casalinghe dell’Edinburgh City, club da poco retrocesso in League 2 maschile.

Un momento della prima frazione

La visuale del campo non è cosi male come mi aspettavo, anche e soprattutto considerando che il centro sportivo presenta una pista di atletica nuova di zecca che, ai fini calcistici, è davvero un gran punto negativo. Le Hearts entrano poco dopo in campo per il riscaldamento, con un sole ancora a picco e temperatura sopra i 20C, fattore che decisamente influenza il primo tempo della sfida.

Le due squadre, infatti, soffrono particolarmente il caldo (oltre alla naturale tensione) e nella prima frazione non riescono praticamente mai ad impensierire le portiere. Dopo che le Jambos, settimana scorsa, aveva matematicamente conquistato il quarto posto in classifica, la sfida di ieri sera aveva in palio tre punti inutili per la classificazione finale ma molti punti in termini di orgoglio. Le Hearts, infatti, avevano finora perso due dei tre derby disputati mentre alle Hibs serviva un risultato positivo per chiudere un’altra annata deludente nel modo meno peggiore possibile.

Il nuovo Meadowbank Stadium

Nella ripresa, ahimè, è proprio la necessità delle padrone di casa di salvare la loro stagione con l’orgoglio locale ad avere la meglio. Le Hibs si impongono 2-0 grazie ad un goal rocambolesco (Parker-Smith è superba su Baucom lanciata a rete, ma Handley sulla riga calcia la palla proprio addosso all’attaccante statunitense, mentre Tweedie al 90′ trova da fuori area una parabola impossibile da fermare per la portiere in maroon) e festeggiano il loro momento di gloria, mentre le Hearts cercheranno di chiudere la stagione al meglio nelle prossime due sfide (Celtic in casa mercoledì, Glasgow City in trasferta domenica) prima di pensare alla finale di Women’s Scottish Cup in programma domenica 26 maggio.

Certo, la stagione come detto nel post precedente non può che definirsi soddisfacente, per le Hearts, ma perdere tre derby su quattro è un record piuttosto deludente, che il prossimo anno dovrà essere migliorato.

We’ll support you evermore!
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Vittoria col Partick Thistle, quarto posto finale garantito e un’altra pagina di storia per le Hearts Women

Il successo ottenuto domenica pomeriggio (3-2) ad Oriam contro le Partick Thistle Women (il quinto stagionale, in altrettante gare) ha regalato alle Hearts Women la certezza matematica del quarto posto finale nella classifica di SWPL1, con tre gare ancora da giocare – tra cui l’ultimo Edinburgh Derby, in programma a Meadowbank venerdì prossimo.

Se ad inizio anno l’entusiasmo generato dal risultato ottenuto lo scorso anno aveva anche fatto pensare ad una stagione da chiudere ‘migliorando il quarto posto dello scorso anno’, per come si è sviluppata l’annata della Jambos il quarto posto finale è davvero un risultato da festeggiare, un traguardo che, assieme alla prima finale di sempre di Women’s Scottish Cup, ha reso questa stagione ancora più speciale.

Un momento del match contro il Partick Thistle

L’infortunio, grave, occorso a capitan Georgia Hunter (rottura del crociato) nel match infrasettimanale di Cumbernauld (perso 3-0 contro le Rangers) aveva un po’ distolto l’attenzione dal campo ma le ragazze di coach Olid, domenica scorsa (con calcio d’inizio anticipato alla 1pm) ad Oriam sono riuscite a chiudere il discorso dominando il match dal primo minuto fino almeno al 75′, andando sul 3-0 salvo poi subire una rimonta, per fortuna non completata, delle Jags che hanno saputo confermare il loro ruolo di squadra sempre ostica da affrontare.

Venerdi, come detto, le Hearts Women scenderanno in campo, per la prima volta, al nuovo Meadowbank Stadium per sfidare le Hibs Women (lo scorso anno, entrambi i derby in trasferta si erano giocati a Easter Rd). In palio ci sarà ‘solo’ l’onore e, dopo aver perso i primi due scontri diretti ad inizio stagione, è sicuro che le Jambos avranno voglia di prendersi un’altra vittoria nello split, prima di godersi un fine settimana di meritato riposo.

La tote bag con gli autografi di molte delle giocatrici che hanno vestito la maglia delle Hearts Women nelle ultime due stagioni

Settimana prossima, invece, si chiude la stagione con le ultime due gare, in casa contro la capolista Celtic (Oriam, mercoledì alle 6.10pm) e al Petershill Park contro le Glasgow City che, dopo una sola stagione da campionesse di Scozia, saranno costrette ad abdicare. Chi vincerà, tra Celtic Women (che mai si sono aggiudicate il titolo) e Rangers Women, verrà deciso molto probabilmente all’ultima giornata dopo che l’ultimo old firm stagionale, giocatosi ieri all’ora di pranzo al Broadwood Stadium, si è chiuso sullo 0-0 e ha lasciato le due squadre a pari punti (ma le Hoops hanno una migliore differenza-reti).

Poi, sarà tempo di concentrarsi sulla finale di Women’s Scottish Cup. Comunque vada, quel giorno le Jambos scriveranno una nuova pagina di storia del club.

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Le Hearts Women vincono ad Hampden e volano in finale di Women’s Scottish Cup

Hampden Park come si presentava ieri pomeriggio, al mio arrivo

Una serie cosi lunga di ‘prime volte‘ cosi importanti verrebbero raccontate, da uno più bravo, con un centinaio di pagine piene di riferimenti ad un passato più o meno ‘mitico’. Uno meno bravo, forse, riuscirebbe a cavarne fuori qualcosa di più succinto e, se si ricordasse che parliamo di calcio al femminile, magari tirerebbe fuori una polemica ‘acchiappa-like‘ sulla scelta (spoiler alert, che ovviamente sarebbe sbagliata) di giocare una partita tra due squadre di Edimburgo che attirano poco pubblico in un’altra città (Glasgow), ad un orario ‘improbabile’ (le 12.15pm di domenica) e in uno stadio (Hampden) con una capienza (poco oltre i 50mila spettatori) che renderebbe ridicolo l’afflusso di pubblico facilmente registrabile già in prevendita per questo tipo di gare, nonostante i grandi passi avanti fatti ultimamente eccetera eccetera.

Insomma, qualcuno potrebbe anche valutare la scelta di giocare la semifinale della Women’s Scottish Cup ad Hampden Park un po’ come Fantozzi, decenni fa, aveva valutato la ‘Corazzata Potiomkin‘ di Eisenstein in uno dei suoi film, e prendersi i like di quelli che di solito vanno a mettere la ‘faccina che ride‘ o a commentare ‘perché non interessa a nessuno!‘ sotto ogni post, di qualunque testata e a qualunque latitudine, parli di calcio al femminile.

Io non sono né bravo né un po’ meno bravo, quindi scrivo sul mio blog e (troppo) spesso evito di esprimere altrove i miei pensieri su tematiche che considero ‘sensibili’, proprio per evitare (ahimè, talvolta purtroppo m’è capitato di deviare dalla mia risoluzione, ma sto imparando dagli errori e mi prendo almeno questo positivo) di venire risucchiato in polemiche che definirei ‘asciuga-anima‘ e da cui non porti a casa nulla, se non il rischio di rovinarti la giornata.

Io, che come detto non sono tra ‘quelli là che hanno sempre l’opinione più popolare’, ieri mattina mi sono svegliato alle 8am, ho fatto colazione a casa, preso il primo bus verso Haymarket, mi sono incamminato verso la fermata vicina alla stazione, ho preso il bus numero 25 e sono andato ad Oriam, da dove sarebbe partito il supporters bus delle Hearts Women alla volta di Hampden Park, lo Scotland National Stadium, per sostenere la nostra squadra nella semifinal di Women’s Scottish Cup contro le Spartans.

Il match programme della sfida

Io ho un certo pensiero, su come si potrebbe organizzare meglio tutto quanto sta attorno a questa realtà, le Hearts Women, che da tre stagioni sono diventate la squadra che ho visto di più dal vivo e che, come e quando ho potuto, ho seguito un po’ ovunque in giro per le Lowlands scozzesi – dove tempo e mezzi pubblici me lo permettevano.

Per esempio, io non vorrei più che le Hearts Women giocassero nel campo di allenamento di Oriam ma che si trovasse modo di farle giocare più vicine possibile alla ‘casa’ del club, il Tynecastle Park – se non proprio AL Tynecastle Park, perché onestamente continuo a non capire il motivo per cui una squadra che si chiama Hearts ed è di fatto la ‘versione femminile’ degli Hearts che sono la ‘versione maschile’ del club, non possa giocare a casa propria.

Quelli bravi e un po’ più bravi mi guarderebbero con aria compassionevole ricordandomi che ‘il numero di spettatori presenti non giustificherebbe la decisione di giocare al Tynecastle Park‘ ma secondo questa mentalità, il calcio al femminile non avrebbe mai riempito Stamford Bridge, l’Emirates, il Camp Nou, esaurito il Philips Stadion di Eindhoven per la finale di UWCL e portato decine di migliaia di persone al recente Europeo inglese.

Le squadre schierate al centro del campo

In Scozia, certo, siamo ancora un po’ lontani dalla realtà che si vive south of the border, e non solo nel calcio al femminile – basti pensare che da oltre quarant’anni solo due club, l’Old Firm, vincono la Premiership – ma se non si tiene il passo coi vicini e coi tempi, si rischia davvero di non riuscire mai più a progredire.

Insomma, se Hampden Park, come c’è scritto all’esterno del North Stand, è lo Scotland National Stadium, è giusto che li giochino le due rappresentative nazionali, maschile e femminile, e che semifinali e finale di Scottish Cup, maschile e femminile, si giochino proprio in quello stadio ubicato nel Southside di Glasgow. Al di là del numero di spettatori presenti.

Con buona pace dell’atmosfera (che, ammettiamolo, è una leggenda perché quassù si valuta l’esperienza in uno stadio non tanto per quello che vedi in campo ma per quanto sono comodi i seggiolini e per l’offerta di cibo e bevande nel concourse), dei Soloni sempre pronti ad acchiappare il ‘mi-piace’ della pancia di certe persone e anche al netto dell’attenzione che le sezioni femminili dei club ricevono – a mio parere, sempre troppo poca nonostante gli sforzi, a volte di facciata, fatti negli ultimi anni.

Le due squadre al termine della gara, chiusasi 0-3 per le Hearts Women che, per sorteggio, erano la squadra ‘ospite’

Tornando alla gara di ieri, le Hearts Women (che hanno lasciato Oriam una mezz’ora prima dei tifosi) arrivavano alla sfida con il favore del pronostico offerto dalla posizione di classifica e dalla forma attuale ma, guardando ai due scontri diretti in stagione (vittoria rocambolesca, in rimonta, per 3-4 ad Ainslie Park, successo risicato per 1-0 ad Oriam a mesi di distanza) e considerando che nessuna giocatrice della rosa delle Hearts Women aveva, prima di ieri pomeriggio, giocato ad Hampden Park, si capisce che il match sarebbe stato di lettura un po’ più complicata.

Arriviamo allo stadio con poco più di un’ora di anticipo sul kick off e il mio primo viaggio di sempre su un supporters bus, da quando ci siamo trasferiti spostato quassù, scorre veloce e tranquillo – direi addirittura troppo, per come ero abituato a fare le trasferte in Italia, ma tant’è – e poco dopo le 11am si aprono i tornelli di Hampden. Il match programme è gratuito (come capita per le gare della SWNT) e lo leggo mentre mi mangio la mia kebab pie, trovando numerosi svarioni e, soprattutto, notando che le fotografie all’interno sono quasi tutte di giocatrici che indossano la divisa dello scorso anno.

La partita inizia e per quarantacinque minuti si resta in equilibrio, con le Spartans chiaramente impostate sul contrattacco e le Hearts che provano a farsi andare bene l’etichetta di favorite, registrando numeri clamorosi in termini di possesso e territorio ma senza riuscire ad impensierire davvero la portiere avversaria. La pressione sale comunque, lenta ed inevitabile, e le Jambos vanno a riposo avanti nel punteggio grazie al goal di Kate Mooney, attaccante irlandese arrivata a gennaio, brava ad anticipare la diretta avversaria su un bel cross di Georgia Timms dalla destra d’attacco.

Nella ripresa le Hearts continuano a mantenere il possesso e trovano altri due goal, entrambi di testa, con la rientrante Kathleen McGovern che prima insacca un cross della player of the match, Monica Forsyth, poi a tempo scaduto crossa in area dalla sinistra trovando il guizzo di Carly Girasoli, capace di coronare con un goal ad Hampden un’altra prestazione da insostituibile.

Alla seconda semifinale di sempre (la prima la giocarono due stagioni fa a Falkirk, contro le Celtic Women), le Hearts riescono cosi a centrare un altro traguardo storico, regalandosi il pass per la finale – che si giocherà, sempre ad Hampden Park, domenica 26 maggio.

Prima di allora, e a partire da mercoledì 1 maggio, restano cinque gare di SWPL in cui servono punti per difendere il quarto posto (tra cui l’ultimo derby stagionale, con data, orario e sede ancora da confermare a poco meno di tre settimane) che sarebbe un risultato tutto sommato soddisfacente, considerando come la stagione si è evoluta.

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Le Hearts Women centrano due risultati storici in meno di una settimana e ipotecano il quarto posto in classifica

Le squadre schierate prima del terzo Edinburgh Derby stagionale

La stagione 2023/24 delle Hearts Women verrà ricordata come un vero e proprio rollercoaster di emozioni, prestazioni e risultati e, molto probabilmente, quando si guarderà indietro a questa annata non si riuscirà ad evitare di farlo con qualche rammarico.

Si, perché le due straordinarie vittorie conquistate in meno di una settimana, tra venerdì 12 e mercoledì 17 aprile, hanno permesso alle Jambos di ipotecare il quarto posto finale ma la sensazione è che con un paio di innesti in ruoli-chiave, in modo da dare più profondità alla rosa e permettere a coach Olid di fare maggiore turnover nei momenti, come questo, in cui si gioca più spesso, questa squadra poteva davvero lottare per il terzo posto finale nella classifica di SWPL.

Cross di Jess Husband, goal di testa di Kathleen McGovern: Hearts 1 Hibs 0

Lasciando da parte queste considerazioni, la prima vittoria stagionale nell’Edinburgh Derby contro le Hibs arriva al termine di una gara giocata per oltre settanta minuti in inferiorità numerica ma dominata in lungo e in largo, tanto che per larghi tratti del match mi ero completamente dimenticato del cartellino rosso mostrato a McGovern (che col suo colpo di testa, a sfruttare il perfetto assist di Jess Husband, aveva poco prima portato avanti le Hearts) proprio a metà del primo tempo.

Il match, giocato ad Oriam finalmente sold-out un freddo venerdì sera di metà aprile, ha finalmente dato alle Hearts la possibilità di mettere in mostra tutte le proprie qualità, soprattutto in fase difensiva dove il trio di centrali, capitan Hunter, Carly Girasoli e una Lizzie Waldie a mio parere personale player of the match per distanza, hanno saputo tenere a bada le offensive (scombinate, va detto) delle avversarie, incapaci di far valere la superiorità numerica e sempre in difficoltà.

Tanto che nella ripresa, con una bella punizione di Megan Bell, le Hearts hanno trovato il goal del 2-0 con cui si è chiuso il match, un risultato che ha permesso alle Jambos di allungare il proprio vantaggio sulle rivali dirette per il quarto posto finale, a sei punti.

Un momento del primo tempo tra Hearts Women e Rangers Women

Che sarebbero, pochi giorni dopo, diventati addirittura nove, grazie a quello che non ho problemi a definire il capolavoro stagionale (almeno, della parte di stagione giocata finora) delle Hearts. Ovvero, il match casalingo contro le capoliste Rangers Women.

La gara è in programma mercoledì 17 aprile ad Oriam, con kick off fissato per le 7.45pm in modo da consentire la diretta televisiva su BBC ALBA. Oriam non è sold-out, stavolta, ma contando giornata, orario e temperatura (si, fa ancora piuttosto freddo quassù anche per chi è ormai abituato a questo clima) c’è una buona cornice di pubblico.

Katie Lockwood festeggia il goal che avrebbe regalato la prima vittoria alle Hearts Women su una squadra “top-three” in classifica

Eva Olid, head coach delle Hearts, cambia due elementi rispetto al derby di venerdì inserendo Adamolekun al posto della squalificata McGovern e dando spazio tra i pali a Rachel Johnstone, con Parker-Smith che si prende un turno di riposo.

Le Hearts segnano il goal decisivo nella ripresa grazie a Katie Lockwood, il quindicesimo di un’annata davvero positiva per la centrocampista offensiva arrivata in estate dalle Hibs, ma a mio modestissimo parere vincono il match nel primo tempo, in quarantasette minuti che per me sono i migliori giocati finora dalle Jambos.

Il tramonto ad Oriam, sempre spettacolare

Mi spiego: non ho avuto la possibilità di vedere le statistiche, ma credo che tra possesso, territorio, tiri in porta le Rangers abbiano registrato numeri incredibilmente superiori alle Hearts e anche coach Olid ha detto che nel primo tempo “abbiamo mostrato loro troppo rispetto e non siamo riuscite a tenere la palla, giocando il nostro calcio”.

Tutto vero, ma il fattore che per me va premiato è stata la straordinaria organizzazione mostrata in fase difensiva, dove tutte le giocatrici hanno dimostrato calma, capacità di adattamento, concentrazione. Insomma, un vero e proprio masterpiece difensivo che, per uno come me che nella sua “carriera” (fermatasi a quattordici anni, ma di cui vado estremamente fiero) di “stopper” (era il modo in cui decenni fa si indicava il centrale difensivo) è sempre un aspetto fondamentale.

È tutto vero!

Certo, poi là davanti Georgia Timms si è nuovamente sacrificata per ottantasette minuti (prima di fare spazio a Mooney) facendo a spallate con la difesa avversaria, Emma Brownlie nel suo “nuovo” ruolo di esterna alta ha dimostrato tutte le sue qualità, Monica Forsyth ha ancora una volta messo in scena una prestazione da “insostituibile” e il gruppo, in generale, ha voluto questa vittoria in maniera viscerale, ricordando le brutte sconfitte patite l’anno scorso in queste gare e volendo dimostrare, con determinazione, le proprie qualità.

Le Hearts cementano il proprio quarto posto in classifica di SWPL, quindi, con nove punti di vantaggio sulle Hibs (battute 1-0 ad Airdrie dalle Celtic Women, nuove capoliste e prossime avversarie delle Jambos), registrando un secondo clean-sheet consecutivo e dando l’impressione che, se in estate la società continuerà ad operare in questo modo in fase di mercato, davvero il prossimo anno si potranno fissare obiettivi ancora più ambiziosi.

Al momento, però, c’è un viaggio al Celtic Park da preparare prima di pensare a come affrontare la prima gara ad Hampden Park della nostra storia, per la semifinale di Women’s Scottish Cup contro le Spartans Women in un altro Edinburgh Derby che, non ho dubbi, ci farà divertire.

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Pasqua al Petershill Park (make it a double, please!)

Hearts Women in attacco nel primo tempo

Pasqua con chi vuoi, dice l’antico proverbio e io quest’anno ho deciso di passarla al Petershill Park, approfittando del calendario più che favorevole di SWPL1 che offriva un clamoroso double-header nella casa (tra le altre) di Glasgow City e Partick Thistle Women.

Come accaduto un paio di anni fa, in occasione della semifinale dell’allora Scottish Women’s Cup a Falkirk, riesco a vedermi due gare nello stesso pomeriggio e, per assoluta coincidenza, si tratta delle stesse quattro squadre che si sono sfidate in quel pomeriggio tardo primaverile.

Parto con buon anticipo al mattino da Edimburgo, perché il kick off della prima partita, che vede impegnate le Hearts Women contro le Jags nel replay del quarto di finale di Women’s Scottish Cup di un paio di settimane fa (oltre che essere, finora, il quarto scontro diretto stagionale tra le squadre) è fissato per le 12.10pm per consentire la diretta tv su BBC ALBA.

Il pullman (900) arriva un po’ in ritardo ma ho comunque tutto il tempo necessario per una breve passeggiata in centro a Glasgow, per prendere il bus locale (87) verso Springburn e trovare posto nell’unica tribuna del The Peasy.

Una fase del primo tempo tra Partick Thistle Women e Hearts Women

Il meteo è davvero d’aiuto, perché al vento (non troppo fastidioso e, per una volta, nemmeno troppo freddo) fa da contraltare il sole che splende alto nel cielo, fatta eccezione per il passaggio temporaneo di qualche nuvola.

Le Jambos si presentano alla sfida con una settimana di riposo in più rispetto alle avversarie, che settimana scorsa avevano giocato (e perso) la finale di SkySports Cup contro le Rangers Women al Tynecastle Park, e con la giovanissima esterna sinistra, Jess Husband, al debutto dal primo minuto in maroon. Prestazione superba, per lei, in una gara sempre difficile nonostante, alla fine, le Hearts si siano imposte con un netto 0-3 grazie ai goal di Findley (nel primo tempo) e alla doppietta della rientrante Kathleen McGovern.

La vittoria consente alle Jambos di restare al quarto posto in classifica ma, adesso, in solitaria e con tre punti di vantaggio sulle Hibs, battute (1-2) dalle Rangers Women che continuano a guidare la classifica.

Break in George Square tra le due partite

Al termine della gara, con poco più di un’ora libera prima della seconda partita, torno in centro a Glasgow e mi godo la pausa su una panchina in George Square, il cuore della città, prima di tornare in direzione nord-ovest e coprire il miglio e mezzo scarso che separa il centro dallo stadio.

La seconda parte del mio personale “Easter double-header” è lo scontro diretto tra le due squadre che siedono, a pari punti, al secondo posto in classifica ad un punto di distacco dalle Rangers Women (ma, quando scendono in campo, i punti di distacco sono quattro perché le Gers avevano, come detto sopra, già giocato e vinto nella Capitale contro l’Hibernian Women).

Il match programme della sfida tra Glasgow City e Celtic Women

Glasgow City e Celtic Women, infatti, hanno saputo approfittare di un temporaneo calo di forma della capolista per ridurre lo svantaggio, anche (e forse soprattutto) grazie alla vittoria delle Hoops nell’Old Firm giocatosi due settimane fa ad Airdrie.

Nel novembre scorso avevo visto le Glasgow City in casa contro le Rangers e, allora, le ospiti avevano messo in campo una vera e propria dimostrazione di forza, consentendo il primo tiro in porta alle Campionesse di Scozia solo nei minuti di recupero del secondo tempo.

Le Celtic Women, che hanno cambiato guida tecnica a cavallo delle vacanze invernali (con Fran Alonso volato negli USA e sostituito dalla head coach svedese Elena Sadiku) arrivano allo scontro diretto, come detto, per prolungare la striscia positiva e cercare di stare il più vicine possibile alle Rangers Women, sperando in un passo falso delle avversarie o, come sarà più probabile, tenendosi aperta la possibilità del sorpasso nel prossimo scontro diretto.

Glasgow City in attacco nel primo tempo

La gara, che comincia alle 4.10pm ed è anch’essa in diretta su BBC ALBA, è molto aperta ma le Celtic riescono subito a prenderne il controllo. Le Hoops vanno a riposo avanti (0-1) grazie al colpo di testa, su calcio d’angolo, di capitan Hayes e raddoppiano in avvio di ripresa col goal di Natasha Flint, vero e proprio valore aggiunto della rosa e tornata a Glasgow a stagione inoltrata dopo aver giocato la prima parte dell’annata in WSL col Liverpool Women.

A differenza della sfida di novembre contro le Rangers, però, le City riescono a scuotersi, accorciando le distanze a tempo quasi scaduto con il bel goal di Giammona in girata ma, come in autunno, uscendo dal campo sconfitte in un altro scontro diretto.

Il calcio d’angolo a seguito del quale le Celtic Women sono passate in vantaggio

La SWPL si ferma ancora, stavolta per lasciare spazio alla finestra internazionale (la Scozia inizierà il suo cammino verso EURO2025 in Serbia, venerdì pomeriggio, prima di debuttare ad Hampden Park martedì prossimo contro la Slovacchia). Venerdì 12 aprile si torna in campo con l’Edinburgh Derby, in programma ad Oriam, uno scontro diretto che potrebbe essere, a questo punto della stagione, quasi decisivo: una vittoria delle Hearts, che finora hanno perso entrambi i derby giocati quest’anno, manderebbe le Jambos a +6 sulle rivali cittadine.

Per le Glasgow City, invece, un altro scontro diretto da non fallire: al Broadwood Stadium di Cumbernauld faranno visita alle Rangers Women con l’imperativo di prendersi una vittoria (o, almeno, di non perdere) per riportarsi sotto. Le Celtic Women saranno pronte ad approfittare di un passo falso delle rivali e torneranno al Petershill Park, stavolta ospiti delle Partick Thistle Women.

La classifica aggiornata di SWPL1 (fonte: https://swpl.uk/match-centre/swpl/)

Nella lotta per la salvezza, Spartans (che hanno espugnato il Foundation Park di Dundee battendo 2-4 lo United) e Montrose (vincitrici 2-1 in casa sull’Hamilton) lasciano le rispettive avversarie di giornata sul fondo della classifica e si sfideranno ad Ainslie Park domenica 14 all’ora di pranzo. A chiudere la giornata numero 24 arriva la vittoria casalinga per il Motherwell (3-0 sull’Aberdeen) che accorcia le distanze sul settimo posto, occupato proprio dalle Dons e, con quindici punti di vantaggio sul penultimo posto, si mette nelle migliori condizioni possibili per le restanti otto gare stagionali.

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Un goal di Lizzie Waldie regala alle Hearts Women il primo viaggio ad Hampden!

Le Hearts in attacco nel primo tempo

Un goal di testa di Lizzie Waldie, difensore centrale inglese arrivata in estate dal Crystal Palace e presasi subito la maglia da titolare, a quattro minuti dalla fine dei tempi regolamentari regala alle Hearts Women il successo nel quarto di finale di Women’s Scottish Cup, con annessa seconda semifinale e primo viaggio di sempre ad Hampden Park.

La prima semifinale, infatti, le Hearts Women l’avevano conquistata un paio di anni fa, quando la coppa nazionale si chiamava ancora Scottish Women’s Cup e la semifinale, anziché al National Stadium, si giocò (come double-header) al Falkirk Stadium.

Una fase del primo tempo del match

Questa, invece, è la seconda stagione che la Scottish Cup è la stessa, per uomini e donne (finalmente) e, quindi, le semifinali sono in programma, in aprile, ad Hampden Park (stasera conosceremo gli accoppiamenti, durante l’intervallo della sfida tra Greenock Morton e Hearts, ultimo quarto di finale della men’s Scottish Cup).

Dopo il viaggio ad est di settimana scorsa, con una bella vittoria a chiudere al meglio la prima fase della SWPL, ieri pomeriggio mi sono imbarcato in direzione ovest verso Glasgow. Le Hearts Women erano infatti attese dalle Partick Thistle Women, squadra sempre piuttosto ostica da affrontare soprattutto in trasferta, per il quarto di finale della Coppa di Scozia femminile e, come detto, per un posto ad Hampden Park. La sfida del Petershill Park era la terza, in ordine cronologico, del turno perché Livingston v Spartans e Hibs v Rangers avevano un kick off fissato per le 12pm mentre a Glasgow si giocava alla 1pm – il programma era chiuso dal match di Montrose tra le padrone di casa e le Celtic Women, calcio d’inizio alle 4pm.

Screenshot dal profilo twitter ufficiale delle Hearts Women

La gara del The Peasy era difficile da pronosticare perché nonostante le due nette vittorie raccolte nelle sfide di campionato, la gara secca e la posta in palio, giocata in condizioni climatiche tutt’altro che ideali (vento forte e pioggia nel primo tempo, freddo per tutta la gara) avevano di fatto mescolato le carte – senza contare il fattore-campo sfavorevole a Georgia Hunter e compagne.

Arrivo a Glasgow con un’ora e mezza di anticipo sul calcio d’inizio e dopo due passi in centro, prendo il bus verso lo stadio – i cui tornelli aprivano alle 12.15pm. Presa la pie d’ordinanza e una bottiglia d’acqua per evitare di muovermi per tutto il resto del pomeriggio, prendo posto e mi godo il pre-partita.

La gara inizia, puntuale, di fronte ad un centinaio di spettatori e qualche fellow Jambo che ha deciso di farsi il viaggio verso ovest. Il primo tempo non premia di certo la nostra dedizione, con entrambe le squadre più impegnate a capire come sfruttare i vantaggi (o evitare gli svantaggi) del vento che a costruire azioni degne di note. Si va a riposo sullo 0-0 che è davvero specchio fedele di quanto visto in campo, nonostante le Jags siano andate vicine al goal in un’occasione.

Screenshot dal profilo ufficiale twitter delle Partick Thistle Women con un momento del match

Nella ripresa la coach delle Hearts, Eva Olid, cambia tre elementi e le Jambos alzano il baricentro, ma non riescono mai ad impensierire la portiere avversaria. Almeno fino al minuto 86 quando Ciara Grant, su punizione conquistata da Georgia Timms sulla trequarti, pesca con un preciso pallonetto Waldie al centro dell’area. La centrale difensiva è potente nel colpo di testa, Cunningham (portiere del Partick Thistle) intercetta la palla ma non riesce ad impedirle di insaccarsi e le Hearts trovano il goal che cercavano.

Le Jambos riescono a difendere il vantaggio anche nei minuti di recupero e al fischio finale esplode la gioia: per la prima volta nella storia, le Hearts Women giocheranno ad Hampden Park!

Prima di allora, però, ci sarà da concentrarsi sulla seconda parte della stagione di SWPL, lo split, che inizia domenica prossima da Oriam contro le Glasgow City. Tra due settimane ci sarà una nuova pausa, per lasciare spazio alla finale di League Cup in programma al Tynecastle Park tra Rangers Women e Partick Thistle, poi a pasqua torna il campionato – e un nuovo viaggio al Petershill Park!

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La regular season delle Hearts Women si chiude con una bella vittoria al Foundation Park

Il Foundation Park di Dundee, casa delle Dundee United Women

Non c’era modo migliore di chiudere la prima fase della SWPL, per le Hearts Women, che con una netta vittoria in trasferta nell’ultima giornata prima dello split.

Dopo le belle vittorie raccolte nelle ultime uscite, che avevano consentito alle Jambos di riprendersi il quarto posto in classifica, era fondamentale arrivare alla pausa – domenica prossima, infatti, la SWPL si ferma per fare spazio ai quarti di finale di Women’s Scottish Cup, con le Hearts attese da un’insidiosa trasferta al Petershill Park, contro le Partick Thistle, per un posto alle semifinali e il primo viaggio ad Hampden Park – con altri tre punti a referto.

Poco prima del fischio d’inizio

Se ad inizio stagione l’obiettivo stagionale era di migliorare il quarto posto nella classifica finale dello scorso anno, col passare dei mesi si è capito che le Jambos, nonostante i numerosi innesti nel mercato estivo ed invernale abbiano alzato la qualità della rosa a disposizione di coach Eva Olid, hanno ancora qualche aspetto da sistemare se vogliono lottare per una delle prime tre posizioni, che anche quest’anno sembrano essere appannaggio esclusivo delle tre “big” di Glasgow.

La lotta per il quarto posto, però, quest’anno è davvero agguerrita perché Hearts, Hibs e Partick Thistle sono separate da una manciata di punti e ogni turno le posizioni possono cambiare.

Un momento del match

Anche per questo, come detto, fare risultato contro una squadra, il Dundee United che siede sul fondo della classifica, era davvero categorico per le Hearts. Missione compiuta nel primo tempo del match, con tre goal (doppietta di Emma Brownlie intervallata dal bel goal di Danny Findlay) a fissare il risultato sullo 0-3 con cui si chiudono match e stagione regolare.

Sono andato a Dundee in pullman, per la prima volta (nelle altre due occasioni mi ero mosso in treno) e ho deciso di partire con qualche ora di anticipo sul kickoff, per evitare ogni tipo di inconveniente o di ritardo sul tragitto. Il viaggio dalla bus station di Edimburgo a quella di Dundee è corso via tranquillo, tanto che ho avuto addirittura tempo di visitare di nuovo il V&A prima di incamminarmi verso il Foundation Park, lo stadio che ospita le gare del Dundee United Women e che sorge a pochissimi metri da Tannadice e Dens Park, completando idealmente il “triangolo calcistico” della città.

Il V&A di Dundee

Il tragitto a piedi non è proprio brevissimo, poco più di un miglio, ma considerando la clemenza del meteo (cielo coperto, ma senza pioggia né vento) in poco meno di mezz’ora sono arrivato al campo, in tempo per godermi tutto il riscaldamento e scegliere il mio posto.

Le squadre si riscaldano

Avevo visto il Foundation Park solo in fotografia o negli highlights della BBC e devo ammettere che mi ricorda moltissimo il Petershill Park, essendo inserito in contesto urbano e circondato da case. Il lavoro fatto dal Dundee United, comunque, va elogiato perché lo stand (tre file di seggiolini) completa il campo e la sensazione generale è quella di essere riusciti a costruire uno stadio per la squadra femminile ad un passo dal Tannadice, inserito in zona e creando l’effetto di casa del club.

Al ritorno il percorso è molto più veloce, sia nel tragitto a piedi fino alla bus station (anche perché, per un buon tratto, mi fido di Google Maps e non della mia memoria) che in pullman verso casa.

Le Jambos difendono un corner nella ripresa

Settimana prossima saremo ancora in viaggio, stavolta verso ovest, per la sfida di Women’s Scottish Cup al The Peasy contro il Partick Thistle, un’avversaria sempre molto difficile da affrontare ma che, quest’anno, le Jambos hanno già battuto due volte in SWPL. La posta in palio è comunque altissima per entrambe, con un viaggio a Hampden Park per la semifinale e la concreta possibilità di scrivere un’altra pagina di storia dei rispettivi club.

One Love, One Hearts
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Il 2024 inizia con tre vittorie consecutive per le Hearts Women

Un momento del primo tempo tra Hearts Women e Spartans Women

Non poteva esserci miglior inizio d’anno per le Hearts Women che, dopo aver chiuso il 2023 col netto successo raccolto al The Peasy contro il Partick Thistle e il primo punto di sempre conquistato contro le Celtic Women, hanno prolungato la striscia positiva con tre vittorie in altrettante gare in questo gennaio 2024.

Dopo aver battuto nettamente le Edinburgh Caledonia (9-0) nel terzo turno di Women’s Scottish Cup, le Jambos sono andate a vincere al K-Park di East Kilbride contro le Motherwell Women (0-3 il risultato finale, con goal di Handley, Lockwood e Findlay) prima di tornare ad Oriam contro le Spartans Women, un’avversaria sempre ostica da affrontare.

E il match di domenica scorsa, giocatosi in condizioni meteo piuttosto complicate (con vento e pioggia che, soprattutto nel secondo tempo, hanno davvero reso la vita difficile alle giocatrici) non è stato un’eccezione. Le Hearts Women si presentano in campo con qualche cambio e con Megan Bell, appena arrivata in prestito dalle Rangers, che ha potuto fare il suo debutto in maroon.

Le Hearts partono bene e creano, come spesso succede, numerose occasioni ma non riescono, anche grazie alla buona organizzazione delle Spartans, a concretizzarle e vanno al riposo sullo 0-0.

Nella ripresa, le squadre tornano in campo con lo stesso copione ma, finalmente, le Jambos trovano il goal che sblocca il risultato al 77′ con la “solita” Katie Lockwood, brava e determinata nell’avventarsi su una palla libera in area di rigore e ad insaccarla alle spalle della portiere avversaria.

Le Hearts tengono a bada sia i tentativi offensivi delle Spartans, sia il meteo inclemente e si portano a casa una vittoria importantissima, che permette di tenere il ritmo di tutte le altre concorrenti per il terzo posto finale.

La top-six è ormai garantita, perché il vantaggio sull’Aberdeen, settimo, è di oltre dodici punti con ancora solo quattro gare a disposizione prima dello split, ma rispetto alla scorso anno la concorrenza per il quarto posto (obiettivo centrato lo scorso anno) e il terzo, vero e proprio “sogno” stagionale, è davvero agguerrita.

Consueto huddle di fine gara per le Hearts, in un meteo davvero inclemente

Le Glasgow City campionesse in carica, infatti, hanno battuto 1-0 le Celtic Women al Petershill Park nel match-clou di giornata, accorciando a due i punti di distacco dal secondo posto occupato proprio dalle Hoops, che a loro volta hanno perso terreno dalla capolista Rangers che ha, adesso, ben sei punti di vantaggio (grazie al successo sofferto, 1-2, raccolto in trasferta contro l’Aberdeen). Le City, terze, hanno nove punti di vantaggio sulle Hibs, quarte (e vittoriose 5-0 sul Motherwell) e undici su Hearts e Partick Thistle, che hanno gli stessi punti in classifica.

Domenica prossima il campionato si ferma ancora per lasciare spazio al quarto turno di Women’s Scottish Cup, con le Hearts che faranno visita all’East Fife all’ora di pranzo, mentre mercoledì prossimo appuntamento proibitivo, almeno sulla carta, al Broadwood Stadium di Cumbernauld contro le Rangers Women.

Per le Jambos, poi, tre gare da non fallire con due appuntamenti casalinghi consecutivi contro Aberdeen e Montrose, prima di andare a fare visita al Dundee United il 3 marzo, nell’ultima gara prima dello split.

Ovviamente sarà importante arrivare alla seconda parte di stagione il più vicine possibile alle dirette avversarie, ma la cosa fondamentale, se si vuole almeno confermare il risultato finale dello scorso anno, sarà gestire meglio gli scontri diretti, soprattutto i due prossimi derby contro le Hibs – concedere loro altri punti, nello split, è impensabile.

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Il primo punto contro le Celtic Women, per chiudere l’anno col sorriso

Ingresso in campo delle squadre

Le Hearts Women chiudono il 2023, un anno che si può definire davvero positivo considerando che ha visto le Jambos finire la stagione al quarto posto, con il primo punto di sempre conquistato contro le Celtic Women, ad Oriam, in condizioni meteo tutt’altro che favorevoli.

Eva Olid e le sue ragazze possono cosi pensare al 2024 con rinnovato entusiasmo, dopo aver conquistato 7 punti (sui 9 disponibili) nelle ultime tre gare dopo l’ultima pausa internazionale, frutto di due vittorie (6-1 in casa contro le Hamilton Accies e, soprattutto, il netto successo ottenuto al The Peasy contro le Partick Thistle, dirette concorrenti per il quarto posto) e, come detto, del primo risultato utile raccolto contro le Hoops.

Le Hearts arrivano alla sfida con tanta voglia di chiudere l’anno al meglio e col bisogno di prendersi punti, dopo averne persi troppi per strada finora in gare che, almeno sulla carta, erano molto più alla loro portata.

Una fase del primo tempo

Arrivo ad Oriam con più di mezz’ora di anticipo sul kick off (fissato, per consentire la diretta tv su BBC ALBA, alle 4.10 di domenica 17 dicembre) e vedo che, fin dal riscaldamento, le ragazze in campo sono concentrate sull’obiettivo. La formazione schierata da Olid, poi, mi dà ulteriori conferme che le Jambos erano davvero convinte di potersela giocare, passando in vantaggio nei primi minuti di gioco con il goal di Georgia Timms, tornata finalmente nel ruolo di punta centrale che, a mio modestissimo parere, le permette di esprimersi al meglio.

Le Hearts impongono un ritmo altissimo al primo tempo, che le Ghirls in Green fanno fatica a pareggiare, ma nella ripresa devono abbassare la velocità delle giocate, si chiudono un po’ troppo in difesa e, inevitabilmente, subiscono il goal dell’1-1, risultato con cui si chiude il match – non prima, però, che le padrone di casa abbiano un paio di chance di riportarsi avanti, e un paio di ottimi interventi di Charlotte Parker-Smith a negare i tre punti alle ospiti.

Football for EVERYONE

Il pareggio è risultato giusto per quanto visto in campo, dopo aver sfiorato l’impresa ad Airdrie qualche mese fa (avanti di due goal, le Hearts avevano allora perso 3-2) arriva finalmente il primo punto contro l’ultima delle Big-Three con cui le Hearts avevano mai sorriso e, come detto, il risultato e soprattutto la prestazione fanno ben sperare in vista del prossimo anno.

Il 2024 si aprirà con la gara, valida per il terzo turno di Women’s Scottish Cup, contro le Edinburgh Caledonia prima di sfidare le Motherwell Women ad East Kilbride. Dopo sedici giornate, le Hearts siedono al quinto posto in classifica di SWPL1 (a pari punti col Partick Thistle, 27, ma con miglior differenza-reti), a due lunghezze dalle Hibs, quarte, ma ad undici lunghezze dalle Glasgow City e dal Graal di questa stagione, quel terzo posto che sarebbe unico modo di migliorare la stagione precedente.