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Le Hearts conquistano la quarta vittoria consecutive alla “Fortress Oriam”

View from my seat – in realtà qui ero in piedi durante il secondo tempo ma vale lo stesso!

Le Hearts Women continuano la loro impressionante forma casalinga conquistando la quarta vittoria consecutiva in altrettante gare giocate ad Oriam, facendo diventare lo Scotland’s National Performance Centre la loro “fortezza”.

La sfida di ieri, contro l’Aberdeen penultimo in classifica e con qualche problema in questo inizio stagionale, presentava comunque più di qualche difficoltà ad Eva Olid e al suo staff. Le Hearts si sono trovate a dover fare a meno di elementi importanti della propria rosa come Katie Rood, Emma Brownlie ed Aimee Anderson costringendo Olid a trovare soluzioni alternative, tra cui dare la maglia da titolare a Cailin Michie, ex giocatrice delle Glasgow City che si presentava sul team-sheet come “Trialist” al suo ritorno in campo dopo l’infortunio.

Il mio biglietto

Michie ha messo a segno una performance davvero degna di nota, impreziosita dal goal che ha consentito, verso la fine del primo tempo, di sbloccare il risultato di una gara che si stava rivelando più difficile del previsto per la Jambos. Sampson di testa ha mandato le Hearts a riposo avanti 2-0, il gran goal di Ciara Grant ha chiuso i conti fissando il risultato sul 3-0 finale.

Le due sconfitte consecutive rimediate al Petershill Park e in casa, in League Cup, contro le Spartans (seppur ai calci di rigore) non avevano di certo permesso alle Hearts di andare verso la pausa col morale alle stelle e il successo di ieri è stato davvero un tonico anche per la classifica, lasciando le Jambos al quarto posto in classifica, “best of the rest” alle spalle delle tre ‘corazzate’ di Glasgow che continuano la loro marcia solitaria in vetta con sette vittorie in altrettante gare.

La classifica aggiornata dopo le gare di ieri

La SWPL1 si ferma ancora, nel prossimo fine settimana, per lasciare spazio alla League Cup e, per le Hearts, ci saranno due settimane di tempo per recuperare le giocatrici infortunate e preparare al meglio la sfida contro le Motherwell in programma ancora ad Oriam il 30 ottobre prossimo, cercando di allungare la striscia di vittorie casalinghe tenendo a distanza le dirette rivali per la top-six.

Posted in 500 miles, Scozia

L’Irlanda festeggia ad Hampden. La Scozia fallisce l’obiettivo-Mondiale, inizia il momento delle analisi

Squadre schierate per gli inni nazionali

Si dice sempre che ci sono situazioni che potevano andare in modi diversi e chissà cosa sarebbe successo se qualcosa fosse girato in un altro verso, prendendo talvolta anche spunto dal famoso film, Sliding Doors, con protagonisti Gwyneth Paltrow e John Hannah.

Chissà cosa sarebbe successo se ieri sera, al 14′, Caroline Weir avesse spedito, dal dischetto delle 12 yards, il pallone alle spalle della portiere dell’Irlanda, Brosnan, che ha invece intuito, salvato il risultato e, alla luce di come è andata la gara da quel momento in poi, avuto un ruolo da protagonista nella qualificazione dell’Irlanda femminile alla prima Coppa del Mondo.

Diciamo subito che l’Irlanda, guidata da una straordinaria Katie McCabe (fatevi un piacere: quando avrete occasione, andate a vederla giocare dal vivo), ha messo in campo una prestazione gagliarda, intelligente, ‘competente’ e capace di mandare fuorigiri la Scozia fin dai primi minuti.

Il mio sostegno ieri sera non è bastato…

Vera Pauw, head coach dell’Irlanda e vera e propria mentore delle Girls in Green, ha ammesso di aver preparato tutto alla perfezione nell’avvicinamento alla gara, studiando le avversarie e trovando un gameplan che ha frustrato la Scozia che, inutile nasconderlo, era la favorita ieri – e non solo per il fatto che giocasse in casa.

Il goal di Barrett, arrivato al 72′ a chiudere un contropiede micidiale delle Verdi (ieri sera con una tutt’altro che impressionante divisa arancio-nera, che a Glasgow avrà a più di qualcuno ricordato quella delle City), è stato premio meritato per una squadra che, come detto, non ha mai mollato e che mi ha ricordato la Scozia sotto Shelley Kerr, quella squadra che – non a caso – riuscì nel 2019 a fare l’impresa di qualificarsi per la prima volta per il mondiale (che allora si giocava in Francia).

Il tweet ufficiale della Federazione irlandese

Barrett, nata e cresciuta in Donegal, ha festeggiato il goal baciando la fascia nera che le squadre hanno portato per tutta la gara in segno di rispetto per le dieci vittime dell’incidente occorso qualche giorno fa a Creeslough, County Donegal – ricordate anche con un minuto di silenzio prima del calcio d’inizio – e quando la palla si è infilata nell’angolo basso alla sinistra di Lee Gibson, un po’ tutti i presenti hanno pensato quasi ad un segno del destino.

L’Irlanda va quindi al Mondiale, con grandissimo merito, mentre per la Scozia, che ha fallito la qualificazione alla fase finale di un major tournament per la seconda volta consecutiva, è adesso il momento di fare un’analisi onesta.

Il programma della partita

Nelle due gare giocate in casa contro Austria e Irlanda, la Scozia ha faticato tantissimo a concretizzare la mole di lavoro costruita, anche a fatica, ben lontano dall’area avversaria. Dopo l’addio di Kim Little, e l’assenza di Rachel Boyle in maternità, Pedro Martinez Losa si è trovato a dover far fronte ad un vuoto a centrocampo e la sua soluzione è stata spostare Erin Cuthbert nella posizione a lei tutt’altro che favorevole di mediana.

Cuthbert, da quando è arrivato Martinez Losa, non si è mai espressa al meglio in quella posizione e, dovendo faticare in fase difensiva e poi in fase propositiva, quando si trova a dover concludere non riesce ad essere più efficace come un tempo.

Alla Scozia sono anche mancate le scorribande sulla fascia di Clare Emslie, che sembra pagare i troppi viaggi intercontinentali, mentre Caroline Weir nelle ultime uscite non ha potuto confermare tutte le sue qualità e, va detto purtroppo, è stata una delle più grandi delusioni di questo playoff.

Scene ovviamente contrapposte al fischio finale

Per il resto, alla Scozia è mancato il goal, è mancata una giocatrice capace di trascinare il gruppo nei momenti difficili, è mancata la capacità di concretizzare sotto porta il lavoro fatto lontano dalla zona pericolosa, è mancata la fiducia, è mancata anche la lucidità di gestione nei momenti topici delle gare.

Il colpo di testa di Abi Harrison giovedì scorso aveva in qualche modo nascosto i difetti che, ieri sera, si sono impietosamente ripresentati sotto gli occhi dei quasi 10,800 spettatori presenti ad Hampden Park – record per una gara ufficiale della SWNT. La mancata qualificazione alla Coppa del Mondo in Oz e NZ rischia di avere anche un effetto domino negativo sul movimento domestico, perché la SFA non avrà a disposizione fondi extra da investire sullo sviluppo del calcio femminile scozzese di club. Nell’anno della “rivoluzione SWPL”, purtroppo un colpo davvero duro da assorbire.

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La Scozia maschile trova Spagna e Norvegia sulla strada verso Germania 2024

La Scozia maschile ha conosciuto poco fa i nomi delle quattro avversarie sulla strada verso la qualificazione per il prossimo Europeo, che si giocherà nel 2024 in Germania.

I dark blues, inseriti nel Gruppo A, dovranno vedersela con Spagna, Norvegia, Georgia e Cipro ma, grazie all’ottimo lavoro fatto in Nations League, qualora non riuscissero a piazzarsi ai primi due posti del loro girone avrebbero garantito il ‘paracadute’ del playoff qualificazione.

I commenti che ho letto sui social media sono piuttosto pessimisti perché la Spagna, ovviamente, è una grande squadra e la Norvegia ha in rosa un certo Erling Haaland, ma a mio parere la Scozia, che non può vantare un nome di punta, ha al momento nel gruppo la propria forza.

Georgia e Cipro sono, almeno per me, due incognite ma non voglio pensare che Steve Clarke e i suoi ragazzi non abbiano la possibilità di prendersi un soddisfacente bottino di punti nelle quattro sfide con queste due nazionali.

Non si conosce ancora il calendario ma sappiamo che il torneo di qualificazione per Euro2024 partirà in marzo del prossimo anno, chiudendosi poi in novembre con una pausa solo in giugno per lasciare spazio alla fase finale della Nations League (che vede la Spagna protagonista con Italia, Olanda e Croazia).

Posted in 500 miles, Scozia

La Scozia batte l’Austria ai supplementari e vola in finale dei playoff qualificazione per il Mondiale

Le squadre schierate in campo prima degli inni nazionali. Alle spalle delle giocatrici scozzesi, “The Ravenscraig Pioneers” le prime giocatrici della nazionale scozzese scese in campo nel 1972

Un goal di Abi Harrison al secondo minuto del primo tempo supplementare è sufficiente per decidere il match contro l’Austria e mandare la Scozia ad un passo dalla qualificazione per la Coppa del Mondo 2023 in Australia e Nuova Zelanda.

Dopo novanta minuti in cui la Scozia ha attaccato con più convinzione ma senza mai davvero essere capace di impensierire Manuela Zinsberger, è un calcio d’angolo battuto alla perfezione da Erin Cuthbert e che pesca Harrison, entrata da poco in campo al posto di una volenterosa Martha Thomas, sul palo lontano a regalare alle dark blues la vittoria che le porta in finale, dove martedì troveranno l’Irlanda di Katie McCabe.

Il dato di spettatori presenti ieri sera ad Hampden Park

Sotto una pioggia battente per quasi tutti i centoventi minuti di gioco, la gara, devo ammetterlo onestamente, è tutt’altro che un classic e vive di momenti in cui Weir da una parte e Zadrazil dall’altra riescono ad ispirare qualche giocata interessante. Inutile negare che la tensione della gara ad eliminazione secca, con una posta in palio così importante, ha decisamente influito sullo svolgimento del match ma ieri sera l’unica cosa che davvero contava era il risultato finale, era la vittoria – in qualunque modo fosse arrivata – per tenere vivo il sogno di partecipare alla seconda edizione consecutiva del Mondiale.

Dopo la grande delusione di aver guardato l’Europeo inglese in televisione, Rachel Corsie e compagne si erano poste come obiettivo quello di arrivare almeno seconde nel loro girone di qualificazione e lo avevano raggiunto con la vittoria sull’Ucraina, consolidando il sesto posto nella particolare classifica delle seconde squadre di ogni girone con il successo ottenuto sulle Faroer.

La Scozia festeggia coi propri tifosi il successo sull’Austria con un giro di campo

Il sorteggio dei playoff era stato piuttosto benevolo, perché dava alla Scozia la possibilità di giocare due gare casalinghe contro avversarie tutto sommato alla loro portata, evitando clienti scomodissimi come Islanda e Svizzera ma anche Portogallo e Belgio, due nazionali che avevano bene impressionato all’Europeo.

Avevo visto giocare l’Austria in due occasioni, contro Inghilterra e Germania, e mi aveva impressionato per il modo in cui aveva tenuto il campo e per come aveva gestito due sfide davvero difficili con attenzione e concentrazione. Ieri sera, però, sono emersi tutti i limiti della squadra in termini di imporre il proprio gioco contro un’avversaria, la Scozia, molto simile a loro.

Il match programme

L’Irlanda presenta una sfida diversa perché McCabe e compagne, per assurdo, nonostante la migliore posizione nella griglia dei playoff a mio parere scenderanno in campo da underdog e martedì sera tutto davvero può succedere.

Ieri, intanto, la Scozia ha fatto un passo importante anche in termini di fiducia. Il calcio femminile continua a crescere e, nonostante ci sia davvero moltissima strada ancora da fare, i progressi sono impossibili da negare.

Il murales dedicato ad alcune giocatrici che hanno vestito la maglia della nazionale nel corso degli anni

La serata si è aperta con la celebrazione delle prime giocatrici a vestire la maglia della Nazionale femminile scozzese, che nel 1972 a Ravenscraig hanno sfidato (e battuto) l’Inghilterra nella prima gara ‘ufficiale’ della Scozia femminile.

A cinquant’anni di distanza, con tutti gli ostacoli abbattuti e tutti quelli ancora da abbattere, il calcio femminile continua a progredire e gli oltre diecimila spettatori presenti ad Hampden ieri sera sono ulteriore testimonianza di questo fatto.

Il Main Stand di Hampden Park poco prima dell’inizio del match

Martedì, come si diceva un tempo, sarà davvero una gara da “1X2” che potrebbe ancora decidersi ai supplementari o addirittura ai rigori, ma era importante avere occasione di poterla giocare. Adesso ci siamo, e tutto è possibile.