Posted in 500 miles, Hearts, SWPL1

Un Edinburgh Derby da record

Il tabellone luminoso indica il numero di spettatori presenti ad Easter Rd per il Women’s Edinburgh Derby

Alla fine, eravamo in 5512 ad Easter Road ieri sera, per il primo Edinburgh Derby di calcio femminile giocato nella casa degli Hibs, fissando il nuovo record di spettatori per una gara di calcio femminile domestico scozzese.

Un gran risultato, perché non bisogna mai dimenticare che le squadre femminili quasi mai giocano nella “casa” del club di appartenenza, qualcosa che, purtroppo, succede ancora anche a sud del Vallo di Adriano in un torneo, la Women’s Super League inglese, che ha (come del resto succede per la maschile) più attenzione mediatica e quindi più risorse economiche per attrarre giocatrici dall’estero (e, allo stesso tempo, tenere in patria le migliori).

Le Hibs Women, infatti, giocano a Livingston, le Hearts Women ad Oriam, le Rangers Women nel centro di allenamento e le Celtic Women ad Airdrie, cosi come le Aberdeen Women giocano nello stadio dei Cove Rangers.

A pie – because, why not?

Considerando che la SFA è stata l’ultima federazione europea a togliere il ban al calcio femminile (un divieto imposto nel 1921 e, in Scozia, tolto solo nel 1974) i passi avanti fatti negli ultimi anni, dopo averne persi oltre cinquanta come sacrificio al patriarcato pallonaro, sono stati enormi.

Le Glasgow City (di cui parleremo prossimamente, stay tuned) hanno vinto 14 titoli consecutivi e sono ancora la miglior squadra scozzese, ma dopo che la Scozia Femminile, nel 2019, era riuscita a conquistarsi il diritto di partecipare per la prima volta nella sua storia alla Coppa del Mondo, qualcosa è decisamente cambiato.

La strada verso una piena uguaglianza è ancora lunghissima e tortuosa, nonostante gli sforzi recenti, perché purtroppo per cambiare mentalità servono anni e, forse, generazioni, ma sapere di vivere il momento in cui lo sport femminile in generale, e il calcio in particolare, sta iniziando la sua scalata è davvero qualcosa di entusiasmante.

Ingresso in campo delle squadre. Kick off della gara fissato per le 7pm

Ieri sera, quindi, rotta verso Leith per andare ad assistere al primo Edinburgh Derby femminile. Seimila biglietti staccati in prevendita (per l’occasione, i biglietti erano gratuiti ma, essendo limitati a seimila, bisognava comunque iscriversi sul sito degli Hibs e prenotarli, stamparli o portarli nel proprio telefono), 5512, come detto, gli spettatori che hanno effettivamente varcato i tornelli di Easter Rd, uno stadio che onestamente proprio non riesco a farmi piacere – al di là della rivalità e al netto dei tabelloni luminosi installati nei due lati dell’East Stand, molto belli e davvero utili.

Eva Olid, nuova manager delle Hearts Women, ha un grande lavoro davanti a sé per cercare di tenere le Jambos nella massima serie del calcio femminile scozzese, la SWPL1, perché la squadra vista ieri (alla quarta giornata di campionato e di fatto aver avuto tempo di lavorare in pre-season) ha mostrato segnali incoraggianti ma con sette U18 nell’undici di partenza (ed altre quattro in panchina) è difficilissimo pensare di andare ad impensierire squadre ben più esperte.

Le squadre in campo

Il risultato finale (3-0) racconta la storia giusta, nel senso che le Hibs sono passate in vantaggio dopo un paio di minuti e hanno di fatto sempre gestito il pallino del gioco, ma sono riuscite ad ingrossare il tabellino solo negli ultimi venti minuti di gioco e grazie a due svarioni della difesa avversaria.

Come detto, Eva Olid ha avuto tanti spunti su cui concentrarsi ma ieri sera, più del risultato sul campo, contava quello sugli spalti: il calcio femminile scozzese è vivo, più vivo che mai. E può solo continuare a crescere.

Posted in 500 miles, Scozia

This is the beginning of the rest of your life

Il poster di Rachel Corsie, capitana della Scozia Femminile, sulla facciata del Main Stand ha dato il benvenuto ai tifosi ieri sera ad Hampden Park

Ieri sera la Scozia femminile ha scritto un’altra pagina di storia: la terza gara di sempre della rappresentativa nazionale femminile ad Hampden Park, è stata la prima da quando la SFA ha preso la decisione di rendere il catino situato a sud del fiume Clyde, stabilmente e finalmente, lo Scotland’s National Stadium.

La Scozia femminile, con lo spagnolo Pedro Martinez Losa come nuovo head coach e, come detto, finalmente con una casa ‘stabile’, ha iniziato venerdì scorso da Budapest il suo nuovo corso. Dopo aver fallito l’obiettivo di qualificarsi per l’Europeo che si giocherà in Inghilterra il prossimo anno, la Scozia si è buttata adesso sulla nuova campagna con l’obiettivo di centrare la seconda qualificazione consecutiva alla coppa del mondo, quella che si giocherà nel 2023 in Nuova Zelanda ed Australia.

Il nuovo head coach della Scozia Femminile, Pedro Martinez Losa, sulla copertina del match programme della gara di ieri contro le Far Oer

La gara contro l’Ungheria ha mostrato segnali incoraggianti ma anche tanti spunti su cui lavorare, ma soprattutto aveva regalato a Rachel Corsie e compagne tre punti importantissimi per iniziare al meglio il nuovo percorso, un percorso che – secondo la vision di Fiona McIntyre, Head of Girls’ and Women’s Football della SFA – ha diversi obiettivi ambiziosi: aumentare il livello di partecipazione, ridurre le barriere, avere squadre nazionali capaci di successo e creare talenti.

“Ma anche la visibilità è importante,” dice Fiona sul match programme della gara di ieri sera, quando la Scozia ha ospitato le Isole Far Oer nella seconda giornata del torneo di qualificazione. “Le ragazze più giovani hanno davvero bisogno di avere strong female football role models. Non tutte le ragazze diventeranno delle professioniste, ma devono avere la sensazione che questa sia comunque una possibilità.”

Squadre schierate per gli inni nazionali

La nuova strategia, come detto, ha Hampden Park al suo centro: lo Scotland’s National Stadium (perché Hampden è “la casa del calcio scozzese, non solo della nazionale maschile” come sottolinea McIntyre) come punto di arrivo, come luogo dove le migliori giocatrici scozzesi scendono in campo per rappresentare il loro Paese, e dove tutti i tifosi scozzesi possono riconoscersi, andando a sostenere le Nazionali che rappresentano il loro Paese.

Già da fuori si notava una differenza: al fianco del ritratto di Andy Robertson, capitano della Nazionale maschile, sulla facciata del Main Stand si trovava quello di Rachel Corsie, capitana della Nazionale femminile – che ieri sera ha conquistato il suo 125esimo cap.

Foto profilo ufficiale @ScotlandNT

Come detto, la Scozia ha aperto la sua campagna vincendo (0-2 il risultato finale) a Budapest contro l’Ungheria, una squadra che, affrontata tra qualche mese, sono sicuro creerà molti meno grattacapi alla Scozia.

L’esordio di un nuovo ciclo, però, porta sempre alcune incognite e l’importante, per Martinez Losa e il suo staff che non hanno avuto occasione, prima di venerdì, di poter giocare una gara, era partire col piede giusto (ovvero, vincendo).

Ieri sera la Scozia ha fatto il suo debutto nella “nuova” casa di fronte a 4,513 spettatori, faticando un po’ in avvio ma chiudendo il match con un rotondo 7-1, risultato che poteva anche essere più largo se la Scozia fosse riuscita a sfruttare tutte le numerose occasioni create.

L’atmosfera allo stadio era davvero bella, con spettatrici e spettatori di ogni età uniti dalla passione per la Nazionale che hanno accolto l’invito delle ragazze ad andare a sostenerle in una gara che, se sulla carta non faceva paura, era comunque davvero importante per la Scozia: solo una vittoria, infatti, e con buono scarto, poteva permettere loro di rimanere agganciate alla Spagna, vera favorita per la vittoria del Gruppo B in cui si trovano anche Ungheria e Ucraina.

La gara contro la Spagna, in trasferta, del 30 novembre prossimo ci darà maggiori indicazioni sulle potenzialità di questo gruppo ma, come detto, è fondamentale che la Scozia riesca a vincere tutte le altre sfide per garantirsi almeno il secondo posto nel gruppo con un buon margine di punti, in modo da poter giocare i playoff – qualora, davvero, la Spagna confermasse il pronostico di favorita – partendo dal secondo turno.

Il Main Stand di Hampden Park visto da Carmunnock Rd

Come detto, la Scozia ha dovuto attendere 19 minuti prima di festeggiare il goal di Erin Cuthbert che ha aperto le ostilità. Le padrone di casa sono andate a riposo sul 4-0 e hanno arrotondato il risultato nella ripresa, concedendo però un goal alle avversarie in avvio di secondo tempo.

A fine partita tutte le giocatrici sono venute a salutare i tifosi ma, per il protocollo per la pandemia che è ancora seguito, non hanno potuto nè firmare autografi, nè fare selfies con il pubblico. Bellissimo gesto di Martha Thomas, attaccante del Manchester United, che ha deciso di regalare la sua maglietta ad una giovane tifosa.

Unica nota stonata della serata, l’uscita dal campo in barella di Cuthbert, votata player of the match (a mio parere, a pari merito con Claire Emslie che anche ieri sera è stata impressionante per quantità e qualità, oltre al gran goal su punizione). L’attaccante del Chelsea, a tempo quasi scaduto, è andata in contatto con un avversaria ed è rimasta a terra. Il colpo, dalla tribuna, sembrava nella zona sopra le spalle e spero che gli accertamenti cui è stata sottoposta possano rassicurare su un suo prontissimo ritorno in campo.

Posted in Scottish Cup

Due bus, sei goal e una splendida giornata di sole

Un momento della sfida tra Tynecastle FC e Brora Rangers dalla terrace di Meggetland

Nel fine settimana scorso si sono giocate ventinove gare (su trenta, perché stasera allo Shielfield Park di Berwick-upon-Tweed è in programma l’ultima gara, quella tra i Berwick Rangers e il Gretna 2008) del primo turno di Scottish Cup.

Non ho avuto occasione di organizzare una trasferta in questo turno e mi sono accontentato di vedere una sola partita, quella di Meggetland tra il Tynecastle FC e i Brora Rangers.

Non avevo mai visto i Brora Rangers dal vivo e questa era una buona occasione per farlo, contando che Brora è un villaggio del Sutherland, sulle Highlands, che dista 150 miglia dalla capitale e andare a vedere i Cattachs (questo il loro soprannome) tra le mura amiche del Dudgeon Park richiede la pianificazione di una trasferta di almeno tre giorni, considerando di viaggiare coi mezzi pubblici.

Ingresso in campo delle squadre

I Brora Rangers si sono laureati, per due stagioni consecutive, campioni della Highland Football League (di cui sono membri dal 1962) e dalle parti del Tynecastle Park il loro nome è sinonimo di disfatta: nel marzo scorso, infatti, i Cattachs eliminarono (vincendo 2-1 in casa) gli Hearts dalla Scottish Cup, uno dei risultati più clamorosi della storia recente della competizione.

Sono tornato a Meggetland per la seconda volta quest’anno, dopo aver visto il Tynecastle FC in azione nel turno preliminare di Scottish Cup. Stavolta, per i maroons, il compito era davvero arduo e, nonostante l’impegno profuso, il risultato finale (0-6) non lascia spazio a parecchie discussioni.

Sullo 0-1 i padroni di casa hanno fallito un calcio di rigore, spedito a lato, e nell’azione successiva i Brora Rangers hanno trovato il raddoppio. Game over, virtualmente, alla mezz’ora del primo tempo. Peccato per il Tynecastle ma i Cattachs sono davvero apparsi di un livello superiore in tutti i reparti.

Ieri mattina si sono svolti i sorteggi per il secondo turno della Scottish Cup, quando i dieci club di League 2 entrano nella competizione. Sorteggio effettuato da Callum Davidson, manager del St.Johnstone che lo scorso anno aveva centrato un clamoroso double vincendo League Cup e Scottish Cup.

Molti incroci interessanti, se i Berwick Rangers riusciranno a battere il Gretna stasera avranno modo di ospitare lo Stirling Albion allo Shielfield Park in una sfida che riporterebbe i Wee Gers ad incontrare un club di League, mentre i Cattachs giocheranno in casa contro l’Albion Rovers, altro club di League 2.

Squadre pronte per l’inizio del secondo tempo

Le gare del secondo turno di Scottish Cup sono in programma nel fine settimana del 23 ottobre e c’è ancora tempo per organizzarsi. La partita della Scozia Femminile contro l’Ungheria, in programma venerdi 22 ottobre ad Hampden, potrebbe costringermi a rimanere ancora in zona per vedere una gara nei dintorni della capitale, ma con gli Spartans eliminati (per mano dei Gala Farydean Rovers) restano la sfida tra Preston Athletic e Auchinleck Talbot (a Prestonpans, un’ora circa di bus da qui), Edinburgh City v Wick Academy/Bo’ness oppure il viaggio ad Ochilview per vedere in azione lo Stenhousemuir contro l’Huntly. Difficile riuscire a fare il double a Glasgow per diversi motivi, ma la gara tra Clydebank ed Elgin City resta una delle piú interessanti dell’intero turno.

Posted in 500 miles, Scozia

Minimo scarto, massima soddisfazione

L’esterno del North Stand di Hampden Park

Due vittorie in tre gare giocate in meno di una settimana. Una vittoria in trasferta (a Vienna contro una delle due dirette rivali per il secondo posto nel girone F) dal peso specifico potenzialmente enorme che fa seguito al successo casalingo, contro la Moldova, il secondo del torneo di qualificazione alla prossima coppa del mondo.

La Scozia ha chiuso nel migliore dei modi la prima finestra internazionale aperta al pubblico (più o meno, ma di questi tempi si prende quello che viene) mettendosi nelle migliori condizioni possibili per poter conquistare il secondo posto nel girone F, dominato dalla Danimarca – che farà visita ad Hampden Park nell’ultima gara, in programma in novembre, e che ha aperto il trittico della Scozia battendola (2-0) a Copenhagen settimana scorsa.

L’ingresso del Main Stand di Hampden Park coi colori di Scozia e Moldova

Sabato sera (4 settembre, kick off 7.45pm) la Scozia ha ospitato al National Stadium la Moldavia, nazionale che sotto la guida dell’italiano Bordin sta cercando di risalire la classifica del ranking UEFA (al momento siede al trentaquattresimo posto, ma nel ranking della FIFA, organizzatrice della coppa del mondo, la Moldova è addirittura al centosettantacinquesimo posto – la Scozia, al quarantanovesimo) e che arrivava a Glasgow con tanta voglia di fare il colpaccio.

Per la Scozia la gara di sabato era fondamentale. Un risultato diverso da una vittoria, infatti, avrebbe complicato terribilmente la situazione di Steve Clarke e dei suoi ragazzi, che nelle prime quattro gare avevano raccolto una vittoria (contro le Faroer), due pareggi (Israele e Austria) e la sconfitta contro la Danimarca, arrivata al termine di una gara davvero dai due volti: primo tempo pessimo, ripresa molto meglio ma sostanzialmente la vittoria dei padroni di casa era il risultato giusto per quanto visto in campo.

Hampden Park visto dall’angolo tra East Stand e North Stand

La qualificazione della Scozia alla fase finale di Euro 2020 aveva riacceso il mio entusiasmo per il calcio internazionale e, assieme alla riapertura al pubblico degli stadi, mi aveva finalmente convinto a diventare membro dello Scotland Supporters Club e prendere in prevendita i biglietti per le ultime tre gare casalinghe del torneo di qualificazione, contro Moldova, Israele e Danimarca – oltre ad avere accesso, compreso nel costo della membership, alle gare della Scozia Femminile e della rappresentativa U21.

Piccola parentesi: per vedere le gare della Scozia maschile in Scozia serve un abbonamento a SkySports, mentre possiamo vedere (su STV) live e gratis le gare dell’Inghilterra maschile. Mi fermo qui, preferisco non fare ulteriori commenti.

L’East Stand di Hampden Park nell’immediato pre-partita

Si può vedere SkySports anche attraverso il servizio offerto da NOWtv, che permette di avere un pass giornaliero/mensile e vedere online i canali Sky senza fare abbonamento e, dopo aver fatto due conti, ho deciso di approfittare dell’offerta in vigore ad inizio stagione anche perché SkySports offre, oltre a gare dei tornei inglesi, anche diverse partite del campionato scozzese.

Quindi, gare in casa dal vivo, gare in trasferta in tv. Pronti per non perdere nemmeno un minuto della rincorsa della Scozia maschile verso la qualificazione alla fase finale di una coppa del mondo, da cui manca dall’ormai lontanissimo 1998.

La rincorsa, come detto, non si era proprio aperta nel migliore dei modi ma, per una volta, c’erano davvero parecchie valide attenuanti per Andy Robertson e compagni: la Danimarca, infatti, è una squadra in un momento di forma impressionante, reduce da un buon Europeo e prima nel girone F con quattro vittorie in altrettante gare (saranno sei, in altrettante gare, al termine della sessione settembrina delle qualificazioni).

Le Nazionali schierate per gli inni

Contro la Moldova in casa, invece, la Scozia non aveva scuse: se l’obiettivo era davvero andare ai mondiali, serviva una vittoria e magari anche una prestazione convincente, ma soprattutto una vittoria, no matter what – nor how.

Quasi 41mila spettatori hanno deciso di andare ad Hampden Park a sostenere la Scozia nella prima gara con stadio aperto a tutti in più di un anno e mezzo. Avevo il biglietto per la semifinale dei playoff qualificazione ad Euro2020 contro Israele, gara giocatasi a porte chiuse a causa della pandemia e onestamente non vedevo l’ora di poter tornare in uno stadio a vedere una partita di calcio con un pubblico numeroso. Era per me anche l’occasione di tornare a Glasgow dopo oltre diciotto mesi di assenza, e ne ho approfittato fermandomi a Coatbridge per vedere la sfida tra Albion Rovers e St Mirren B prima di tuffarmi in una Buchanan St piena come ai vecchi tempi.

Bandiere appese alle finestre nella strada che collega la stazione di Mount Florida ad Hampden Park

Considerando tutte le possibili variabili, ho deciso di arrivare ad Hampden con ampio anticipo e mi sono goduto tutto il pre-partita fuori dai tornelli e poi dal mio seggiolino nell’East Stand. Il viaggio di ritorno sarebbe stato un po’ complicato, ma pre-partita e gara in sé hanno regalato emozioni da ricordare.

La Scozia era partita bene, messo la Moldova in difficoltà e trovato il goal del vantaggio già al 14′ con Lyndon Dykes, bravo nel tap-in dopo che il portiere ospite, Avram, aveva respinto il primo tentativo di Patterson. Il mitico “Hampden Roar” si era sentito forte e chiaro, ci si aspettava che la Scozia adesso concretizzasse le occasioni create e chiudesse la pratica già nei primi quarantacinque minuti.

Il match programme della gara tra Scozia e Moldavia

Nulla di tutto questo, la Scozia non riuscirà più a battere Avram ma riuscirà a tenere a bada i tentativi avversari di impensierire la propria retroguardia. Il secondo tempo non entrerà nei manuali di estetica del calcio ma il risultato finale (1-0), considerando anche la netta sconfitta patita dall’Austria contro Israele, dava alla Scozia la possibilità di volare a Vienna con due risultati su tre a disposizione.

Ieri sera la gara del Prater contro l’Austria è stata molto vivace, non bellissima ma piena di colpi di scena e la vittoria finale, 0-1 con rigore di Dykes alla mezz’ora di gioco, consente alla Scozia di portarsi al secondo posto in classifica e di giocarsi, contro Israele (ieri battuto 5-0 dalla Danimarca) in casa il prossimo 9 ottobre, un vero e proprio knockout game.

Posted in 500 miles, Challenge Cup

Le B-sides? Meglio lasciarle alla musica

Il Cliftonhill Stadium visto dalla Main St

Coi campionati fermi (di League, perché in Lowland League la stagione è continuata) per lasciare spazio agli impegni delle nazionali (di cui parleremo presto), lo scorso fine settimana in Scozia si sono giocate le gare del secondo turno dell’SPFL Trust Trophy, la vecchia Challenge Cup – ovvero, la terza coppa nazionale cui partecipano squadre dal Championship in giù.

La pandemia ha impedito alla SPFL di essere particolarmente creativa, quest’anno, e l’impossibilità di invitare squadre da Irlanda, Galles e Inghilterra ha lasciato spazio ad un’altra soluzione: l’inserimento delle squadre B, o B-sides, delle dodici partecipanti alla Premiership.

Questa “mostruosità” – che sta purtroppo prendendo sempre più piede sulla spinta, ça va sans dire, soprattutto delle due “grandi” di Glasgow che sono anche riuscite ad avere le loro B sides incluse in Lowland League – prevede che le squadre di Premiership mandino le loro rappresentative “Primavera” a prendere parte ad una competizione cui partecipano squadre di livello spesso mediocre, ma comunque formate da giocatori molto più “maturi” a livello di età e di esperienza in campo.

Riscaldamento del St Mirren B

Sabato 4 settembre sono finalmente riuscito a tick off il Cliftonhill Stadium dalla mia lista di stadi ma la gara cui ho assistito è stata un vero e proprio scontro “men vs boys”, quando i padroni di casa dell’Albion Rovers (club di League 2) hanno ospitato il St Mirren B.

Prima di parlare della gara, due parole sullo stadio, già diventato uno dei più caratteristici tra quelli visitati finora.

Il Cliftonhill Stadium (adesso conosciuto, per ragioni di sponsor, come The Reigart Stadium) è la casa degli Albion Rovers dal 1919 quando il club lasciò Meadow Park per trasferirsi nel nuovo stadio, che sorge sulla Main Street di Coatbridge, cittadina del North Lanarkshire – e ad una decina di minuti scarsi, a piedi, dalla stazione di Coatdyke. Da Edimburgo, Coatbridge si raggiunge comodamente in treno (da entrambe le stazioni) con un viaggio di 50 minuti.

Le scale per accedere al Main Stand, con floodlight che sorge dall’angolo con la terrace

Coatbridge è una cittadina di quasi 45mila abitanti che sorge, come detto, in North Lanarkshire a circa 9 miglia da Glasgow ed è parte della Greater Glasgow area. Un tempo famosa per la produzione di ferro, col declino dell’industria navale a Glasgow ha perso importanza come punto strategico di produzione e iniziato, alla fine degli anni Trenta del secolo scorso, il suo declino.

Gli Albion Rovers, fondati nel 1882 come fusione di due club pre-esistenti (Albion e Rovers) son un club semi-pro che, come detto, milita in League 2 e, nella sua storia, ha sempre frequentato le categorie più basse della piramide del calcio scozzese, pur rimanendo comunque sempre all’interno della League dal 1919, anno in cui (il giorno di natale) hanno debuttato nella loro nuova casa, il Cliftonhill Stadium.

In quasi centoquarant’anni di storia, il loro successo più grande è stato (oltre alla vittoria del campionato di seconda divisione nel 1933/34, 1988/89 e più recentemente nel 2014/15) l’aver salvato il proprio stadio, evitando che lo spostamento ad Airdrie (la loro più grande rivale) per dividere l’Excelsior Stadium con l’Airdrieonians diventasse realtà.

Cliftonhill Stadium, il Main Stand visto da fuori e da dentro

Avevo Cliftonhill sulla mia lista da qualche tempo e finalmente i piani si erano allineati sabato scorso, quando il match dell’SPFL Trust Trophy era stato fissato con kick off alle 1.30pm, nello stesso giorno in cui sarei andato ad Hampden Park a vedere la gara della Scozia contro la Moldavia (di cui parlerò presto, stay tuned).

Cliftonhill è stato il primo stadio di un club di League che ho visitato da quando (31 luglio) sono tornato a vedere partite dal vivo e non ha deluso le mie aspettative.

Lo stadio è leggermente rialzato rispetto alla strada e sorge di fronte allo stabilimento di imbottigliamento di whisky dell’Angus Dundee Distillers – particolarità che, in qualche modo, lega questo stadio allo Shielfield Park di Berwick-upon-Tweed, mentre un’altra curiosità è che l’impianto di illuminazione attuale arriva direttamente dal Galles, precisamente dal vecchio Cardiff Arms Park quando quest’ultimo è stato demolito per fare spazio al nuovo Millennium Stadium.

Due dei lampioni che sorgono ai lati della terrace

Non ho avuto il piacere di vedere le floodlights in azione perché, nonostante il cielo fosse oscurato da nuvole piuttosto minacciose, la visibilità tra l’1.30pm e le 3.30pm non è mai stata messa in discussione.

La capienza dello stadio è di poco superiore alle 1,500 unità (eravamo in 317 sabato scorso, tutto sommato un buon numero, contando anche parecchi tifosi del St Mirren) e ha due stand, il Main Stand al cui interno si trovano seggiolini, una terrace e gli spogliatoi, mentre di fronte sorge uno stand coperto ma chiuso al pubblico – dove si trovano anche le panchine. Dietro la porta, a destra del Main Stand, c’è una terrace sui cui gradoni trovano posto i tifosi locali, che si uniscono dietro bandiere e striscioni e cantano per tutta la gara.

Non è stato prodotto un match programme, ma sono stati distribuiti (gratuitamente) i fogli delle formazioni – non essendoci nemmeno il biglietto, perché si paga ai tornelli (£10), questo team sheet resta l’unico “memorabilia” che mi porto a casa dalla trasferta.

Entrambe le squadre sono scese in campo con le tradizionali divise, maglia a strisce verticali giallorosse per i padroni di casa, bianconere per gli ospiti. Entrambe le squadre sono entrate nell’SPFL Trust Trophy sin dal primo turno, il St Mirren B ha avuto la meglio dei Kelty Hearts solo ai rigori (dopo aver raggiunto il pareggio ad un minuto dalla fine dei tempi regolamentari) mentre i padroni di casa hanno “conquistato” il passaggio al secondo turno dopo che il Livingston (cosi come il Ross County) non era riuscito ad organizzare la sua B-side in tempo.

Ho già espresso poco sopra il mio parere sulle squadre B, o B-sides, che mentre nella musica rappresentano si il lato “nascosto” del singolo più famoso ma spesso sono loro stessi un gioiellino, nel calcio scozzese usate cosi sono invece semplicemente inutili – e, come già detto, sono state introdotte solo per fare l’ennesimo piacere alle due “grandi” di Glasgow.

Un momento della gara con la shed chiusa al pubblico alle spalle dell’azione e i tifosi locali dietro la porta

Il St Mirren B schiera undici ragazzi che si trovano di fronte una squadra che fisicamente è per loro semplicemente unplayable. La gara si mette subito malissimo per gli ospiti, che dopo pochi minuti si trovano sotto per un goffo autogoal e non riescono più a riprendersi, nonostante qualche buono spunto personale. Finisce 6-0, risultato giusto per quanto visto in campo e che conferma che l’esperimento B-sides va terminato il prima possibile.

Gli Albion Rovers, dal canto loro, come si dice possono solo fare il loro meglio contro l’avversario che si trovano di fronte e passano agevolmente il turno, guadagnandosi il diritto (il 9 ottobre) di far visita ai Cove Rangers nel terzo turno, dove le uniche due B-sides rimaste sono quelle di Rangers ed Aberdeen.

Il campo visto dal mio posto nel Main Stand