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La quinta gara (di WSL) non si scorda mai

La vista dal mio seggiolino

Poco più di un mese fa (era il 12 febbraio) sono riuscito a mettere una clamorosa ‘tacca verde’ di fianco ad uno degli stadi che da, qualche anno, popolava la mia personale bucket list.

E quale occasione, in questa stagione, di visitare il Tottenham Hotspur Stadium se non per vedere la mia quinta gara di Barclays Women’s Super League? Avevo il biglietto dallo scorso agosto ma il match, in programma l’11 settembre, era stato rinviato a causa del funerale della regina.

Questa gara, poi, era stata fissata prima per sabato 11 febbraio e, dopo che avevo prenotato voli e albergo, spostata a domenica 12 a mezzogiorno – perché SkySports aveva deciso di trasmetterla in diretta.

Insomma, la sfida tra Tottenham Hotspur Women e Manchester United Women si è finalmente giocata e, avendo fortunatamente prenotato il volo di ritorno per domenica tardissimo pomeriggio, ho potuto realizzare uno dei miei obiettivi stagionali.

Il Tottenham Hotspur Stadium è un vero e proprio gioiello che sorge ad una manciata di metri dal vecchio White Hart Lane, casa degli Spurs per più di un secolo. Il lavoro fatto dal club, per una volta, va davvero elogiato perché sono riusciti, un po’ come fatto dagli arci-rivali dell’Arsenal, a costruire uno stadio più grande ma rimanendo nel proprio quartiere, rimanendo radicati alle origini e non facendo un’operazione fallimentare come quella del West Ham United che, abbandonato il Boleyn Ground, si è spostato al London Stadium.

Arrivo allo stadio con un paio d’ore d’anticipo perché non ero mai stato in zona e perché voglio avere tutto il tempo per godermi l’atmosfera ed esplorare lo stadio anche da fuori. Ci sono diversi modi per raggiungere lo stadio, io ho scelto di andare con la Tube a Sevens Sisters, poi prendere uno dei bus dalla fermata che si trova appena fuori dalle scale dell’Underground e sono sceso un paio di fermate prima – anche perché, per ordine pubblico, la strada principale che passa a fianco del Main Stand era già chiusa. Lo stadio è imponente e devo ammettere che sia il più moderno e attrezzato che abbia mai visto. Anche dal punto di vista dell’offerta gastronomica, nulla da eccepire. Mi resta comunque il dubbio che, al netto della novità, riuscirei a godermi davvero una stagione intera della mia squadra in un posto che mi offre un’esperienza davvero più vicina allo spettacolo teatrale che ad una gara di calcio, almeno come la intendo io.

Il match in programma, come detto, vedeva le Spurs Women, a caccia disperata di punti per allontanarsi dalla zona-retrocessione in cui sono finite grazie alla serie di risultati negativi inanellati da fine ottobre, sfidare le ManUtd Women, a loro volta invece impegnate nella lotta per il titolo con Chelsea, Arsenal e le rivali cittadine del ManCity.

Il pre-partita è scorso via tranquillissimo e quando ho preso posto, non potevo credere che, senza conoscere lo stadio minimamente, con poco meno di £10 mi ero garantito uno dei posti migliori: esattamente dietro la porta, ma sufficientemente rialzato per poter godere di una perfetta visuale di tutto il campo. Io sono cresciuto così, il calcio mi piace vederlo da dietro la porta!

Le Spurs si presentano al match con nuovi acquisti nel mercato di gennaio. Bethany England, una giocatrice che a me piace moltissimo, ha lasciato il Chelsea dove non trovava più posto regolarmente ed è arrivata in N17 per dare alle Spurs quel peso offensivo di cui avevano terribilmente bisogno, mentre Mana Iwabuchi è arrivata in prestito dall’Arsenal con le stesse motivazioni – ma il passaggio in prestito tra le due grandi rivali non ha lasciato indifferenti le tifoserie.

Il ManUtd aveva invece rifiutato un’offerta clamorosa dell’Arsenal per Alessia Russo e l’attaccante delle Lionesses viene schierata titolare da coach Mark Skinner, assieme alla migliore amica Ella Toone all’ala. Partiva dalla panchina Martha Thomas, unica giocatrice scozzese coinvolta nel match e che avrebbe avuto modo di giocare solo uno scampolo di gara.

Era la terza volta stagionale che avevo la fortuna di vedere dal vivo il Man United, decisamente la squadra favorita di giornata, e in tutte le occasioni le ho viste in un “big stadium”: prima all’Emirates Stadium, poi ad Old Trafford tra novembre e dicembre scorso.

Huddle del ManUtd Women al termine della gara sotto il settore occupato dai propri tifosi

Sarebbe arrivata anche la terza vittoria in tre occasioni, ma nonostante il pronostico favorevole le Red Devils hanno dovuto faticare per portarsi a casa i tre punti. Al vantaggio di Leah Galton, infatti, aveva risposto Beth England con uno dei goal della stagione che aveva infiammato gli oltre ventimila spettatori presenti. A confermare lo stato di forma, soprattutto mentale, tutt’altro che positivo delle Spurs, però, è uno sfortunato autogol arrivato nemmeno un minuto dopo il goal del pareggio.

La gara resta viva fino alla fine, anche grazie all’espulsione (poi, con le immagini televisive, cancellata dalla procura arbitrale) di Ella Toone ad una ventina di minuti dal novantesimo, ma il ManUtd riesce a portarsi a casa una vittoria (1-2) importantissima che le avrebbe lasciate in vetta alla classifica di WSL almeno fino allo scontro diretto col Chelsea di settimana scorsa, vinto dalle Blues con un goal capolavoro firmato da Sam Kerr su assist perfetto di Lauren James.

Resto dentro allo stadio ben oltre la fine del match per godermi il giro di campo di entrambe le squadre, poi decido di tornare a Sevens Sisters a piedi per farmi un’idea più precisa del quartiere in cui sorge lo stadio. Il servizio d’ordine è perfetto e posso scendere le scale verso i binari senza particolari problemi, non dovendo nemmeno più fare la coda. Bella esperienza, la quinta gara di WSL rimarrà con me per molto tempo e fa riflettere che, anche a questi livelli, giocare in uno stadio così sia un one-off e non la regola. Il pubblico ha risposto, spero che davvero i club capiscano (anche in Scozia) che per far crescere il movimento femminile ha bisogno di essere trattato alla pari con quello maschile – anche perché non esiste un calcio “maschile” o “femminile”. Esiste solo il calcio, The Beautiful Game. A game for everyone.

Si torna a casa