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It’s not easy to be me. Cappielow, The Titan Crane e un calcio che non c’è quasi più

Il Cappielow Park visto dalla collinetta-parcheggio che sorge dietro la terrace di casa, la Sinclair Street End

Durante i miei anni da “rugby blogger” ho avuto la fortuna di conoscere moltissime persone e tutte, chi più chi meno, hanno lasciato un segno.

Tra queste, Alan ha davvero avuto un ruolo importante perché con lui, nel pre-partita di numerose gare di rugby, si parlava davvero di tutto – e soprattutto di calcio scozzese.

È stato proprio Alan a parlarmi di due stadi che sono diventati, immediatamente, instant classics per me: uno è il Dumbarton Football Stadium, chiamato anche comunemente The Rock e il cui nome attuale è, per ragioni di sponsor, The C&G Systems Stadium (di questo parleremo con calma prossimamente), l’altro è il Cappielow Park.

“Welcome to Cappielow”, la scritta che ti accoglie all’ingresso dei tornelli della Sinclair Street End

Proprio della casa del Greenock Morton FC voglio parlare oggi, un posto diventato, come detto, non solo un classico ma addirittura, già dal di fuori, eletto come uno dei miei personali “luoghi dell’anima” calcistici.

Ci sono tanti motivi per cui il Cappielow Park mi ha colpito, mi è entrato dentro come un pugno (parafrasando Vasco) e, da quel giorno di agosto 2019, non mi ha più lasciato. Cercherò di spiegarli qui sotto, ma consiglio fin da adesso di andarlo a visitare di persona, appena avrete occasione di viaggiare ancora e di venire in Scozia.

Il Cappielow Park visto dalla Sinclair Street End

Perché è vero che, per esempio, Tynecastle Park, Celtic Park, Ibrox Park o Easter Rd (o anche il Pittodrie) vanno visitati almeno una volta, ma negli stadi di “provincia” si respira ancora, davvero, il sapore di un calcio che non c’è ormai quasi più. Certo, in Scozia è comunque difficile trovare (per fortuna!) stadi “moderni” senz’anima, anche dopo la ristrutturazione, perché le dimensioni sono rimaste comunque ridotte o come nel caso del Celtic Park il Main Stand, considerato edificio di interesse storico, non è stato toccato.

Faccio però sempre questo esempio: se ti capita di andare a Madrid e ti piace il calcio, certo che val la pena andare a vedere il Real Madrid in casa almeno una volta, ma io preferisco di gran lunga l’atmosfera respirata a Vallecas e considero il Rayo Vallecano decisamente la mia squadra in Spagna.

Insomma, mi ricordo ancora quel giorno di agosto di un anno e mezzo fa, quando decisi di prendere il mio zaino, un bus, tre treni e andare verso ovest alla scoperta di un’area che davvero non conoscevo.

Ero già stato in Renfrewshire un anno prima, a Paisley, per la gara della Nazionale Femminile contro la Svizzera giocatasi al St Mirren Park, ero già stato a Dumbarton a vedere gli Hearts ma non ero mai andato oltre The Rock e non ero mai stato in Inverclyde.

Il panorama che si può gustare dal Newark Castle di Port Glasgow

Da Edimburgo, per arrivare a Greenock, si deve prendere treno per Glasgow Queen’s St, fare quattro passi a piedi nel centro cittadino e dirigersi verso Central Station (edificio stile liberty davvero stupendo), da dove partono i treni per l’Ovest (Hampden Park, Paisley e Greenock) e sotto la linea tracciata dalla Clyde. Per andare a Dumbarton, per esempio, basta restare all’interno di Queen’s St e scendere una scala per raggiungere i binari sotterranei (che ti portano anche alla SSE Hydro o allo Scotstoun Stadium).

Anzitutto, come dico sempre, il viaggio da solo vale il prezzo del biglietto. Consiglio di sedersi lato destro all’andata per gustarsi il panorama offerto dalla Clyde. Ad un certo punto si vede, sull’altra sponda, The Rock in tutto il suo splendore con il Dumbarton Castle e lo stadio che sorge proprio sotto la collina.

La Gourock Bay vista dalla Lyle Hill

Essendo socio di Historic Scotland, ho organizzato il viaggio in modo da poter fare tappa a Port Glasgow per visitare il Newark Castle – qui tutte le info. Piacevole scoperta devo ammettere, Port Glasgow, di cui avevo sempre letto in termini tutt’altro che entusiastici.

Ma una scoperta ancora più piacevole mi attendeva qualche miglio più ad ovest. Sceso alla stazione di Fort Matilda (non prima di essermi goduto un primo scorcio del Cappielow Park dal treno), mi sono incamminato sulla strada che, in salita, porta verso la Free French Memorial Cross, ultima tappa prima della partita del giorno (Greenock Morton-Partick Thistle, anticipo della terza giornata di Scottish Championship in programma venerdì 23 agosto 2019 con kick off alle 7.05pm e diretta tv su BBC Scotland).

La Free French Memorial Cross

Greenock, cosi come Port Glasgow, non ha mai avuto una grandissima reputazione ma Gourock è davvero sorprendente. Non nascondo che, non essendo proprio allenatissimo, la salita al monumento è stata piuttosto faticosa ma in termini “logistici”, diciamo cosi, la strada per arrivarci è davvero perfetta. Volendo credo si possa anche prendere un taxi ma se non avete fretta (e il meteo lo consente), consiglio il “sacrificio” di fare la strada a piedi.

Dopo una meritata sosta su una delle panchine che si trovano attorno al monumento, torno a Fort Matilda ed inizio ad entrare in clima-partita. Premetto che non ero emotivamente coinvolto dalla gara; ho una grande simpatia per il Partick Thistle che quell’anno avevo già visto una volta (in casa contro il Dundee United in un altro Friday Night di Championship) ma la gara era stata scelta piuttosto a caso, più per il fatto che in quel weekend non avessi altri impegni, il kick off alle 7.05pm mi garantiva un ritorno in treno tranquillo senza dover correre in stazione e avevo poi due giorni davanti per riposare.

La Titan Crane che domina la The James Watt Marina di Greenock e rende cosi speciale una visita al Cappielow Park

La stazione di riferimento per il Cappielow Park è Cartsdyke, all’angolo all’uscita c’è un pub e praticamente subito dopo, svoltando a destra in E Hamilton St, si incontra subito una delle protagoniste: The Titan Crane. Costruita nel 1917, è una delle ultime quattro gru “della sua specie” (ovvero costruite dalla James Watt) rimaste in Scozia ed è una delle maggiori attrazioni della zona.

Il Cappielow Park, infatti, sarebbe un posto piuttosto “normale” se la gru del porto non apparisse, in tutto il suo splendore, sullo sfondo dello stadio. Quella gru è di fatto un simbolo della zona e ha un impatto cosi grande nell’immaginario collettivo che meriterebbe, a mio parere, un posto ancora più significativo all’interno del club – non me ne voglia Cappie The Cat, la mascotte della squadra per cui, da gattaro convinto, ho più di un debole ma forse Titan The Crane sarebbe più appropriato!

La vista che ti accoglie all’uscita dei bagni nella Sinclair St End…

Il colpo d’occhio, appena entrato nella gradinata dietro la porta, è davvero suggestivo ed ha tutto quello che mi aspettavo: l’imponente gru sullo sfondo, proprio dietro la Cowshed, la terrace che mi accoglie è davvero “vecchio stile” e anche la vista all’uscita dai bagni è spettacolare!

Sono stato fortunato, va detto, perché il meteo era clemente e, nonostante ci fossero molte nuvole in cielo (come spesso capita qui), nessuna di loro aveva voglia di portarci pioggia. Contando che io sono andato alla partita a fine agosto e già, quando il sole è tramontato, l’antipioggia non mi dava fastidio, posso solo immaginare quanto possa far freddo durante il lungo autunno/inverno…

Il match programma della gara tra Greenock Morton FC e Partick Thistle FC

La partita in sé è interessante, il Partick Thistle va avanti (0-2) ma nella ripresa il Morton riesce a ribaltare il risultato, vincendo 3-2. I Jags confermarono, anche in quel giorno, i segnali tutt’altro che positivi già visti in avvio di stagione e il ritorno in treno dei tifosi giallorossi, con cui viaggio tra Cartsdyke e Glasgow Central, sarà davvero mesto. La scorsa stagione è stata dichiarata chiusa in marzo e, a causa delle pressioni di molte parti (Celtic per salvare il 10-in-a-row, Dundee Utd e Raith Rovers per veder confermata la promozione nella categoria successiva) la SPFL decise, al termine di una votazione entrata ormai nella storia (anche se, ahimè, dalla porta sbagliata e con il ruolo di villain riservato al Dundee FC) di confermare le posizioni in classifica dell’ultima gara giocata, condannando cosi Hearts (e Jags) alla retrocessione.

Il calcio “moderno” è sbarcato, da tempo, anche in Scozia ma quassù (anche a causa dei fondi non proprio illimitati a disposizione della maggior parte dei club) si possono ancora vedere stadi come il Cappielow Park, stadi che “south of the border” stanno ormai scomparendo, sostituiti troppo spesso da “soulless bowls” costruite principalmente per aumentare il numero di spettatori che possono accedere all’evento e trasformare i tifosi in veri e propri “clienti”. Basti pensare, per fare un esempio clamoroso, al West Ham United che dopo l’addio al Boleyn Ground non è più riuscito a creare la giusta atmosfera o, anche, al Manchester City che via da Maine Road ha si ingrossato la bacheca ma decisamente perso l’anima da working class.

Mi ero ripromesso, appena messo piede dentro al Cappielow Park chiudendo di fatto un’intensa giornata, di tornare ad ovest alla prima occasione possibile. La vita, nei mesi successivi, mi ha portato altrove prima che la pandemia mi chiudesse in casa. Quella promessa fatta a me stesso resta comunque valida, appena si potrà tornare a viaggiare ancora.

Il cartello appeso sopra l’uscita della Sinclair St End

Author:

Rugby lover e blogger. Collaboratore di OnRugby come corrispondente dalla Scozia dal 2016. Mi sono lentamente ma inesorabilmente appassionato alla palla ovale e dal 2008 ho iniziato a scrivere di rugby, collaborando con lameta, mondorugby.com e portando l'ovale dentro SportPeople. Dal 2013 ho partecipato come corrispondente dalle Home Nations all'avventura di DotRugby e ho collaborato con The Sport Review, InsideRugby Italia, The Offsideline, SCRUM Magazine, il sito ufficiale delle Zebre Rugby - per cui ho curato la fase finale del Pro12 stagione 2013/'14 - e il sito ufficiale del Guinness Pro12 (sezione in italiano). "Alba Ovale" è un progetto pensato nel 2012 e partito nel 2013, per far conoscere il "dietro le quinte" del rugby scozzese al pubblico italiano appassionato di rugby. Dalla Scozia, guarda al mondo celtico e alle Home Nations, con attenzione anche alle vicende del rugby italiano e internazionale.

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