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A brutalist Fairy(tale)

Il main stand del Netherdale visto dalla terrace lato stadio del rugby

Avevo sentito parlare del main stand della 3G Arena del Netherdale parecchie volte, ma non ero mai riuscito (per un motivo o per l’altro) a vederlo coi miei occhi, almeno fino ad oggi pomeriggio.

Dopo due “trasferte” che definire interessanti suonerebbe davvero come un understatement, oggi [14 agosto] avevo messo in programma il viaggio a Galashiels per vedere finalmente dal vivo il main stand.

Galashiels è una cittadina dei Borders che è conosciuta per la sua passione ovale. Il Netherdale è un complesso di campi (due principali, parecchi back pitches) che sorge ad est della cittadina, non lontano dal fiume Tweed che, in qualche modo, accomuna la “gita” di oggi a quella di settimana scorsa a Berwick-upon-Tweed.

Il main stand del Netherdale visto da Nether Road, la strada che corre parallela

Il campo in 3G (artificiale, purtroppo) destinato al calcio è di fatto l’unico campo per la “palla tonda” che ho visto in zona, e anche questo presenta in giallo righe che, dovesse servire, lo renderebbero pronto ad ospitare una gara di rugby. Non a caso, proprio qui (prima che venisse posato il terreno sintetico) il Gala RFC (squadra di rugby locale) ha giocato le proprie partite dal 1912 fino alla stagione 1961/62 quando venne inaugurato il “New Netherdale”, lo stadio oggi casa della squadra di rugby locale – che gioca in maroon e bianco e che ha, tra gli illustri giocatori del passato, Gregor Townsend, attuale head coach della Scozia.

Il “nuovo” Netherdale che sorge alle spalle della terrace del vecchio Netherdale

Come spesso capita, avevo deciso di spostarmi in treno sulla “nuova” linea ferroviaria dei Borders, inauguarata pochi anni fa dopo decenni di attesa. La stazione di Galashiels dista poco più di un miglio dallo stadio e anche oggi, complice una giornata nuvolosa, molto ventosa ma asciutta, avevo deciso di coprire il pezzo di strada a piedi. Scelta tutto sommato azzeccata, ma consiglio di prendere un taxi o un bus dalla stazione – come ho poi fatto al ritorno, costretto anche dal fatto che il mio treno era stato cancellato e dovevo prendere il bus per tornare ad Edimburgo che sarebbe partito in pochi minuti.

Disavventura “logistica” a parte, la giornata è stata davvero positiva.

Un particolare del main stand del Netherdale, che segna uno dei due ingressi al campo

Come detto, protagonista di oggi era il main stand, una struttura progettata dall’architetto Peter Womersley con stile brutalista (lo stesso con cui era stato costruito il vecchio St James’ Centre, centro commerciale che sorge nel cuore della capitale scozzese adesso purtroppo abbattuto, ricostruito e riaperto nel giugno scorso). La struttura, in cemento armato, ha una capienza di 500 spettatori (lo stadio in totale ha una capienza di 2mila spettatori) che lo rende lo stand più capiente dei Borders e ha l’onore di essere inserito come edificio “Category A listed”, la categoria più alta nella lista degli edifici da preservare di Historic Environment Scotland.

Un edificio inserito nella category A è uno dei “Buildings of special architectural or historic interest which are outstanding examples of a particular period, style or building type” e il main stand figura in questo elenco dal dicembre 2013.

Welcome to Netherdale

Non sono esperto di architettura, mi sono limitato ad osservare la struttura da diverse angolazioni e devo dire che non sono ben riuscito a capire come il main stand di uno stadio di calcio di una squadra che gioca in una cittadina dove la stragrande maggioranza dell’interesse è riposto nel rugby possa essere finito in quella lista.

Il main stand è chiuso dal 2018/19 e necessita di lavori di restauro che, al momento, non sono ancora stati fatti. Si può ammirare solo da fuori ma questa struttura, completata nel 1964, è davvero qualcosa di straordinario per diversi motivi.

Nel programma della partita si dice che in settembre dovrebbero iniziare i lavori, dopo che lo Scottish Borders Council ha approvato £1.45 milioni da destinare alla ristrutturazione del grandstand.

C’è anche un altro stand a Netherdale, il “Wood&Kerr Enclosure” ma non attrae lo stesso interesse del main stand…

Nonostante il main stand sia, come detto, il grande protagonista, non è l’unico stand della 3G Arena. L’enclosure che sorge di fronte alla struttura brutalista (con una capienza di 100 persone) è stata acquistata dai rivali di Selkirk e ha permesso al club di poter giocare gare interne a Netherdale nonostante il main stand sia inutilizzabile, perché tra le regole per ottenere e mantenere una licenza della SFA c’è anche quella di avere uno stand che garantisca ad almeno 100 spettatori di stare al coperto e seduti.

Particolarità dell’enclosure (nota come Wood&Kerr Enclosure per ragioni di sponsorizzazione): i seggiolini originali, blu, sono da poco stati sostituiti con seggiolini rossi (uno dei colori del club) e arrivano da York, dopo che il club locale (che milita nella sesta serie della piramide calcistica inglese) ha cambiato casa, lasciando il vecchio Bootham Crescent.

Oggi ho visto anche giocare, per la prima volta, i Gala Fairydean Rovers, squadra di calcio locale che è stata fondata nel 2013 ma che ha una storia lunga alle sue spalle. Il Gala Fairydean Rovers è stato infatti fondato nel 1894, ma nel 1907 il club è stato separato in due squadre: il Gala Fairydean e i Gala Rovers, che all’inizio erano la squadra delle riserve del Fairydean.

Entrambi i club hanno sospeso la loro attività durante la prima guerra mondiale ma mentre il Fairydean è tornato in campo nel 1919, per vedere i Rovers in attività si è dovuto attendere fino al 1947 e allora come club autonomo. Come detto, nel 2013 è stata decisa la fusione tra le due realtà e la “nuova” squadra è stata ammessa in Scottish Lowland Football League (dove milita tutt’ora) nello stesso anno.

Una fase di gioco del match tra Gala Fairydean Rovers e Caledonian Braves

I rossoneri hanno oggi ospitato i Caledonian Braves, una squadra adesso situata in North Lanarkshire (poco fuori Motherwell) ma fondata nel 2011 col nome di Edusport Academy da Chris Ewing con l’obiettivo di aiutare atleti la cui prima lingua non fosse l’inglese a trovare posto in una squadra britannica.

Dal 2019 la squadra ha preso il nome attuale, Caledonian Braves, e devo ammettere che la divisa di gioco (bianca, con banda grigio-blu-celeste, pantaloncini blu e calzettoni celesti) è davvero molto bella.

La gara di oggi, tra due squadre a metà classifica di Lowland League, è stata molto interessante. I padroni di casa si sono imposti 5-1 ma hanno approfittato dell’inferiorità numerica degli avversari per oltre 45 minuti. Punteggio troppo severo, ma risultato comunque giusto per quanto visto in campo.

Il match programme della gara di oggi