Ieri sera, venerdi 10 maggio, ho seguito le Hearts Women nella penultima trasferta stagionale (e ultimo Edinburgh Derby dell’annata) per la sfida contro le Hibs Women al Meadowbank Stadium.
Prima volta, per me, nell’impianto in EH7, che è la nuova versione dello stadio (che portava lo stesso nome) che conoscevo, costruito per i Commonwealth Games del 1970 (ma è stato anche usato per i giochi del 1986) e mai sistemato da allora. Il comune di Edimburgo, proprietario dell’impianto, aveva deciso di chiuderlo nel 2017 e un paio di anni dopo sono iniziati i lavori di abbattimento e ricostruzione, terminati solo lo scorso anno.
Le Hibernian Women dividono il complesso sportivo con l’Edinburgh City, uno stadio multifunzione le cui tribune hanno adesso un decimo della capienza della versione originale (500, contro le 5000 precedenti). Ero molto curioso di vedere finalmente una gara dal vivo nel nuovo stadio, contando che avevo letto e sentito numerosissime testimonianze (quasi tutte negative) della visuale che si ha dal nuovo stand.
Arrivo a Meadowbank, a piedi, che manca poco più di un’ora al calcio d’inizio, dopo un bel pomeriggio passato ad Holyrood Park sfruttando la temperatura incredibilmente calda per periodo e latitudine. I tornelli aprono alle 6.30pm (kick off della gara fissato per le 7.30pm) e sono tra i primi a mettere piede nella struttura (che avrebbe registrato, poco dopo, il sold-out), prendendo posto nell’ultima tribuna posta nel lato opposto al cancello d’ingresso – che, immagino, sia abitualmente usata come settore ospiti per le partite casalinghe dell’Edinburgh City, club da poco retrocesso in League 2 maschile.
La visuale del campo non è cosi male come mi aspettavo, anche e soprattutto considerando che il centro sportivo presenta una pista di atletica nuova di zecca che, ai fini calcistici, è davvero un gran punto negativo. Le Hearts entrano poco dopo in campo per il riscaldamento, con un sole ancora a picco e temperatura sopra i 20C, fattore che decisamente influenza il primo tempo della sfida.
Le due squadre, infatti, soffrono particolarmente il caldo (oltre alla naturale tensione) e nella prima frazione non riescono praticamente mai ad impensierire le portiere. Dopo che le Jambos, settimana scorsa, aveva matematicamente conquistato il quarto posto in classifica, la sfida di ieri sera aveva in palio tre punti inutili per la classificazione finale ma molti punti in termini di orgoglio. Le Hearts, infatti, avevano finora perso due dei tre derby disputati mentre alle Hibs serviva un risultato positivo per chiudere un’altra annata deludente nel modo meno peggiore possibile.
Nella ripresa, ahimè, è proprio la necessità delle padrone di casa di salvare la loro stagione con l’orgoglio locale ad avere la meglio. Le Hibs si impongono 2-0 grazie ad un goal rocambolesco (Parker-Smith è superba su Baucom lanciata a rete, ma Handley sulla riga calcia la palla proprio addosso all’attaccante statunitense, mentre Tweedie al 90′ trova da fuori area una parabola impossibile da fermare per la portiere in maroon) e festeggiano il loro momento di gloria, mentre le Hearts cercheranno di chiudere la stagione al meglio nelle prossime due sfide (Celtic in casa mercoledì, Glasgow City in trasferta domenica) prima di pensare alla finale di Women’s Scottish Cup in programma domenica 26 maggio.
Certo, la stagione come detto nel post precedente non può che definirsi soddisfacente, per le Hearts, ma perdere tre derby su quattro è un record piuttosto deludente, che il prossimo anno dovrà essere migliorato.