Ieri pomeriggio, kick off 1pm, le Hearts Women hanno fatto visita alle Glasgow City al Petershill Park in una gara valida per il settimo turno della SWPL1, la massima competizione domestica femminile scozzese.
Le Jambos, quarte in classifica grazie alle tre vittorie casalinghe conquistate in questo interessante inizio stagionale, andavano a Glasgow per cercare di capire, contro una delle favorite per la vittoria finale, a che punto erano del loro percorso di crescita. Coach Eva Olid aveva parlato in settimana sui profili social del club dicendo che farà un punto della situazione al termine della stagione regolare (prima dello split) e sinceramente mi sembra una decisione giusta.
La società ha lavorato davvero molto bene in estate offrendo ad Olid e al suo staff un gruppo competitivo, in cui si trova un bel mix di gioventù ed esperienza e che sembra completo in tutti i reparti. Certo, giocare contro una corazzata come il City è difficile un po’ per tutti e una sconfitta al The Peasy è da mettere in conto ma, in questo momento, è anche e forse soprattutto capire come si sviluppa la partita più del risultato finale.
Diciamo subito che le padrone di casa si sono imposte con un goal per tempo, giocando a sprazzi ma dando sempre l’impressione di essere in controllo del match. La prestazione delle Jambos a me è piaciuta molto, soprattutto nel secondo tempo, e il 2-0 finale (stesso risultato raccolto in trasferta contro le Rangers campionesse in carica) è specchio fedele di quanto visto in campo.
Ovvero che le Hearts non sono ancora pronte per lottare per il titolo, ma che il loro quarto posto è tutt’altro che casuale. Ho avuto, finora, la fortuna di vedere cinque delle sei gare disputate (la quinta giornata, che prevedeva la trasferta ad Hamilton, è stata posticipata per la morte della regina) e direi che solo ad Ainslie Park contro le Spartans sono andato via da un campo un po’ deluso.
La gara di ieri era diventata importantissima in settimana ma per motivi diversi dalla posta in palio. Clare Shine, infatti, aveva annunciato con un messaggio sui suoi profili social la decisione di abbandonare definitivamente il calcio giocato e la gara di ieri era la sua ultima da giocatrice, prima di passare in ufficio come ambasciatrice della Fondazione creata dal club.
Shine ha descritto i problemi affrontati in passato in un libro uscito da poco in libreria e a 27 anni ha deciso che fosse il momento giusto per smettere col calcio, una decisione che va rispettata anche se spiace sapere di non poterla più vedere in azione su un campo da calcio con la palla tra i piedi.
Shiney è una delle più talentuose giocatrici che ho avuto la fortuna di veder giocare dal vivo e non posso che ringraziarla per quanto fatto e augurarle ogni fortuna nella sua prossima avventura.