Posted in 500 miles, Scotch Pie e dintorni, Scottish Championship

La rivalità più “local” del calcio scozzese (part 1)

La RRS Discovery, con alle spalle il Discovery Point, vista dal V&A

Nel gruppo di appassionati groundhoppers che frequento ogni tanto sui social media, i due stadi di cui parlerò oggi (e domani) sono tra quelli più popolari.

Oltre alle varie particolarità delle strutture, la vera ragione della loro popolarità sta nel fatto di essere separati da 0.2 miglia, poco più di 320 metri. Praticamente due universi paralleli cosi vicini da sfiorarsi, ma cosi lontani da riuscire, anche se con un po’ di impegno, ad ignorarsi.

Sto parlando dei due stadi della città di Dundee: Tannadice Park e Dens Park.

Uno scorcio del Firth of Tay visto dal V&A

Dundee è una città di poco meno di 150mila abitanti che sorge sull’estuario del fiume Tay e sulla costa del fiordo omonimo, ad un niente dal Mare del Nord. La sua posizione geografica ha reso Dundee il porto perfetto e negli anni si è sviluppato come centro del commercio della iuta, una pianta che cresce principalmente in Asia e che viene utilizzata come materia prima nella produzione di svariati manufatti.

Dundee, conosciuta un tempo come la città di “jute, jam and journalism” (jam per la produzione di marmellata, journalism per essere sede di numerose pubblicazioni tra cui i fumetti Oor Wullie e The Dandy) ha vissuto piuttosto male il periodo post-industriale ma negli ultimi anni ha trovato la forza per rinascere.

La statua dedicata ad Oor Wullie all’esterno del The McManus

Il processo di riqualificazione del waterfront è stato ulteriormente acelerato con l’apertura del primo V&A Museum al di fuori di Londra (un vero e proprio gioiello, che davvero merita una visita) e in generale, nonostante ovviamente come ovunque restino zone un po’ difficili, la città, nelle due occasioni in cui l’ho visitata, mi ha davvero lasciato tanti bei ricordi.

Un altro posto che val la pena visitare è il museo della città, dove tra le tante cose esposte si trova anche una stanza con teche dedicate alle due squadre di calcio. Il Dundee United, penultimo club a vincere il titolo di Campione di Scozia al di fuori di Glasgow nel 1982/83 (ultimo è stato l’Aberdeen nel 1984/85, club con cui divideva il nomignolo New Firm) è stato fondato nel 1909 come Dundee Hibernian, vestiva di bianco-verde e solo nel 1969 ha adottato l’arancione come colore della divisa.

Una delle teche riservate alle due squadre cittadine all’interno del The McManus, il museo di Dundee

Il cambio di colori e di nome, effettuato con l’intento di rappresentare una più larga parte della popolazione, ha dato origine anche al soprannome (Tangerines) con cui il club è conosciuto (altri soprannomi sono Terrors e Arabs).

Il Dundee United è stato anche il primo club di Rudi Skacel dopo l’addio agli Hearts, nella stagione 2012/13. Rudi aveva scelto di vestire il numero 51, poco velato richiamo al risultato con cui i Jambos avevano umiliato gli Hibs nella finale di Scottish Cup qualche mese prima. Il ritorno di Rudi al Tynecastle è stato, ovviamente, trionfale e al minuto 51 di quella gara tutto il pubblico (me compreso) si alzò in piedi per omaggiare una delle leggende del club.

Il giorno che Rudi fece il suo ritorno al Tynie con la maglia numero 51 del Dundee United, 23.12.2012

La scelta del numero aveva creato qualche problema al Dundee United durante la visita ad Easter Rd, con Rudi che aveva avuto modo di scambiare opinioni col pubblico e il presidente dei Terrors che aveva addirittura dovuto ammettere che non avevano idea Skacel avesse scelto di vestire la maglia numero 51 per “quel motivo”.

Sono stato una sola volta al Tannadice Park, nella prima gara della stagione 2019/20 quando il Dundee United (guidato, allora, da Robbie Neilson) aveva costruito una squadra per abbandonare, finalmente, il Championship dopo una permanenza nella “serie cadetta” che durava dalla retrocessione al termine della stagione 2015/16.

Uno scorcio del Tannadice Park visto da Tannadice St

Punta di diamante della squadra, Lawrence Shankland, che l’anno precedente, con l’Ayr United, si era messo in mostra ed aveva attratto attenzione di numerosi club di Premiership (e che avrebbe chiuso quell’annata con 24 goal all’attivo).

Avversario di giornata era l’Inverness Caledonian Thistle FC, unica vera rivale dei Terrors per la promozione diretta in Premiership.

Saluti da Dundee – 03.08.2019

Era la mia seconda volta a Dundee (della prima parlerò prossimamente). Come spesso capita, anche in quella occasione ho affrontato la “trasferta” con un viaggio in treno da Waverley in circa un’ora e mezza (consiglio, se possibile, di prenotare con anticipo per risparmiare sul costo del biglietto). La stazione di Dundee è situata sul mare, davvero a due passi dal V&A e da occasione di cominciare la visita alla città nel migliore dei modi.

Il percorso pedonale che porta dal waterfront al Tannadice prevede una strada in salita, piuttosto ripida, perché entrambi gli stadi sono situati nel quartiere Hilltown, che dal nome è facile capire sia costruito su un pendio.

Gli orti che sorgono all’esterno del Tannadice Park

La zona attorno al Tannadice è piuttosto residenziale ma, oltre alla visita allo store, si possono notare gli orti che sorgono nell’angolo alle spalle del Eddie Thompson Stand e del George Fox Stand (dove ho visto quella partita, nella parte bassa).

Tannadice Park ha preso nome e attuale proprietario dal 1909, anno di fondazione del Dundee Hibernian, ma era stato aperto nel 1882 col nome di Clepington Park, ospitando gare casalinghe di diversi club locali.

L’ingresso in campo delle squadre

Nel corso degli anni ha subito diverse trasformazioni, ultima delle quali nel 1997. La capienza è attualmente di poco più di 14,200 spettatori, tutti seduti. Gli stand sono tutti diversi e solo il Carling Stand (The Shed) era chiuso – credo venga aperto solo quando il seguito ospite sia davvero imponente.

Il colpo d’occhio, sia da fuori ma soprattutto da dentro, è davvero interessante e rende il Tannadice Park uno degli stadi più belli di Scozia. Il 2019 segnava il 50esimo anniversario della svolta “arancione” del club e sul programma della partita compare il logo creato per festeggiare l’evento – che richiama i simboli delle strade americane, forse per ricordare anche l’origine della maglia arancione: nel 1967, lo United era stato invitato a giocare nel torneo organizzato dalla United Soccer Association (torneo precursore dell’odierna MLS) col nome di Dallas Tornado, con outfit arancionero, adottando questi colori definitivamente nel 1969.

Scatti dal Tannadice Park

Il giocatore scelto sulla copertina del secondo match programme stagionale, nella prima gara del Championship, era proprio Lawrence Shankland. Quel giorno, l’attaccante nato a Glasgow aveva ripagato la fiducia marcando tutti i quattro goal con cui i Terrors avevano battuto il Caley Jags (4-1 risultato finale), mettendo una serissima ipoteca sulla vittoria del torneo già all’esordio.

Il match programme della gara tra Dundee United e Inverness CT