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Le B-sides? Meglio lasciarle alla musica

Il Cliftonhill Stadium visto dalla Main St

Coi campionati fermi (di League, perché in Lowland League la stagione è continuata) per lasciare spazio agli impegni delle nazionali (di cui parleremo presto), lo scorso fine settimana in Scozia si sono giocate le gare del secondo turno dell’SPFL Trust Trophy, la vecchia Challenge Cup – ovvero, la terza coppa nazionale cui partecipano squadre dal Championship in giù.

La pandemia ha impedito alla SPFL di essere particolarmente creativa, quest’anno, e l’impossibilità di invitare squadre da Irlanda, Galles e Inghilterra ha lasciato spazio ad un’altra soluzione: l’inserimento delle squadre B, o B-sides, delle dodici partecipanti alla Premiership.

Questa “mostruosità” – che sta purtroppo prendendo sempre più piede sulla spinta, ça va sans dire, soprattutto delle due “grandi” di Glasgow che sono anche riuscite ad avere le loro B sides incluse in Lowland League – prevede che le squadre di Premiership mandino le loro rappresentative “Primavera” a prendere parte ad una competizione cui partecipano squadre di livello spesso mediocre, ma comunque formate da giocatori molto più “maturi” a livello di età e di esperienza in campo.

Riscaldamento del St Mirren B

Sabato 4 settembre sono finalmente riuscito a tick off il Cliftonhill Stadium dalla mia lista di stadi ma la gara cui ho assistito è stata un vero e proprio scontro “men vs boys”, quando i padroni di casa dell’Albion Rovers (club di League 2) hanno ospitato il St Mirren B.

Prima di parlare della gara, due parole sullo stadio, già diventato uno dei più caratteristici tra quelli visitati finora.

Il Cliftonhill Stadium (adesso conosciuto, per ragioni di sponsor, come The Reigart Stadium) è la casa degli Albion Rovers dal 1919 quando il club lasciò Meadow Park per trasferirsi nel nuovo stadio, che sorge sulla Main Street di Coatbridge, cittadina del North Lanarkshire – e ad una decina di minuti scarsi, a piedi, dalla stazione di Coatdyke. Da Edimburgo, Coatbridge si raggiunge comodamente in treno (da entrambe le stazioni) con un viaggio di 50 minuti.

Le scale per accedere al Main Stand, con floodlight che sorge dall’angolo con la terrace

Coatbridge è una cittadina di quasi 45mila abitanti che sorge, come detto, in North Lanarkshire a circa 9 miglia da Glasgow ed è parte della Greater Glasgow area. Un tempo famosa per la produzione di ferro, col declino dell’industria navale a Glasgow ha perso importanza come punto strategico di produzione e iniziato, alla fine degli anni Trenta del secolo scorso, il suo declino.

Gli Albion Rovers, fondati nel 1882 come fusione di due club pre-esistenti (Albion e Rovers) son un club semi-pro che, come detto, milita in League 2 e, nella sua storia, ha sempre frequentato le categorie più basse della piramide del calcio scozzese, pur rimanendo comunque sempre all’interno della League dal 1919, anno in cui (il giorno di natale) hanno debuttato nella loro nuova casa, il Cliftonhill Stadium.

In quasi centoquarant’anni di storia, il loro successo più grande è stato (oltre alla vittoria del campionato di seconda divisione nel 1933/34, 1988/89 e più recentemente nel 2014/15) l’aver salvato il proprio stadio, evitando che lo spostamento ad Airdrie (la loro più grande rivale) per dividere l’Excelsior Stadium con l’Airdrieonians diventasse realtà.

Cliftonhill Stadium, il Main Stand visto da fuori e da dentro

Avevo Cliftonhill sulla mia lista da qualche tempo e finalmente i piani si erano allineati sabato scorso, quando il match dell’SPFL Trust Trophy era stato fissato con kick off alle 1.30pm, nello stesso giorno in cui sarei andato ad Hampden Park a vedere la gara della Scozia contro la Moldavia (di cui parlerò presto, stay tuned).

Cliftonhill è stato il primo stadio di un club di League che ho visitato da quando (31 luglio) sono tornato a vedere partite dal vivo e non ha deluso le mie aspettative.

Lo stadio è leggermente rialzato rispetto alla strada e sorge di fronte allo stabilimento di imbottigliamento di whisky dell’Angus Dundee Distillers – particolarità che, in qualche modo, lega questo stadio allo Shielfield Park di Berwick-upon-Tweed, mentre un’altra curiosità è che l’impianto di illuminazione attuale arriva direttamente dal Galles, precisamente dal vecchio Cardiff Arms Park quando quest’ultimo è stato demolito per fare spazio al nuovo Millennium Stadium.

Due dei lampioni che sorgono ai lati della terrace

Non ho avuto il piacere di vedere le floodlights in azione perché, nonostante il cielo fosse oscurato da nuvole piuttosto minacciose, la visibilità tra l’1.30pm e le 3.30pm non è mai stata messa in discussione.

La capienza dello stadio è di poco superiore alle 1,500 unità (eravamo in 317 sabato scorso, tutto sommato un buon numero, contando anche parecchi tifosi del St Mirren) e ha due stand, il Main Stand al cui interno si trovano seggiolini, una terrace e gli spogliatoi, mentre di fronte sorge uno stand coperto ma chiuso al pubblico – dove si trovano anche le panchine. Dietro la porta, a destra del Main Stand, c’è una terrace sui cui gradoni trovano posto i tifosi locali, che si uniscono dietro bandiere e striscioni e cantano per tutta la gara.

Non è stato prodotto un match programme, ma sono stati distribuiti (gratuitamente) i fogli delle formazioni – non essendoci nemmeno il biglietto, perché si paga ai tornelli (£10), questo team sheet resta l’unico “memorabilia” che mi porto a casa dalla trasferta.

Entrambe le squadre sono scese in campo con le tradizionali divise, maglia a strisce verticali giallorosse per i padroni di casa, bianconere per gli ospiti. Entrambe le squadre sono entrate nell’SPFL Trust Trophy sin dal primo turno, il St Mirren B ha avuto la meglio dei Kelty Hearts solo ai rigori (dopo aver raggiunto il pareggio ad un minuto dalla fine dei tempi regolamentari) mentre i padroni di casa hanno “conquistato” il passaggio al secondo turno dopo che il Livingston (cosi come il Ross County) non era riuscito ad organizzare la sua B-side in tempo.

Ho già espresso poco sopra il mio parere sulle squadre B, o B-sides, che mentre nella musica rappresentano si il lato “nascosto” del singolo più famoso ma spesso sono loro stessi un gioiellino, nel calcio scozzese usate cosi sono invece semplicemente inutili – e, come già detto, sono state introdotte solo per fare l’ennesimo piacere alle due “grandi” di Glasgow.

Un momento della gara con la shed chiusa al pubblico alle spalle dell’azione e i tifosi locali dietro la porta

Il St Mirren B schiera undici ragazzi che si trovano di fronte una squadra che fisicamente è per loro semplicemente unplayable. La gara si mette subito malissimo per gli ospiti, che dopo pochi minuti si trovano sotto per un goffo autogoal e non riescono più a riprendersi, nonostante qualche buono spunto personale. Finisce 6-0, risultato giusto per quanto visto in campo e che conferma che l’esperimento B-sides va terminato il prima possibile.

Gli Albion Rovers, dal canto loro, come si dice possono solo fare il loro meglio contro l’avversario che si trovano di fronte e passano agevolmente il turno, guadagnandosi il diritto (il 9 ottobre) di far visita ai Cove Rangers nel terzo turno, dove le uniche due B-sides rimaste sono quelle di Rangers ed Aberdeen.

Il campo visto dal mio posto nel Main Stand
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Bohemian Rhapsody

L’Excelsior Stadium di Airdrie visto dal Jack Dalziel Stand

Ho da sempre un debole per l’Irlanda, ma non sono mai riuscito a combinare, durante i miei viaggi sull’Isola in Verde, di andare a vedere una partita di calcio.

Rugby, quello si, ne ho visto parecchio laggiù e devo dire di non essere mai rimasto deluso. Le uniche due volte in cui mi sono trovato nelle vicinanze di uno stadio di calcio sono state nel 2013 quando, a Dublino per le finali delle Coppe Europee di rugby, ho dormito a Tallaght e la camera aveva la vista sul Tallaght Stadium, casa degli Shamrock Rovers e nel febbraio 2020, quando ero nella capitale irlandese per la gara di Sei Nazioni Femminile tra Irlanda e Scozia e, il giorno dopo, sono passato col bus davanti a Dalymount Park, casa del Bohemian Football Club – noto anche come Bohemians (o Bohs).

Il North Stand del Penny Cars Stadium visto da fuori

Proprio i Bohemians sono stati la prima squadra della Repubblica che ho avuto modo di vedere dal vivo, in Scozia, per una gara di Tunnocks Caramel Wafer Cup (la Challenge Cup). Prima dello scoppio della pandemia, squadre irlandesi (del nord e del sud), gallesi e della National League inglese sono state invitate a giocare la quarta coppa scozzese, solitamente riservata a club dal Championship in giù (con innesti da Lowland e Highland Football League) e alle squadre “colts”, o U21, delle comapagini di Premiership – uniche “eccezioni” rimaste anche nell’edizione di quest’anno.

Sabato 7 settembre 2019, con kick off fissato per le 3pm, i Bohemians erano impegnati al Penny Cars Stadium di Airdrie contro la squadra locale, gli Airdrieonians FC, club di League 1.

Il match programme della gara tra Diamonds e Bohs

Quell’edizione della Challenge Cup, l’ultima sponsorizzata dalla notissima azienda dolciaria (che quest’anno si chiama SPFL Trust Trophy), era stata influenzata come tutto dalla pandemia, con la finale cancellata e Inverness e Raith Rovers, che si erano imposte su, rispettivamente, Rangers U21 e Partick Thistle nelle semifinali, dichiarati campioni a pari merito.

Quel giorno di settembre, ovviamente, nessuno aveva idea di quello che sarebbe capitato pochi mesi dopo e, con campionato fermo per gli impegni delle nazionali e rugby ancora in vacanza, avevo deciso di andare a vedere la gara.

L’ingresso del Main Stand (Jack Dalziel Stand)

Era la prima volta ad Airdrie, prima volta allo stadio, prima volta che vedevo dal vivo entrambe le squadre. Insomma, un’occasione davvero da non perdere.

Da Edimburgo, arrivare ad Airdrie è piuttosto facile perché ci sono treni “locali” con una buona frequenza per tutto il giorno (al ritorno, però, è stato più comodo e veloce andare a Glasgow e tornare poi con un treno diretto da Queen St).

Una fase del match con coreografiche nuvole sopra l’East Stand

La giornata era assolata, c’erano nuvole ma nessuna previsione di pioggia e quindi il pezzo di strada da percorrere per raggiungere lo stadio non ha comportato particolari problemi.

Lo stadio, che si chiama Excelsior Stadium ma per ragioni di sponsor è adesso conosciuto come Penny Cars Stadium, vanta una capienza di poco più di 10mila posti ed è stato aperto nel 1998. Nato con terreno naturale, dal 2010 è stato posato un terreno sintetico (3G) che toglie un po’ di fascino ad una struttura che, in generale, non mi ha entusiasmato ma meriterebbe ben altri scenari.

L’ingresso in campo delle due squadre

Non avevo grandi aspettative in termini di gara giocata, ma le due squadre si sono date battaglia per novanta minuti, al termine dei quali i padroni di casa si sono imposti 3-2, guadagnando il passaggio al quarto turno – dove sarebbero poi stati battuti dall’Elgin City, 0-2, a domicilio.

Solo il main stand era aperto per l’occasione, con una buona presenza ospite tra i 730 spettatori (dato ufficiale). Buon tifo da entrambe le parti, coi tifosi locali ovviamente soddisfatti per la vittoria dei Diamonds, mentre i Bohs sono comunque usciti tra gli applausi dei tifosi ospiti.

Bello anche il contrasto cromatico in campo, con i Diamonds nella loro tradizionale divisa bianca con “rombo” rosso a cavallo delle spalle (come la V sulla maglia del Brescia, ma replicata al contrario anche sulla schiena), mentre i Bohs hanno indossato la loro divisa rossonera.

Non ho in programma di tornare ad Airdrie nell’immediato futuro, ma l’Excelsior Stadium (che rimane un posto da vedere) è decisamente uno stadio, come detto, che meriterebbe di ospitare gare di tornei più prestigiosi di una modesta League 1.