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Lowland League mon amour

I tornelli all’ingresso dall’Ainslie Park Stadium

Quarta gara consecutiva di Lowland Scottish Football League di questo “pazzo” 2021, un anno che (quasi a pari merito col 2020) verrà ricordato, soprattutto, per questa maledetta pandemia che ancora non sembra intenzionata a lasciarci in pace. Nonostante tutto, però, si cerca di tornare a vivere una certa “normalità” e andare a vedere gare di calcio in un contesto, quello della non-league scozzese, piuttosto “rilassato” ed adeguato al livello 0 di restrizioni cui da qualche settimana siamo entrati, lascia sperare davvero che una luce in fondo al tunnel ci sia davvero.

Segni pre-level 0 per il distanziamento fisico che speriamo siano consegnati alla storia

La gara che ho scelto di vedere oggi, dopo due trasferte davvero interessanti, è quella fra The Spartans ed East Stirlingshire all’Ainslie Park Stadium di Edimburgo. Meteo davvero inclemente, con pioggia battente fin dalla mattina, ma clima tutto sommato accettabile per poter vestire pantaloni corti (19°C, vento praticamente assente, un giorno che sembra autunnale ma ha ancora qualcosa d’estivo, mettiamola così) e passare novanta minuti in uno stadio senza soffrire troppo.

Il cielo sopra il main stand di Ainslie Park

Gli Spartans sono una squadra che mi piace molto, soprattutto per il nome e per il logo. Ho studiato al liceo classico e son sempre stato filo-spartano (ero controcorrente in tutto e con Atene come mainstream, non potevo che scegliere gli underdogs lacedemoni) e all’università, in un esame di storia greca, avevo letto un libro (“il kòsmos spartano” era il titolo) per supplire alla mancata frequenza. Insomma, Sparta era da sempre nel mio destino.

Clamorosamente, ho atteso più di sette anni per tornare ad Ainslie Park e dò la colpa al rugby e al fatto che sono stato occupato ad andare in giro a vedere altri posti in questi anni. Ainslie Park non è cambiato moltissimo, in sette anni, ma sono stati aggiunti veri tornelli all’ingresso ed è stata costruita una terrace per gli ospiti sul lato di fianco alle panchine, terrace che però, per il regolamento sicurezza covid, non è ancora stata aperta.

Una fase della gara tra Spartans ed East Stirlingshire con la nuova terrce sullo sfondo

Poco male, i numerosi tifosi dell’East Stirlingshire si sono mischiati, tranquillamente, ai tifosi locali nell’unico stand coperto. La pioggia, come detto, non ha praticamente mai smesso di scendere sulla capitale scozzese per tutto il pomeriggio e solo un manipolo di appassionati ha deciso di passare la gara all’esterno – alcuni di loro senza ombrello. Scelte di vita insomma che non è giusto discutere ma che vanno accettate.

Ainslie Park sorge nel quartiere di Pilton, un quartiere che si trova a nord della capitale scozzese e che consiste di due housing scheme. Non proprio una perla nella corona di Edimburgo, ma la zona dello stadio – dove, a due passi, sorge anche un leisure centre – è tutto sommato tranquilla e, per un kick off alle 3pm di sabato pomeriggio, non presenta particolari problematiche.

L’indicazione stradale per Ainslie Park – con cartello che indica luogo di uno dei tanti covid test centre

Ci si arriva con un paio di bus dal centro di Edimburgo, ma oggi sono arrivato da casa camminando fino all’inizio di Glasgow Rd e prendendo il bus 21, che mi ha lasciato all’angolo con la via dello stadio in poco più di venti minuti.

Sono arrivato tutto sommato presto, con circa quaranta minuti di anticipo sul calcio d’inizio ma solo perché volevo garantirmi un bel posto nello stand coperto. Cash at gate, ovvero si paga in contanti ai tornelli, programma acquistato all’ingresso e via verso lo stand che, quando sono arrivato, era ancora praticamente vuoto.

Il main stand dell’Ainslie Park

Gli Spartans, come detto, ospitavano l’East Stirlingshire in quello che, di fatto, era il match più interessante del nono turno di Lowland League. I padroni di casa si presentavano alla sfida al terzo posto in classifica, con 18 punti e ad una sola lunghezza dal Bonnyrigg Rose capolista – ma con addirittura una gara in meno, mentre gli ospiti, con 11 punti, arrivavano nella capitale in cerca disperata di una vittoria per accorciare le distanze con le squadre di vertice.

Non avevo mai visto giocare l’East Stirlingshire, club fondato nel 1881 e uno dei due club di Falkirk – l’altro, il Falkirk FC, gioca in Scottish League 1 e divide il Falkirk Stadium proprio con lo Shire (pronuncia, alla scozzese, “sciaiar“) dal 2018/19. Fino ad allora, lo Shire giocava le gare interne al Firs Park e dal 2008 aveva diviso Ochilview Park con i rivali dello Stenhousemuir.

Le squadre lasciano il campo a fine gara

I bianconeri, oggi scesi in campo in divisa rossonera, sono entrati nella Scottish Football League nella stagione 1900/01 e solo al termine della stagione 2015/16 lo Shire (per mano dell’Edinburgh City, altro club della capitale che, in attesa che i lavori per la costruzione del nuovo Meadowbank siano terminati, gioca ad Ainslie Park) è retrocesso in Lowland League dopo aver chiuso la stagione all’ultimo posto della League 2.

Il club, negli anni recenti, ha sofferto più di qualche problema economico e anche la stessa sopravvivenza in SFL (prima della riforma dei tornei con la nascita della SPFL e l’introduzione dello spareggio promozione/retrocessione con la vincente della finale tra le prime classificate il Lowland e Highland League) era stata, in alcuni momenti, messa in discussione.

Il complesso che ospita gli spogliatoi e la sede del club

La stagione 2021/22 dello Shire era partita piuttosto bene, con due vittorie consecutive, cui erano però seguite due sconfitte e il pareggio casalingo contro il Gretna 2008, un risultato che (con tutto il rispetto per il Gretna) non può essere accolto positivamente da una squadra che ha come ambizione il ritorno nella football league.

Gli Spartans, dal canto loro, come detto si presentavano alla gara da secondi in classifica e con l’intento di restare nelle zone alte il più possibile, considerando che il Bonnyrigg Rose non sembra intenzionato a perdere punti per strada e Civil Service Strollers, Dalbeattie Star e Berwick Rangers (oltre alle due “B” di Celtic e Rangers che, al momento, sono escluse dalla lotta alla promozione salvo ulteriori modifiche in corsa del regolamento) stanno viaggiando con un ruolino di marcia piuttosto costante.

Un’altra fase della gara

La gara, giocata sotto una pioggia costante e a tratti battente, è stata molto bella. Shire avanti 3-0 e in superiorità numerica già dalla seconda metà del primo tempo, Spartans che quando le speranze sembravano ormai svanite (dopo aver fallito anche un rigore) hanno trovato due goal e spinto fino alla fine costringendo lo Shire (per citare Sir Alex Ferguson, che proprio dall’East Stirlingshire aveva iniziato la sua carriera di allenatore) a soffrire fino alla fine in quello che la leggenda del Man Utd avrebbe definito “squeaky bum time”.

Risultato finale 2-3, i tanti tifosi dell’East Stirlingshire hanno potuto festeggiare una vittoria che porta lo Shire a 14 punti in classifica ma che consente loro di guadagnare punti solo sui diretti avversari di oggi, gli Spartans appunto, che vedono a loro volta Rose e Civil Strollers allungare in vetta.

Il match programme della gara di oggi
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A brutalist Fairy(tale)

Il main stand del Netherdale visto dalla terrace lato stadio del rugby

Avevo sentito parlare del main stand della 3G Arena del Netherdale parecchie volte, ma non ero mai riuscito (per un motivo o per l’altro) a vederlo coi miei occhi, almeno fino ad oggi pomeriggio.

Dopo due “trasferte” che definire interessanti suonerebbe davvero come un understatement, oggi [14 agosto] avevo messo in programma il viaggio a Galashiels per vedere finalmente dal vivo il main stand.

Galashiels è una cittadina dei Borders che è conosciuta per la sua passione ovale. Il Netherdale è un complesso di campi (due principali, parecchi back pitches) che sorge ad est della cittadina, non lontano dal fiume Tweed che, in qualche modo, accomuna la “gita” di oggi a quella di settimana scorsa a Berwick-upon-Tweed.

Il main stand del Netherdale visto da Nether Road, la strada che corre parallela

Il campo in 3G (artificiale, purtroppo) destinato al calcio è di fatto l’unico campo per la “palla tonda” che ho visto in zona, e anche questo presenta in giallo righe che, dovesse servire, lo renderebbero pronto ad ospitare una gara di rugby. Non a caso, proprio qui (prima che venisse posato il terreno sintetico) il Gala RFC (squadra di rugby locale) ha giocato le proprie partite dal 1912 fino alla stagione 1961/62 quando venne inaugurato il “New Netherdale”, lo stadio oggi casa della squadra di rugby locale – che gioca in maroon e bianco e che ha, tra gli illustri giocatori del passato, Gregor Townsend, attuale head coach della Scozia.

Il “nuovo” Netherdale che sorge alle spalle della terrace del vecchio Netherdale

Come spesso capita, avevo deciso di spostarmi in treno sulla “nuova” linea ferroviaria dei Borders, inauguarata pochi anni fa dopo decenni di attesa. La stazione di Galashiels dista poco più di un miglio dallo stadio e anche oggi, complice una giornata nuvolosa, molto ventosa ma asciutta, avevo deciso di coprire il pezzo di strada a piedi. Scelta tutto sommato azzeccata, ma consiglio di prendere un taxi o un bus dalla stazione – come ho poi fatto al ritorno, costretto anche dal fatto che il mio treno era stato cancellato e dovevo prendere il bus per tornare ad Edimburgo che sarebbe partito in pochi minuti.

Disavventura “logistica” a parte, la giornata è stata davvero positiva.

Un particolare del main stand del Netherdale, che segna uno dei due ingressi al campo

Come detto, protagonista di oggi era il main stand, una struttura progettata dall’architetto Peter Womersley con stile brutalista (lo stesso con cui era stato costruito il vecchio St James’ Centre, centro commerciale che sorge nel cuore della capitale scozzese adesso purtroppo abbattuto, ricostruito e riaperto nel giugno scorso). La struttura, in cemento armato, ha una capienza di 500 spettatori (lo stadio in totale ha una capienza di 2mila spettatori) che lo rende lo stand più capiente dei Borders e ha l’onore di essere inserito come edificio “Category A listed”, la categoria più alta nella lista degli edifici da preservare di Historic Environment Scotland.

Un edificio inserito nella category A è uno dei “Buildings of special architectural or historic interest which are outstanding examples of a particular period, style or building type” e il main stand figura in questo elenco dal dicembre 2013.

Welcome to Netherdale

Non sono esperto di architettura, mi sono limitato ad osservare la struttura da diverse angolazioni e devo dire che non sono ben riuscito a capire come il main stand di uno stadio di calcio di una squadra che gioca in una cittadina dove la stragrande maggioranza dell’interesse è riposto nel rugby possa essere finito in quella lista.

Il main stand è chiuso dal 2018/19 e necessita di lavori di restauro che, al momento, non sono ancora stati fatti. Si può ammirare solo da fuori ma questa struttura, completata nel 1964, è davvero qualcosa di straordinario per diversi motivi.

Nel programma della partita si dice che in settembre dovrebbero iniziare i lavori, dopo che lo Scottish Borders Council ha approvato £1.45 milioni da destinare alla ristrutturazione del grandstand.

C’è anche un altro stand a Netherdale, il “Wood&Kerr Enclosure” ma non attrae lo stesso interesse del main stand…

Nonostante il main stand sia, come detto, il grande protagonista, non è l’unico stand della 3G Arena. L’enclosure che sorge di fronte alla struttura brutalista (con una capienza di 100 persone) è stata acquistata dai rivali di Selkirk e ha permesso al club di poter giocare gare interne a Netherdale nonostante il main stand sia inutilizzabile, perché tra le regole per ottenere e mantenere una licenza della SFA c’è anche quella di avere uno stand che garantisca ad almeno 100 spettatori di stare al coperto e seduti.

Particolarità dell’enclosure (nota come Wood&Kerr Enclosure per ragioni di sponsorizzazione): i seggiolini originali, blu, sono da poco stati sostituiti con seggiolini rossi (uno dei colori del club) e arrivano da York, dopo che il club locale (che milita nella sesta serie della piramide calcistica inglese) ha cambiato casa, lasciando il vecchio Bootham Crescent.

Oggi ho visto anche giocare, per la prima volta, i Gala Fairydean Rovers, squadra di calcio locale che è stata fondata nel 2013 ma che ha una storia lunga alle sue spalle. Il Gala Fairydean Rovers è stato infatti fondato nel 1894, ma nel 1907 il club è stato separato in due squadre: il Gala Fairydean e i Gala Rovers, che all’inizio erano la squadra delle riserve del Fairydean.

Entrambi i club hanno sospeso la loro attività durante la prima guerra mondiale ma mentre il Fairydean è tornato in campo nel 1919, per vedere i Rovers in attività si è dovuto attendere fino al 1947 e allora come club autonomo. Come detto, nel 2013 è stata decisa la fusione tra le due realtà e la “nuova” squadra è stata ammessa in Scottish Lowland Football League (dove milita tutt’ora) nello stesso anno.

Una fase di gioco del match tra Gala Fairydean Rovers e Caledonian Braves

I rossoneri hanno oggi ospitato i Caledonian Braves, una squadra adesso situata in North Lanarkshire (poco fuori Motherwell) ma fondata nel 2011 col nome di Edusport Academy da Chris Ewing con l’obiettivo di aiutare atleti la cui prima lingua non fosse l’inglese a trovare posto in una squadra britannica.

Dal 2019 la squadra ha preso il nome attuale, Caledonian Braves, e devo ammettere che la divisa di gioco (bianca, con banda grigio-blu-celeste, pantaloncini blu e calzettoni celesti) è davvero molto bella.

La gara di oggi, tra due squadre a metà classifica di Lowland League, è stata molto interessante. I padroni di casa si sono imposti 5-1 ma hanno approfittato dell’inferiorità numerica degli avversari per oltre 45 minuti. Punteggio troppo severo, ma risultato comunque giusto per quanto visto in campo.

Il match programme della gara di oggi
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South of the border

Il cartello che accoglie gli spettatori all’esterno del Shielfield Park

Avevo già visto giocare i Berwick Rangers, qualche anno fa, in trasferta contro il Cowdenbeath ma non mi era mai capitato, fino ad oggi, di vederli giocare tra le mura amiche dello Shielfield Park.

Non avevo mai avuto occasione, prima di oggi, di visitare Berwick-upon-Tweed e devo dire che la cittadina mi ha lasciato davvero a bocca aperta. Sono andato per mettere due tacche sulla mia bucket list, sono tornato con gli occhi pieni e tanta soddisfazione.

Il Main Stand (con lo stabilimento della Simpsons Malt sullo sfondo) visto dall’angolo lato-Ducket

I Berwick Rangers, fino a due stagioni fa, erano una vera e propria “anomalia”: l’unica squadra inglese a giocare in un campionato scozzese (una delle quattro divisioni gestite dalla SPFL). La retroccessione patita al termine della stagione 2018/19 (con i Cove Rangers, vincitori della Higland League, che si imposero con un 7-0 on aggregate che lascia davvero pochi dubbi su come siano andate le cose nel doppio spareggio promozione/retrocessione) li ha fatti diventare una delle due squadre inglesi nella non-League scozzese.

Tornelli all’ingresso del Main Stand dello Shielfield Park

Loro in Lowland Scottish Football League, i Tweedmouth Rangers FC nella First Division Conference A della East of Scotland Football League (settimo livello della piramide del calcio scozzese).

Il Tweedmouth gioca all’Old Shielfield, campo che sorge alle spalle della terrace.

L’ingresso di Old Shielfield, casa dei Tweedmouth Rangers FC

Pur non essendo più uno dei 42 membri della football league scozzese, i Berwick Rangers restano una squadra ‘interessante’ da vedere, con uno zoccolo duro di appassionati, poco da mostrare a livello di palmares ma con una storia lunga alle spalle.

Il Club, infatti, è stato fondato nel 1881 e in centoquarant’anni di storia ha raccolto solo due trofei: la Division Two nel 1978/79 e, più recentemente, la vittoria del campionato di Division Three nel 2005/06. In mezzo, tanti anni a cercare di sopravvivere.

La terrace (soprannominata Ducket) che sorge di fronte al Main Stand

Berwick-upon-Tweed è un vero e proprio gioiello,una cittadina di poco più di dodicimila abitanti che sorge a pochissimi chilometri a sud del confine scozzese, in Northumberland (Inghilterra), ma la squadra locale si è affiliata alla SFA dal 1905.

Saluti da Berwick-upon-Tweed

La cittadina ha davvero due anime, scozzese ed inglese, che convivono creando un mix intrigante. Le mura, costruite dagli inglesi per tenere a bada le incursioni scozzesi, circondano il borgo marinaro rendendolo unico e il molo, che si spinge ben addentro il Mare del Nord, è chiuso da un faro, una delle tante attrazioni turistiche del posto.

Il Royal Border Bridge (ferrovia) con, sulla sinistra, le rovine del castello – che sorge su un terreno in cui adesso pascolano liberamente le pecore

Da Edimburgo, in treno, ci si impiega poco meno di 45 minuti per raggiungere Berwick-upon-Tweed, che sorge sulla foce del fiume Tweed nel Mare del Nord. Come detto, consiglio davvero di mettere questo borgo marinaro nella propria lista, sia per una mezza giornata pre-gara, sia per un weekend detox tra mare, fiume e boschi.

Uno scorcio di Berwick-upon-Tweed

Ho raggiunto lo Shielfield Park a piedi dal faro, in circa mezz’ora. Ho avuto molta fortuna perché il meteo, nonostante le previsioni catastrofiche della settimana precedente, è stato davvero clemente e ho potuto godere di una giornata ventosa, nuvolosa ma sostanzialmente asciutta.

Il Main Stand dello Shielfield Park

Lo stadio non è solo usato per gare di calcio. Come il Central Park di Cowdenbeath ospita gare motoristiche (Speedway) ed è stato anche, per qualche anno, un cinodromo. La cittadina mi ha ricordato molto da vicino Galway, nella Repubblica d’Irlanda, e anche lo Sportsground (casa di Connacht) è un cinodromo piuttosto popolare tra gli appassionati.

Cartoline dallo Shielfield Park

I Berwick Rangers hanno ospitato oggi, in una gara valida per il sesto turno di Scottish Lowland Football League, i Dalbeattie Star, capolista con cinque vittorie consecutive a referto nelle prime cinque gare stagionali.

I Wee Rangers festeggiano l’unico goal di giornata, quello che ha permesso loro di battere il Dalbeattie Star

La capienza dello Shielfield Park è di poco superiore alle 4,900 unità ma oggi si sono registrati (dato ufficiale annunciato dallo speaker a fine gara) 293 spettatori. Un po’ pochi, per l’importanza della gara, ma va sempre considerato il contesto di calcio amatoriale al di fuori della league.

Entrambe le squadre sono scese in campo con le divise tradizionali, ‘black&gold’ per i padroni di casa, rossonero, per gli ospiti – che rappresentano una cittadina di poco più di 4mila abitanti che sorge in Dumfries and Galloway, a una dozzina di miglia a sud di Dumfries.

La vista sul campo dal Main Stand

Gli ospiti non mi hanno impressionato e hanno concesso ai Wee Gers di gestire la gara soprattutto nel primo tempo, chiusosi coi padroni di casa avanti 1-0. Nella ripresa mi aspettavo di più dalla capolista ma anche per merito dei locali, la Star non è praticamente mai riuscita a rendersi pericolosa e ha visto chiudersi a cinque vittorie consecutive la propria striscia positiva.

Per i Berwick Rangers vittoria importante per morale e classifica, nonostante ovviamente la stagione sia ancora davvero molto lunga.

Il match programme ufficiale della gara tra Berwick Rangers e Dalbeattie Star
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It’s good to be back

Il cancello principale del New Dundas Park

E cosi dopo diciassette lunghi mesi, sabato 31 luglio 2021 verrà ricordato, da me, come il giorno in cui sono finalmente tornato a vedere una gara di calcio dal vivo, in uno stadio, in mezzo ad altri tifosi.

L’ultima volta che avevo avuto occasione di vedere una partita dal vivo era stata il 23 febbraio 2020, all’Estadio de Vallecas, quando il Rayo Vallecano si era imposto 2-0 sull’Huesca del “figliol prodigo” Michel, tornato da avversario a casa sua.

Andando a guardare i programmi, l’ultima gara vista dal vivo in Scozia era addirittura in gennaio 2020, ad Easter Road (of all the places! ha, the irony) per il replay del quarto turno di Scottish Cup tra Hibernian e Dundee United.

La shed del New Dundas Park

Insomma, dopo diciassette lunghissimi mesi (in cui sono riuscito a vedere una sola gara dal vivo, di rugby, tra Fiji e Georgia al BT Murrayfield nella Autumn Nations Cup) sono finalmente riuscito a tornare a vedere calcio dal vivo.

Per l’occasione, la scelta è caduta sul New Dundas Park di Bonnyrigg, dove i padroni di casa del Bonnyrigg Rose Athletic FC ospitavano il Gretna 2008 nel quinto turno di Scottish Lowland Football League, la quinta serie della piramide del calcio scozzese.

Un momento della sfida tra Rose e Gretna

Ero già stato una volta al New Dundas Park, per la sfida tra la Rosey Posey (soprannome dei biancorossi) e l’East Kilbride, nell’ottobre 2019 (time flies) e l’atmosfera, allora, mi aveva davvero sorpreso in maniera positiva.

La scelta non è stata del tutto “libera” perché, al livello 0 della strada verso l’uscita da questa maledetta pandemia gli stadi sono si riaperti, ma con un livello minimo di capienza che rende, de facto, impossibile accedere a gare di SPFL – va considerato che sabato scorso, per la gara tra Hearts e Celtic (che i Jambos hanno vinto 2-1) solo poco più di 5,300 spettatori erano ammessi al Tynecastle Park. Gli Hearts hanno oltre dodicimila abbonati, quindi tra questi sono stati sorteggiati i nomi dei fortunati cui è stato concesso di accedere alla gara.

Bonnyrigg Rose-East Kilbride, 5 ottobre 2019

Insomma, tra le gare “rimanenti” quella del NDP era la più interessante, anche perché l’ospite di giornata, il Gretna 2008, era da tempo sulla mia lista di squadre da vedere.

Il Gretna 2008 ha preso il posto del Gretna FC, squadra che quindici anni fa aveva culminato la sua meteorica ascesa centrando la finale di Scottish Cup (poi persa, ma solo ai rigori) contro gli Hearts (con Rudi Skacel che aveva segnato l’unico goal dei Jambos durante i 120 minuti di gioco) prima di dichiarare bancarotta un paio d’anni dopo, nell’estate 2008.

“Questo” Gretna non è il diretto successore di “quel” Gretna (non avendone preso il titolo sportivo, contando anche che il vecchio Gretna è stato lasciato fallire), ma lo è di fatto perché, dopo un paio d’anni d’esilio ad Annan, gioca adesso al Raydale Park.

Insomma, siccome “quel” Gretna non tornerà più, mi sono accontentato di veder giocare il “nuovo” Gretna, sceso in campo con una divisa “hoops” bianconera e “costringendo” il Bonnyrigg Rose a giocare con maglia rossa (Macron), pantaloncini bianchi e calzettoni rossi (Puma, attuale fornitore tecnico).

I programmi delle due gare viste al New Dundas Park

Dopo la heatwave che ha colpito la Scozia si è attenuata, sabato il meteo diceva cielo coperto, showers a tratti e temperatura fissata sui 15C. Condizioni perfette per il mio ritorno, perché prediligo gare di questo livello giocate su un terreno di gioco imperfetto.

La cornice di pubblico è davvero sorprendente, ho acquistato il mio ingresso al tornello (pagando in contanti, £7) e il programma (£2) è come lo ricordavo, semplice ma davvero dettagliato. All’ingresso ho dovuto registrare la mia presenza allo stadio nel sistema “Checkin Scot”, per il track&trace in caso di positività, ma per il resto direi che per 90 minuti mi sono quasi dimenticato che, dal marzo 2020, le nostre vite sono state sconvolte.

La gara è anche stata piuttosto interessante: Gretna apparso la squadra migliore in avvio, ma andato a riposo sotto 3-1, con il Rose che ha dominato poi la ripresa chiudendo il match con un rotondo 6-2, e col Gretna che ha davvero dovuto ringraziare il suo portiere che ha evitato che il punteggio diventasse ancora più imbarazzante con almeno tre interventi decisivi.

Bonnyrigg Rose-Gretna 2008