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Elephant and Castle in West Scotland

The Castle and The Rock

Avevo già citato Alan nel post sul Cappielow e avevo già detto, in quel post, che proprio lui mi aveva consigliato di andare a vedere due ‘gemme’ nell’ovest di Scozia: una era appunto la casa del Greenock Morton, l’altra era The Rock, lo stadio del Dumbarton FC.

Il nome dello stadio, quando è stato inaugurato nel 2000, era Strathclyde Homes Stadium, ma nel 2012 divenne il Dumbarton Football Stadium. Attualmente, per ragioni di sponsor, si chiama C&G Systems Stadium. Nel corso degli anni ha cambiato nome parecchie volte.

Tutti, però, lo conoscono come The Rock.

Lo stadio visto dalla cima della rocca

La ragione è anche piuttosto semplice da spiegare: questo stadio, con una capienza di poco superiore alle duemila unità e con un unico stand che corre laterale al terreno di gioco, sorge infatti ai piedi della rocca su cui è stato costruito il Dumbarton Castle.

Dumbarton, in sè, non è propriamente una località che definirei “turistica” ma il viaggio in treno da Glasgow Queen St, costeggiando la Clyde, e la visita alla rocca sono davvero qualcosa che mi sento di consigliare a chiunque. Possibilmente, già che siete qui, cercate di combinare di vedere una partita dei Sons e il vostro viaggio sarà completo!

Il poster della gara

Il Dumbarton FC è stato fondato nel 1872 e presenta, nel suo stemma, un elefante con una torre stilizzata sulle spalle ad identificare la rocca, di origine vulcanica (che, secondo tradizione, avrebbe la forma di un elefante) con il castello costruito sopra e riprende l’antico simbolo della cittadina. Il soprannome del club, Sons, deriva anch’esso dal soprannome degli abitanti di Dumbarton, “Sons of the Rock”.

Altra vista dello stadio dalla rocca

La stazione dei treni di Dumbarton East dista davvero pochi passi dallo stadio e dalla rocca e ci si arriva, come detto, da Glasgow Queen St – ma ci sono anche alcuni treni “locali” diretti da Edimburgo (entrambe le stazioni, Waverley ed Haymarket, sono sulla linea per Glasgow).

Consiglio di sedersi lato sinistro del treno in modo da godersi il panorama del fiume Clyde in tutto il suo splendore e consiglio di prendersi un paio d’ore per visitare, con tutta calma, la rocca e il castello. L’ascesa può essere impegnativa e vale la pena avere tempo per godersi il panorama da lassù.

Dall’interno della rocca

Per quanto riguarda lo stadio, se non fosse collocato in una posizione ‘coreografica’, dubito che meriterebbe una menzione – a meno che, ovviamente, non abbiate come me la voglia di fare tutti i 42 (ed oltre) stadi di SPFL.

Sono andato a Dumbarton nel luglio 2018, precisamente il 7 luglio, quattro giorni dopo essere andato, per la prima volta, al Gayfield Park di Arbroath. In entrambe le occasioni, ero andato a vedere una gara di pre-season degli Hearts e avevo avuto la fortuna di avere occasione di vedere molte gare di quella che, col senno di poi, si è rivelato uno degli inizi di stagione più entusiasmanti dell’ultimo periodo.

Il Dumbarton era, allora come oggi, un club di League 1 senza particolari ambizioni di classifica e che, come molti club nell’area attorno a Glasgow, paga necessariamente pegno in termini di seguito alle ‘due di Glasgow’.

Riscaldamento pre-gara degli Hearts

Quel giorno c’era un buon pubblico sugli spalti e Uche Ikpeazu si era presentato ai suoi nuovi tifosi con una doppietta e una prestazione davvero convincente. Naismith aveva fatto il suo debutto stagionale dopo aver firmato il contratto con gli Hearts (la stagione precedente era arrivato in Gorgie in prestito) e in generale, come ho già avuto modo di dire in altri post, la stagione 2018/19 verrà ricordata dai Jambos per un inizio travolgente che ha visto gli Hearts in vetta alla classifica fino a metà ottobre, prima che gli infortuni occorsi a uomini-chiave mettessero, purtroppo, in evidenza quanto fosse corta la coperta che Levein aveva a disposizione.

Poco male, nonostante tutto quella squadra riuscí a chiudere l’annata nella top-six e ad arrivare alla semifinale di League Cup e all finale di Scottish Cup contro il Celtic, passando in vantaggio ma dovendosi arrendere al termine di novanta minuti combattuti e influenzati anche da certe decisioni arbitrali piuttosto discutibili.

Il match programme della gara
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Bohemian Rhapsody

L’Excelsior Stadium di Airdrie visto dal Jack Dalziel Stand

Ho da sempre un debole per l’Irlanda, ma non sono mai riuscito a combinare, durante i miei viaggi sull’Isola in Verde, di andare a vedere una partita di calcio.

Rugby, quello si, ne ho visto parecchio laggiù e devo dire di non essere mai rimasto deluso. Le uniche due volte in cui mi sono trovato nelle vicinanze di uno stadio di calcio sono state nel 2013 quando, a Dublino per le finali delle Coppe Europee di rugby, ho dormito a Tallaght e la camera aveva la vista sul Tallaght Stadium, casa degli Shamrock Rovers e nel febbraio 2020, quando ero nella capitale irlandese per la gara di Sei Nazioni Femminile tra Irlanda e Scozia e, il giorno dopo, sono passato col bus davanti a Dalymount Park, casa del Bohemian Football Club – noto anche come Bohemians (o Bohs).

Il North Stand del Penny Cars Stadium visto da fuori

Proprio i Bohemians sono stati la prima squadra della Repubblica che ho avuto modo di vedere dal vivo, in Scozia, per una gara di Tunnocks Caramel Wafer Cup (la Challenge Cup). Prima dello scoppio della pandemia, squadre irlandesi (del nord e del sud), gallesi e della National League inglese sono state invitate a giocare la quarta coppa scozzese, solitamente riservata a club dal Championship in giù (con innesti da Lowland e Highland Football League) e alle squadre “colts”, o U21, delle comapagini di Premiership – uniche “eccezioni” rimaste anche nell’edizione di quest’anno.

Sabato 7 settembre 2019, con kick off fissato per le 3pm, i Bohemians erano impegnati al Penny Cars Stadium di Airdrie contro la squadra locale, gli Airdrieonians FC, club di League 1.

Il match programme della gara tra Diamonds e Bohs

Quell’edizione della Challenge Cup, l’ultima sponsorizzata dalla notissima azienda dolciaria (che quest’anno si chiama SPFL Trust Trophy), era stata influenzata come tutto dalla pandemia, con la finale cancellata e Inverness e Raith Rovers, che si erano imposte su, rispettivamente, Rangers U21 e Partick Thistle nelle semifinali, dichiarati campioni a pari merito.

Quel giorno di settembre, ovviamente, nessuno aveva idea di quello che sarebbe capitato pochi mesi dopo e, con campionato fermo per gli impegni delle nazionali e rugby ancora in vacanza, avevo deciso di andare a vedere la gara.

L’ingresso del Main Stand (Jack Dalziel Stand)

Era la prima volta ad Airdrie, prima volta allo stadio, prima volta che vedevo dal vivo entrambe le squadre. Insomma, un’occasione davvero da non perdere.

Da Edimburgo, arrivare ad Airdrie è piuttosto facile perché ci sono treni “locali” con una buona frequenza per tutto il giorno (al ritorno, però, è stato più comodo e veloce andare a Glasgow e tornare poi con un treno diretto da Queen St).

Una fase del match con coreografiche nuvole sopra l’East Stand

La giornata era assolata, c’erano nuvole ma nessuna previsione di pioggia e quindi il pezzo di strada da percorrere per raggiungere lo stadio non ha comportato particolari problemi.

Lo stadio, che si chiama Excelsior Stadium ma per ragioni di sponsor è adesso conosciuto come Penny Cars Stadium, vanta una capienza di poco più di 10mila posti ed è stato aperto nel 1998. Nato con terreno naturale, dal 2010 è stato posato un terreno sintetico (3G) che toglie un po’ di fascino ad una struttura che, in generale, non mi ha entusiasmato ma meriterebbe ben altri scenari.

L’ingresso in campo delle due squadre

Non avevo grandi aspettative in termini di gara giocata, ma le due squadre si sono date battaglia per novanta minuti, al termine dei quali i padroni di casa si sono imposti 3-2, guadagnando il passaggio al quarto turno – dove sarebbero poi stati battuti dall’Elgin City, 0-2, a domicilio.

Solo il main stand era aperto per l’occasione, con una buona presenza ospite tra i 730 spettatori (dato ufficiale). Buon tifo da entrambe le parti, coi tifosi locali ovviamente soddisfatti per la vittoria dei Diamonds, mentre i Bohs sono comunque usciti tra gli applausi dei tifosi ospiti.

Bello anche il contrasto cromatico in campo, con i Diamonds nella loro tradizionale divisa bianca con “rombo” rosso a cavallo delle spalle (come la V sulla maglia del Brescia, ma replicata al contrario anche sulla schiena), mentre i Bohs hanno indossato la loro divisa rossonera.

Non ho in programma di tornare ad Airdrie nell’immediato futuro, ma l’Excelsior Stadium (che rimane un posto da vedere) è decisamente uno stadio, come detto, che meriterebbe di ospitare gare di tornei più prestigiosi di una modesta League 1.