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Scozia qualificata ai playoffs per la Coppa del Mondo 2023 che si giocano ad inizio ottobre

La Scozia femminile ottiene il secondo posto nel gruppo B e la qualificazione automatica ai playoffs per la prossima Coppa del Mondo in Oz e NZ grazie alla vittoria raccolta a Rzeszów contro l’Ucraina venerdì scorso e al successo delle gialloblu nella loro gara contro l’Ungheria (2-0) giocatasi ieri sera.

La Scozia chiuderà il proprio torneo di qualificazione in trasferta contro le Faroer ma, nonostante abbia già ottenuto il pass per i playoffs, il cervellotico processo della post-season non consente alla Scozia di fare un viaggio di piacere in pieno Mare del Nord.

Le nove squadre che hanno chiuso al secondo posto il proprio girone europeo di qualificazione, infatti, vengono messe in una classifica generale che determina chi passa direttamente alla fase finale del playoffs (3 squadre) e chi, invece (le altre sei), deve giocare la semifinale. Partite in programma tra 3 e 11 ottobre, in gara unica.

La Scozia festeggia la vittoria sull’Ucraina grazie ai goal di Weir, Cuthbert e alla doppietta di Martha Thomas

I playoffs europei mettono in palio due posti diretti per la prossima Coppa del Mondo e questi sono assegnati alle due migliori squadre vincenti nelle tre finali. La terza squadra andrà invece al torneo di qualificazione, chiamato Inter-confederation playoff, che mette in palio a sua volta 3 posti per il mondiale.

Il torneo verrà giocato nella prossima primavera in Oz e NZ come warm-up in vista dei Mondiali e vedrà una nazionale europea sfidare due asiatiche, due africane, due nord-centro americane, due sudamericane e una oceanica. Quattro squadre verranno inserite nei tre gruppi in base al ranking FIFA, le altre tramite sorteggio (nazioni parte della stessa federazione non potranno essere sorteggiate insieme).

Insomma, una vittoria con buono scarto contro le Faroer manderebbe la Scozia a 16 punti nel gruppo B (gruppo dominato dalla Spagna) ma potrebbe non bastare per garantire alle Dark Blues uno dei primi tre posti nella classifica delle seconde.

Se la Scozia chiudesse fuori dalle prime tre posizioni, il percorso per la prossima coppa del mondo potrebbe davvero passare per il torneo intercontinentale del prossimo marzo.

Ma, come si dice, un passo alla volta ed è davvero importante festeggiare il risultato ottenuto finora perché la Scozia, che ha cambiato guida tecnica all’inizio del percorso di qualificazione e che veniva dalla delusione della mancata qualificazione per l’Europeo inglese, si è messa nelle migliori condizioni possibili per continuare la rincorsa verso la seconda coppa del mondo consecutiva.

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La nuova stagione inizia con una vittoria convincente sull’Armenia in Nations League

Un momento della gara, sotto il primo acquazzone

Sono cresciuto con la convinzione che il 1 luglio fosse tanto importante quanto il 1 gennaio perché segnava l’inizio di una nuovo stagione calcistica – che doveva canonicamente finire il 30 giugno con la scadenza dei contratti dei giocatori.

In tempi di ‘calcio moderno 2.0’, però, stiamo vivendo uno stravolgimento di quasi tutte le tradizioni con cui sono cresciuto quindi due giorni fa, mercoledì 8 giugno, ho celebrato con la sfida tra Scozia e Armenia di Nations League (prima sfida di sempre tra le due nazionali, prima gara di questa nuova competizione voluta dalla UEFA per eliminare ‘inutili’ amichevoli e rendere più interessanti e competitive anche le finestre internazionali non dedicate a tornei di qualificazione) l’inizio della nuova stagione.

Quella vecchia, per la Scozia, si era chiusa una settimana prima con la sconfitta contro l’Ucraina nella semifinale del playoff qualificazione per la prossima Coppa del Mondo e il match contro l’Armenia, che sabato aveva battuto (1-0) a Yerevan la Rep. d’Irlanda, dava subito a Steve Clarke e ai suoi ragazzi occasione di riscatto.

Ingresso in campo delle squadre, con la bandiera della Nations League che sventola al centro del campo

La Nations League ha un’importanza strategica per tutte le nazionali partecipanti ma per la Scozia, contando i lunghi anni di delusione in tempi recenti, è potenzialmente uno di quei tornei che possono dare la svolta di una gestione tecnica: non solo, infatti, offre la possibilità di promozione a livelli più alti (la Scozia, al momento, è nella fascia B dopo aver ottenuto la promozione dalla fascia C in cui era stata inserita nella prima edizione) consentendo quindi di poter sfidare nazionali più forti, ma ha un impatto anche sul ranking UEFA che, a sua volta, influenza i sorteggi per i tornei di qualificazione ad Europei e Mondiali – garantendo anche un posto alla fase finale dei suddetti tornei in caso di arrivo in uno dei primi due posti del girone di qualificazione.

Insomma, la Nations League – per quanto ‘ingombrante’ possa essere, inserita in un calendario internazionale ormai davvero saturo – conta davvero tanto e se aggiungiamo, come detto, la voglia di rivalsa dopo la brutta sconfitta di settimana scorsa, la Scozia si giocava molto nel match contro l’Armenia.

Il mio bus verso lo stadio

Giornata piuttosto complicata nel pre-partita, con treni ancora cancellati a causa del contenzioso tra lavoratori e ScotRail per l’aumento di salario (con la compagnia che chiedeva sui propri canali social ai tifosi di lasciare lo stadio a gara in corso perché l’ultimo treno da Mount Florida partiva prima della fine del match, una follia anche solo pensare una cosa simile immaginate di scriverlo su un canale social…), la stazione dei bus di Edimburgo chiusa per qualche ora per cause a me ignote e conseguente cancellazione dei bus verso Glasgow, tra gli altri, e personalmente ancora più difficile da gestire per il turno in ufficio fino alle 2.25pm.

Sono comunque riuscito ad arrivare ad Hampden con poco più di un’ora di anticipo sul kick off, usando uno dei bus (X31) diretti dal centro verso lo stadio (£5 a/r) prendere il programma ed entrare senza problemi. Le difficoltà logistiche elencate più sopra, oltre alla sconfitta di mercoledì scorso che aveva deluso l’ambiente, mi avevano fatto pensare ad uno stadio desolatamente vuoto ma alla fine saremo più di 38mila presenti, segno che nonostante l’ennesimo fallimento in termini di qualificazione per la Coppa del Mondo, Steve Clarke e questa squadra hanno davvero creato un legame con i propri tifosi.

Il match programme della gara

In campo è gara vera, fin dal primo minuto, con l’Armenia che tiene fede alle promesse fatte nel pre-partita di venire a Glasgow a giocarsela e la Scozia che è subito padrona del campo. La gara comincia col sole, poi due violenti acquazzoni si abbattono su Glasgow rendendo il terreno, in pochissimi minuti, pesante e scivoloso.

Gli armeni, da marzo senza la propria ‘guida spirituale’, Henrikh Mkhitaryan, ritiratosi dal calcio internazionale, sono una squadra solida che fa della forza fisica il proprio punto di forza, mentre la Scozia, che mercoledì sera ha cambiato più di qualche elemento rispetto all’ultima uscita contro l’Ucraina, riesce a gestire bene la palla a metà campo. Manca ancora sempre qualcosa in attacco, ma nel primo tempo arrivano comunque due goal che permettono a Clarke di dare spazio a più elementi della rosa.

Il tabellone luminoso che segnala l’ingresso di Ross Stewart, al debutto con la Scozia

Tra questi, uno dei miei preferiti: Ross Stewart, The Loch Ness Drogba, l’attaccante che coi suoi goal ha contribuito da protagonista al ritorno del Sunderland in Championship, ha debuttato nei minuti finali rendendo la mia serata davvero speciale: dopo aver assistito al debutto di Aaron Hickey contro la Polonia, ho avuto l’onore di vedere il primo cap di Stewart.

Per la Scozia ci sono ancora due impegni ravvicinati, prima di poter dichiarare chiusa la prima parte di torneo: sabato nel tardo pomeriggio sfida alla Rep. d’Irlanda all’Aviva Stadium di Dublino, prima di volare a Yerevan per la rivincita con l’Armenia di martedì.

Credit: @ScotlandNT
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Ucraina vince e va alla finale dei playoff per la Coppa del Mondo. Per la Scozia maschile continua un’attesa lunga 24 anni (and counting…)

Pace. Tutto il resto è davvero secondario

Diciamolo subito, in apertura. L’Ucraina ha strameritato di vincere ieri sera, è stata la squadra migliore in campo per almeno settanta minuti e i demeriti della Scozia, evidenti, non valgono come ‘attenuante’ per il grande lavoro fatto da tutti, staff tecnico e giocatori ucraini, in una situazione che definire difficile suonerebbe davvero eufemistico.

Ci si aspettava qualcosa in più dalla Scozia, sicuramente, anche e soprattutto perché veniva da sette risultati utili consecutivi e contro squadre quotate come Danimarca e Polonia aveva dimostrato di potersela giocare alla pari. Quello che è mancato, ieri sera, e che invece ha davvero fatto la differenza in gare come quelle contro Israele e Danimarca, è stato il ‘furore agonistico’ in campo e la grinta, quello ormai conosciuto come l’Hampden Roar, sugli spalti.

Ingresso in campo delle squadre

Certo, come noto la situazione tragica in cui versa l’Ucraina, invasa dalla Russia in febbraio e ancora in guerra per difendere il proprio territorio, rende davvero difficile vedere come ‘avversari’ i giocatori in gialloblu (ieri sera in completa divisa gialla). Aver giocato una partita così importante alla fine di una stagione lunghissima per molti elementi della rosa di Steve Clarke (come capitan Andy Robertson, che sabato scorso era in campo allo Stade de France nella finale di Champions League) e aver avuto troppo tempo per pensarci, a questa partita che era in programma in marzo, ha a mio modestissimo parere contribuito a creare un clima di attesa che lo staff tecnico scozzese e i giocatori non sono riusciti a gestire al meglio.

La coreografia del North Stand

La serata era partita nel migliore dei modi, viaggio tranquillo in pullman verso Glasgow, solita tappa al Waxy O’Connor per una pinta di Chieftain IPA e un pacchetto di Tayto, due passi in centro e, for a change, niente treno per Mount Florida ma stavolta bus X31 da Union Street.

ScotRail, infatti, aveva annunciato disagi a causa di un contenzioso in corso per l’aumento degli stipendi che ha portato alla cancellazione di quasi 700 treni al giorno, un fatto che, in concomitanza con la partita più importante degli ultimi vent’anni della Scozia maschile di calcio, ha creato un po’ di confusione.

Immagini dal pre-partita

Entro allo stadio che manca poco meno di un’ora al kick off e lo stadio si riempie lentamente, come consuetudine, con parecchi spettatori che arriveranno al loro posto a gara ampiamente in corso perdendosi tutto il rituale dell’ingresso in campo delle squadre (con bella coreografia del North Stand, con bandierine blu e bianche a formare un enorme Saltire), degli inni nazionali (coi giocatori ucraini che, ognuno con la propria bandiera sulle spalle, hanno formato un’unica grande bandiera nazionale durante il loro inno) e del calcio d’inizio.

Che decreta anche, in qualche modo, la fine dell’idillio per almeno settanta minuti di tutti i tifosi scozzesi. Robertson e compagni sono incapaci di generare gioco, sembrano nervosi e ansiosi, mentre l’Ucraina sa cosa vuole, e sa come ottenerlo.

Un momento della gara

Craig Gordon, forse colpevole sul primo goal, aveva fino a quel momento salvato la Scozia in almeno tre occasioni e l’essere andati a riposo sotto solo 0-1 sembrava quasi una benedizione. Il goal di Yaremchuk, lasciato solo in area e libero di colpire di testa prima di andare a ricevere l’abbraccio di tutto il settore ospiti, arriva però in avvio di ripresa e chiude di fatto i giochi.

La Scozia ci prova, Hampden si sveglia, ma l’Ucraina (guidata da uno Zinchenko in stato di grazia) non molla un centimetro anche quando le energie si esauriscono, quando McGinn da due passi spedisce a lato una palla che chiedeva solo di essere accompagnata in rete, e anche dopo il goal di McGregor del momentaneo 1-2, che aveva ridato un po’ di fiato alla Scozia ma che non aveva illuso nessuno.

A fine gara, emozioni contrastanti in campo e sugli spalti

L’Ucraina, a tempo scaduto, chiude i conti in contropiede fissando il risultato finale sull’1-3 e condannando la Scozia maschile ad altri quattro anni di attesa – un’attesa che dura ormai dal 1998 – prima di poter provare nuovamente a qualificarsi per la fase finale di un Mondiale.

Il match programme della gara di ieri

I tifosi scozzesi tributano comunque applausi sia alla propria squadra, sia all’Ucraina e all’uscita da Hampden vengo sorpreso da qualcosa di davvero bello: i tifosi ucraini, usciti dal loro settore, si fermano in cima alla scalinata per applaudire noi, tifosi scozzesi, che stavamo uscendo per andare verso il bus, treno o per incamminarci a piedi verso il centro di Glasgow. Abbiamo ricambiato l’applauso, so che sembra un po’ “libro Cuore” ma un momento che resterà per sempre con me e che decisamente va oltre novanta minuti di calcio.

Bellissima scena a fine gara

Domenica prossima, quindi, sarà l’Ucraina a volare a Cardiff per sfidare il Galles nella finale per l’ultimo posto europeo al Mondiale. Per la Scozia, invece, mercoledì inizia la Nations League (contro l’Armenia, in casa). Ci saremo, vada come vada questo gruppo merita di essere sostenuto perché il potenziale è davvero tanto e non è la sconfitta in una partita, per quanto fondamentale, a farmi cambiare idea.