Posted in 500 miles, Scozia

Watching Scotland on a Tuesday night… Oh what a feeling, oh what a night!

La muraglia di East e North Stand nella gara contro Cipro di sabato, in cui la Scozia ha indossato la nuova maglia celebrativa dei 150 anni della SFA

Come fai a descrivere a parole le emozioni provate martedì 28 marzo ad Hampden Park, quando la Scozia maschile ha annichilito la poderosa Spagna conquistando un successo netto (2-0), meritato, frutto di una prestazione intelligente, al termine di una gara in cui tutti i giocatori chiamati in causa da coach Steve Clarke hanno dato tutto quello che avevano.

In una serata in cui la Scozia conquista la seconda vittoria consecutiva, bissando il successo ottenuto su Cipro sabato 25 marzo sempre ad Hampden Park, issandosi in vetta al suo gruppo di qualificazione per l’Europeo in Germania del 2024.

Sono tornate le bandiere a bordo campo

In una serata in cui, per una volta, nonostante le troppe persone che vagano su e giù per le scale durante la gara, nonostante devi stare seduto per larghi tratti, nonostante qui tu non ci sia nato ma ti sei ormai lasciato, piacevolmente, adottare, mi sono sentito di nuovo a casa in uno stadio, mi sono sentito libero di essere me stesso, libero di urlare e cantare e saltare e mostrare la mia gioia in modo “sud europeo”, come chi è nato a certe latitudini sa fare, senza dovermi trattenere.

La Scozia maschile ha confermato che sotto la guida di Clarke i progressi ci sono stati, ci sono e ci saranno e che quella maledetta serata di giugno contro l’Ucraina, quella sconfitta che ci è costata la possibilità di giocarci col Galles un posto al mondiale autunnale è stata davvero un incidente di percorso che, seppur doloroso, non ha impedito alla macchina scozzese di continuare sulla propria strada.

L’immediato pre-partita di Scozia v Spagna

Erano cosi arrivate le vittorie, pesanti, in Nations League che hanno permesso di conquistare la promozione nella gruppo A, il più alto. E prima era arrivata la prima partecipazione ad un major tournament in oltre vent’anni, e soprattutto è tornato l’amore tra la Tartan Army e la squadra.

L’atmosfera di martedì era clamorosa, ma anche sabato contro Cipro eravamo in oltre 48mila allo stadio, un numero davvero notevole considerando che quando, nel 2019, Clarke era stato scelto come head coach, la Scozia maschile non aveva gioco, identità, spirito di squadra.

Io ho personalmente affrontato le due gare in maniera molto simile, ovvero viaggio in bus verso Glasgow, quattro passi in centro, qualcosa da mangiare e poi bus speciale verso Hampden Park. Martedì mi sono però concesso, così come era accaduto nel pre-partita del match contro la Danimarca, una pausa a Doppio Malto (big games call for big pre-game routines, don’t they?) che potrebbe, considerando i risultati ottenuti (due successi per 2-0), diventare tappa fissa in occasione di partite speciali – del resto, perché non essere un po’ scaramantici?

Ingresso in campo di Scozia e Spagna

La vittoria contro Cipro di sabato era attesa, con tutto il rispetto per gli avversari, perché come detto la Scozia è riuscita ultimamente a diventare una squadra anche piuttosto continua in termini di prestazione e risultato e ci si attendeva che, contro una nazionale lontana nel ranking FIFA, arrivassero i tre punti. Va però ricordato che era dal 2006 che la Scozia non apriva con una vittoria una campagna di qualificazione ad un major tournament, quindi di scontato, da queste parti, c’è davvero poco.

Martedì sera la Spagna si è presentata con otto cambi rispetto alla formazione che ha battuto, a fatica, la Norvegia a Malaga e ha pagato pegno perché, come hanno ammesso anche i quotidiani nazionali – che non hanno risparmiato, ahimè, retorica sulla Scozia stile “Braveheart” che gioca un calcio “del secolo scorso e di cui è orgogliosa” – non ha saputo mettere in campo né gioco, né cuore.

Il pubblico di Hampden a fine gara

Due goal di McTominay, messi a segno all’inizio di ogni tempo, hanno regalato alla Scozia tre punti potenzialmente fondamentali sulla strada per Germania 2024.

Si torna in campo in giugno con altre due partite importantissime, la trasferta di Oslo dirà di più sulla maturazione mentale di questa squadra e la gara casalinga contro la Georgia, squadra che non va assolutamente sottovalutata, ci potrà dire se Hampden Park è davvero pronto per essere la fortezza di cui la Scozia ha bisogno per garantirsi punti vitali in ogni gara.

Al momento, però, ci godiamo queste due vittorie. Watching Scotland on a Tuesday night (ma anche on a Saturday afternoon). Oh what a feeling, oh what a night!

I match programme delle gare, primi due di cinque commemorativi in occasione dei 150 anni della SFA
Posted in 500 miles, Hearts, SWPL1

Il primo post-split di SWPL1 delle Hearts Women inizia con una vittoria al The Peasy contro le Jags

Un momento della sfida del Petershill Park tra Jags e Jambos. 103 spettatori sugli spalti hanno visto le Hearts vincere 0-1

La prima gara della nuova era della SWPL1, ovvero quella che prevede, come avviene per la maschile, la divisione delle squadre in due tornei paralleli (split) con una top-six che lotta per il titolo e una bottom-six che lotta per evitare retrocessione e penultimo posto (che si porta in dote lo spareggio promozione/retrocessione con la seconda classificata di SWPL2) al termine della stagione regolare, regala alle Hearts Women tre punti potenzialmente fondamentali per centrare il loro obiettivo stagionale.

Il successo raccolto domenica 26 marzo al Petershill Park di Glasgow contro le Partick Thistle, infatti, consente alle Jambos di allungare ad undici punti il distacco sulle Hibs, quinte, che nel tardo pomeriggio di sabato erano uscite sconfitte (0-2) a Meadowbank contro la capolista Glasgow City.

Le Hearts ottengono bottino pieno per la quarta volta in stagione contro le Jags (tre vittorie in campionato, una in Scottish Cup) ma come in tutte le altre occasioni devono faticare moltissimo per conquistare la vittoria. Dopo un primo tempo piuttosto incolore, in cui le squadre si sfidano soprattutto a metà campo, è un goal di testa di Jenny Smith al terzo minuto della ripresa a decidere le sorti del match.

Quando sono partito da Edimburgo mi aspettavo un po’ tutto, tranne che sole a picco di fronte a me quindi la cuffia è stata trasformata in una specie di visiera per fare di necessità virtù

Forsyth colpisce l’incrocio dei pali poco dopo, prima che le Jags abbiano una clamorosa occasione nei minuti finali quando il pallone, su un calcio di punizione da fuori area, colpisce l’interno del palo, evita la schiena di Parker-Smith e finisce sul fondo – con i 29 tifosi delle Hearts, tra cui il sottoscritto, a tirare un sospiro di sollievo.

Finisce 0-1, domenica prossima le Hearts ospitano la capolista Glasgow City ad Oriam che ieri, senza giocare, ha visto il proprio vantaggio sulle inseguitrici allungarsi di due punti dopo il pareggio (1-1) tra Rangers e Celtic nel derby giocatosi a Cumbernauld, prima partita di SWPL1 trasmessa in diretta tv su SkySports.

Posted in 500 miles, Barclays Women's Super League

La quinta gara (di WSL) non si scorda mai

La vista dal mio seggiolino

Poco più di un mese fa (era il 12 febbraio) sono riuscito a mettere una clamorosa ‘tacca verde’ di fianco ad uno degli stadi che da, qualche anno, popolava la mia personale bucket list.

E quale occasione, in questa stagione, di visitare il Tottenham Hotspur Stadium se non per vedere la mia quinta gara di Barclays Women’s Super League? Avevo il biglietto dallo scorso agosto ma il match, in programma l’11 settembre, era stato rinviato a causa del funerale della regina.

Questa gara, poi, era stata fissata prima per sabato 11 febbraio e, dopo che avevo prenotato voli e albergo, spostata a domenica 12 a mezzogiorno – perché SkySports aveva deciso di trasmetterla in diretta.

Insomma, la sfida tra Tottenham Hotspur Women e Manchester United Women si è finalmente giocata e, avendo fortunatamente prenotato il volo di ritorno per domenica tardissimo pomeriggio, ho potuto realizzare uno dei miei obiettivi stagionali.

Il Tottenham Hotspur Stadium è un vero e proprio gioiello che sorge ad una manciata di metri dal vecchio White Hart Lane, casa degli Spurs per più di un secolo. Il lavoro fatto dal club, per una volta, va davvero elogiato perché sono riusciti, un po’ come fatto dagli arci-rivali dell’Arsenal, a costruire uno stadio più grande ma rimanendo nel proprio quartiere, rimanendo radicati alle origini e non facendo un’operazione fallimentare come quella del West Ham United che, abbandonato il Boleyn Ground, si è spostato al London Stadium.

Arrivo allo stadio con un paio d’ore d’anticipo perché non ero mai stato in zona e perché voglio avere tutto il tempo per godermi l’atmosfera ed esplorare lo stadio anche da fuori. Ci sono diversi modi per raggiungere lo stadio, io ho scelto di andare con la Tube a Sevens Sisters, poi prendere uno dei bus dalla fermata che si trova appena fuori dalle scale dell’Underground e sono sceso un paio di fermate prima – anche perché, per ordine pubblico, la strada principale che passa a fianco del Main Stand era già chiusa. Lo stadio è imponente e devo ammettere che sia il più moderno e attrezzato che abbia mai visto. Anche dal punto di vista dell’offerta gastronomica, nulla da eccepire. Mi resta comunque il dubbio che, al netto della novità, riuscirei a godermi davvero una stagione intera della mia squadra in un posto che mi offre un’esperienza davvero più vicina allo spettacolo teatrale che ad una gara di calcio, almeno come la intendo io.

Il match in programma, come detto, vedeva le Spurs Women, a caccia disperata di punti per allontanarsi dalla zona-retrocessione in cui sono finite grazie alla serie di risultati negativi inanellati da fine ottobre, sfidare le ManUtd Women, a loro volta invece impegnate nella lotta per il titolo con Chelsea, Arsenal e le rivali cittadine del ManCity.

Il pre-partita è scorso via tranquillissimo e quando ho preso posto, non potevo credere che, senza conoscere lo stadio minimamente, con poco meno di £10 mi ero garantito uno dei posti migliori: esattamente dietro la porta, ma sufficientemente rialzato per poter godere di una perfetta visuale di tutto il campo. Io sono cresciuto così, il calcio mi piace vederlo da dietro la porta!

Le Spurs si presentano al match con nuovi acquisti nel mercato di gennaio. Bethany England, una giocatrice che a me piace moltissimo, ha lasciato il Chelsea dove non trovava più posto regolarmente ed è arrivata in N17 per dare alle Spurs quel peso offensivo di cui avevano terribilmente bisogno, mentre Mana Iwabuchi è arrivata in prestito dall’Arsenal con le stesse motivazioni – ma il passaggio in prestito tra le due grandi rivali non ha lasciato indifferenti le tifoserie.

Il ManUtd aveva invece rifiutato un’offerta clamorosa dell’Arsenal per Alessia Russo e l’attaccante delle Lionesses viene schierata titolare da coach Mark Skinner, assieme alla migliore amica Ella Toone all’ala. Partiva dalla panchina Martha Thomas, unica giocatrice scozzese coinvolta nel match e che avrebbe avuto modo di giocare solo uno scampolo di gara.

Era la terza volta stagionale che avevo la fortuna di vedere dal vivo il Man United, decisamente la squadra favorita di giornata, e in tutte le occasioni le ho viste in un “big stadium”: prima all’Emirates Stadium, poi ad Old Trafford tra novembre e dicembre scorso.

Huddle del ManUtd Women al termine della gara sotto il settore occupato dai propri tifosi

Sarebbe arrivata anche la terza vittoria in tre occasioni, ma nonostante il pronostico favorevole le Red Devils hanno dovuto faticare per portarsi a casa i tre punti. Al vantaggio di Leah Galton, infatti, aveva risposto Beth England con uno dei goal della stagione che aveva infiammato gli oltre ventimila spettatori presenti. A confermare lo stato di forma, soprattutto mentale, tutt’altro che positivo delle Spurs, però, è uno sfortunato autogol arrivato nemmeno un minuto dopo il goal del pareggio.

La gara resta viva fino alla fine, anche grazie all’espulsione (poi, con le immagini televisive, cancellata dalla procura arbitrale) di Ella Toone ad una ventina di minuti dal novantesimo, ma il ManUtd riesce a portarsi a casa una vittoria (1-2) importantissima che le avrebbe lasciate in vetta alla classifica di WSL almeno fino allo scontro diretto col Chelsea di settimana scorsa, vinto dalle Blues con un goal capolavoro firmato da Sam Kerr su assist perfetto di Lauren James.

Resto dentro allo stadio ben oltre la fine del match per godermi il giro di campo di entrambe le squadre, poi decido di tornare a Sevens Sisters a piedi per farmi un’idea più precisa del quartiere in cui sorge lo stadio. Il servizio d’ordine è perfetto e posso scendere le scale verso i binari senza particolari problemi, non dovendo nemmeno più fare la coda. Bella esperienza, la quinta gara di WSL rimarrà con me per molto tempo e fa riflettere che, anche a questi livelli, giocare in uno stadio così sia un one-off e non la regola. Il pubblico ha risposto, spero che davvero i club capiscano (anche in Scozia) che per far crescere il movimento femminile ha bisogno di essere trattato alla pari con quello maschile – anche perché non esiste un calcio “maschile” o “femminile”. Esiste solo il calcio, The Beautiful Game. A game for everyone.

Si torna a casa
Posted in Hearts, Scottish Premiership

Il mio ritorno al Tynecastle Park per una gara di Scottish Premiership

Un momento di Hearts v St Johnstone

Sabato 4 marzo sono tornato al Tynecastle Park, una settimana dopo il Women’s Edinburgh Derby ma oltre sei mesi dopo la mia ultima partita dal vivo degli Hearts men.

Allora, a fine agosto, una sconfitta di misura (0-1) ma in generale meritata contro l’FC Zürich nello spareggio per un posto nella fase a gironi dell’Europa League aveva mandato gli Hearts in Europe Conference League, la terza coppa europea per importanza, dove i Jambos hanno lasciato il segno con due vittorie, in trasferta e in Gorgie, contro i lettoni dell’RFS, mentre hanno dovuto cedere di fronte a due avversarie, i turchi dell’Istanbul Basaksehir e la Fiorentina, ancora superiori.

I due match programme delle gare degli Hearts men che ho visto in stagione. Curiosità: entrambe le foto di copertina ritraggono giocatori nella pioggia!

La rosa degli Hearts ha dimostrato di essere competitiva per ottenere il risultato stagionale, ovvero chiudere ancora al terzo posto, “best of the rest” in Scozia e potersi giocare ancora le proprie chance in Europa per continuare a crescere e nonostante qualche incidente di percorso, dopo ventotto giornate di campionato i Jambos sono proprio terzi, con cinque punti di vantaggio sugli Hibs e sette sul redivivo Aberdeen.

Sono riuscito a tornare a vedere una gara di campionato dopo più di un anno, complice il fatto che il Tynecastle Park, in questa stagione, è sempre sold-out grazie alla vendita di tutti gli spazi disponibili per gli abbonamenti. Ho approfittato della doppia trasferta delle Hearts Women e dell’opzione offerta dalla società agli abbonati di mettere in vendita il proprio posto nelle giornate in cui non sono in grado di andare allo stadio, quindi sono tornato nel Gorgie Stand per una gara, a suo modo, importante.

Il tabellone luminoso che mostra il risultato del match

Non tanto per l’avversario di giornata, il St Johnstone, ma perché i Jambos erano reduci dalla brutta sconfitta patita a Motherwell la settimana precedente e, in vista del quarto di finale di Scottish Cup contro il Celtic (perso 0-3 sabato scorso), avevano bisogno di dare una scossa.

Il risultato non è mai stato in discussione, coi Jambos che si sono imposti 3-0 sul club di Perth grazie alla doppietta di Ginnelly e al goal di Jorge Grant e hanno conservato il vantaggio su rivali cittadini, a loro volta vittoriosi contro il Livingston.

Come detto, gli Hearts avrebbero perso (piuttosto male, ma ahimè secondo pronostico) contro il Celtic in casa in Scottish Cup, chiudendo così la loro speranza di ottenere un trofeo in questa stagione. Il terzo posto finale resta quindi l’unico obiettivo, con cinque gare ancora da giocare prima dello split e con tre scontri diretti – primo dei quali al Pittodrie sabato prossimo.

Il Main Stand e il settore ospiti durante Hearts v St Johnstone
Posted in Hearts, SWPL1

Prima vittoria stagionale sulle Spartans e un “tesoretto” di otto punti per le Hearts Women alle soglie dello split

Le squadre al centro del campo prima dell’inizio del match

La prima vittoria stagionale (al terzo tentativo) sulle Spartans regala alle Hearts Women un “tesoretto” di 8 punti di vantaggio sulle Hibs Women, quinte in classifica, alle soglie dello split che comincerà domenica 26 marzo – non è ancora stato reso noto il calendario della seconda parte stagionale.

Georgia Hunter, che ha aperto le marcature di testa bissando il goal marcato nel derby casalingo, e uno sfortunato autogol di Robyn McCafferty che cercava di impedire a Georgia Timms di tornare al goal hanno regalato il primo successo stagionale sulle rivali cittadine, capaci battere le Jambos sia in campionato (ad Ainslie Park in agosto) sia in League Cup (seppur solo dopo i calci di rigore).

La vittoria raccolta ieri (2-0) ad Oriam, in condizioni climatiche ancora una volta piuttosto difficili (freddo, vento, pioggia a tratti), con la contemporanea sconfitta casalinga delle Hibs (0-2) a Meadowbank per mano delle Celtic Women (prossime avversarie delle Jambos in Women’s Scottish Cup) permette alle Hearts di andare allo split con otto punti di vantaggio sulle rivali nella corsa per il quarto posto finale in classifica, vero e proprio obiettivo stagionale di entrambe.

Come nel torneo maschile, anche nel femminile la classifica è dominata dai club di Glasgow. All’Old Firm, però, si deve aggiungere qui le Glasgow City, che hanno fino allo scorso anno dominato la scena. Nella seconda parte di stagione, le Hearts dovranno difendere il vantaggio sulle dirette avversarie (Hibs, appunto, e Partick Thistle che col successo raccolto ieri a Dundee si sono garantite un posto nella top-six) cercando anche di strappare punti alle tre squadre che guidano la classifica – come già capitato in gennaio col pareggio casalingo (0-0) contro le Rangers Women campionesse di Scozia in carica.

Un momento della sfida di ieri tra Hearts Women e Spartans

A dieci gare dalla fine della stagione, quanto ottenuto da Eva Olid, il suo staff e dalle ragazze in maroon è già comunque un risultato che merita di essere festeggiato. Bisogna infatti ricordare che lo scorso anno le Hearts avevano faticato contro chiunque in campionato, raggiungendo la semifinale di Scottish Women’s Cup contro le Celtic Women a Falkirk e riuscendo a portare la gara ai supplementari solo grazie ad un eroico sforzo difensivo. Gli innesti fatti in estate hanno cambiato la mentalità del gruppo, che adesso scende in campo convinto di potersela giocare contro chiunque e che non ha mai abbassato la testa di fronte a nessuna squadra, non concedendo mai più di tre goal alla diretta avversaria – ad Airdrie in novembre contro il Celtic e in casa contro le Glasgow City, in una serata in cui il meteo ha avuto ancora un ruolo da protagonista e in cui solo un rigore piuttosto generoso nei minuti finali aveva fissato il risultato sull’1-3.

Domenica la SWPL1 si ferma per lasciare spazio alla Women’s Scottish Cup. Appuntamento ad Oriam (salvo clamorose sorprese) alle 3pm per il quarto di finale casalingo contro le Celtic Women, ultima avversaria per le Jambos sulla strada verso Hampden Park. Sarà difficile ma non impossibile, se le Hearts sapranno approcciare la gara nel modo giusto a mio parere hanno qualche chance di fare l’impresa.

Posted in 500 miles, Scozia

The Matildas e il Costa Rica di Priscila Chinchilla sfidano la Scozia Femminile in aprile

La Scozia ha fallito la qualificazione alla prossima edizione della Coppa del Mondo femminile, che andrà in scena in estate in Australia e Nuova Zelanda ma, dopo aver giocato la Pinatar Cup in Spagna il mese scorso, sarà impegnata in aprile in altre due amichevoli prestigiose.

Le prime avversarie di capitan Rachel Corsie e compagne saranno le CommBank Matildas, l’Australia femminile, che ospiterà le Dark Blues a Wimbledon. Sam Kerr è forse la prima giocatrice che viene alla mente di tutti e tutte quando si pensa alle Matildas, ma l’Australia femminile ha una grande tradizione e una squadra completa in ogni reparto che potrebbe davvero puntare ad un risultato prestigioso al mondiale.

Calcio d’inizio fissato per un orario piuttosto inusuale, 1.15pm di venerdì 7 aprile, allo stadio dell’AFC Wimbledon, il nuovo Plough Lane (o, per ragioni di sponsorizzazione, il Cherry Red Records Stadium) con le Matildas che giocheranno “in casa” e hanno garantito un settore destinato ai tifosi scozzesi – stay tuned, se tutto andrà come previsto ci saranno foto e qualche riga sulla partita direttamente da SW17.

Qualche giorno dopo, martedì 11 aprile, appena dopo pasqua, le ragazze di coach Martinez Losa scenderanno in campo ad Hampden ospitando il Costa Rica di Priscila Chinchilla, attaccante delle Glasgow City. Biglietti in vendita da mercoledì 15 marzo, come consuetudine i membri dello Scotland Supporters Club avranno ingresso gratuito anche a questa gara.

Sono molto curioso di vedere entrambe le partite, che presenteranno sfide diverse per la Scozia, perché va onestamente riconosciuto che nella Pinatar Cup la prestazione offerta nelle tre gare non è stata memorabile. Con l’esperienza su cui la Scozia può adesso vantare, il livello dell’aspettativa è sicuramente più alto e sfidare avversarie sulla carta ancora ad un livello più alto servirà per capire quanto lavoro si deve ancora fare.

Posted in Hearts, SWPL1

Secondo 1-1 nel secondo Women’s Edinburgh Derby stagionale. Hearts ancora quarte a 90′ dallo “split”

Le Hearts Women festeggiano la Capital Cup conquistata ai calci di rigore

Domenica prossima, ad Oriam contro le Spartans, si chiude la prima parte di stagione delle Hearts Women, una stagione finora davvero ricca di soddisfazioni per le Jambos.

A novanta minuti dallo split, ovvero la seconda parte stagionale in cui le prime sei squadre lotteranno per il titolo e per cercare di piazzarsi il più in alto possibile in classifica, mentre le sei squadre che siedono nella parte bassa cercheranno di garantirsi la permanenza in SWPL1 ed evitare lo spareggio promozione/retrocessione tra penultima di SWPL1 e seconda di SWPL2, le Jambos siedono al quarto posto con cinque punti di vantaggio sulle Hibs.

Il match programme distribuiti gratuitamente all’interno del Tynecastle Park

Il secondo Women’s Edinburgh Derby stagionale, quello andato in scena al Tynecastle Park domenica 26 febbraio, ha aperto una settimana densa e potenzialmente decisiva per la stagione delle Hearts, che arrivavano alla sfida con le rivali cittadine con soli 3 punti di vantaggio in classifica e sulla scorta della peggiore striscia di risultati (due sconfitte casalinghe e un pareggio, in trasferta contro il Motherwell, che aveva lasciato molti rimpianti) e avevano, forse per la prima volta in questa annata, qualcosa da provare, prima a se stesse e poi ai propri tifosi.

La gara giocatasi in Gorgie ha visto le Hearts andare a riposo sotto 0-1 al termine di un primo tempo molto confuso, in cui non sono riuscite praticamente mai ad esprimersi sugli standard fissati finora, e una ripresa in cui gli sforzi sono stati premiati al 90′ grazie al colpo di testa di capitan Hunter su corner battuto da Ciara Grant, sempre una delle migliori in campo e uno dei migliori acquisti stagionali di coach Eva Olid.

Il pareggio ha permesso di tenere le rivali a distanza in una settimana, come detto, in cui erano in programma altre due gare importantissime. Mercoledì scorso le Hearts sono andate al Gussie Park di Dundee a sfidare lo United e si sono imposte (0-2 risultato finale) e, complice l’inaspettato stop casalingo delle Hibs (0-0 contro le Aberdeen Women) hanno allungato il proprio vantaggio in classifica a 5 punti, mentre domenica la vittoria, più sofferta di quanto dica il risultato, contro le Glasgow Women&Girls al New Tinto Park di Glasgow ha permesso non solo di allungare la striscia positiva ma soprattutto di mantenere inalterato il vantaggio in classifica.

Domenica prossima, con kick off in contemporanea per tutte le sei sfide alle 4.10pm, le Hearts affronteranno quindi le Spartans in una gara che, anche per le ospiti, metterà in palio punti pesantissimi. Le biancorosse, infatti, sono ancora in piena corsa per l’ultimo posto nella top-six occupato dal Partick Thistle che ha due punti di vantaggio su di loro e uno sul Motherwell e dovranno cercare di vincere, prima di andare a guardare i risultati delle dirette avversarie.

Un momento della sfida tra Hearts e Hibs

Per le Hearts, invece, una vittoria sarebbe un risultato clamorosamente importante per continuare a tenere cinque punti di vantaggio sulle Hibs che, ospitando le Celtic Women a Meadowbank, potrebbero addirittura perdere ulteriore terreno. Ricordiamo che, come avviene nella Premiership maschile, nello split le prime sei squadre si sfidano ancora in gare di andata e ritorno e contando che le prime tre squadre (Glasgow City, Celtic e Rangers) hanno finora fatto un torneo a sé, ogni punto raccolto è davvero fondamentale.