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L’importanza di vincere in casa dei rivali – anche quando giochi in campo neutro

Banchetto con materiale degli Hearts con il Famous Five Stand di Easter Rd sullo sfondo

Sabato 26 gennaio 2013 sono andato per la prima volta ad Easter Road, la casa dell’Hibernian FC, ma solo perché quel giorno gli Hearts giocavano la semifinale di Scottish Communities League Cup contro l’Inverness Caledonian Thistle.

Ricordo bene molte cose di quel giorno, ma anche piuttosto distintamente le polemiche (a mio parere più che legittime) scatenate dai tifosi del Caley Thistle sulla scelta della sede “neutrale” per la partita: mentre i Jambos, da Gorgie, possono raggiungere lo stadio di Leith con un bus diretto (il numero 1 della Lothian Buses) in poco meno di mezz’ora (traffico permettendo), per i sostenitori dei rossoblu la trasferta dalle rive del fiume Ness alla costa del Firth of Forth può anche durare più di quattro ore in pullman.

Un vero “campo neutro” ma, soprattutto, una vera decisione che avrebbe visto le due squadre incontrarsi a metà strada poteva essere uno dei due stadi di Dundee o anche Perth, ma la SFL allora scelse di giocare entrambe le semifinali nella Central Belt – e, stranamente, solo una di queste ad Hampden Park (quella tra St Mirren e Celtic, di cui ho già parlato).

Easter Rd visto dalla cima di Waverley Pl.

Io all’epoca non vivevo ancora in Gorgie quindi per arrivare ad Easter Road ho dovuto cambiare bus in centro. Adesso, dopo qualche anno qui, se il tempo lo permette consiglio di andare in centro coi mezzi e poi di scendere verso lo stadio degli Hibs facendosi una passeggiata su Leith Walk. Cosi facendo, il tragitto si allunga sensibilmente ma si ha occasione di godersi l’atmosfera di uno dei quartieri più cosmopoliti di Scozia.

Esperienza che ho fatto spesso, ma davvero pochissime volte per una partita di calcio perché, come ho già detto, da tifoso degli Hearts non ho molte ragioni di andare ad Easter Rd.

Per una vista “casual” dello stadio, invece, scendete su London Rd e proseguite oltre l’incrocio con Easter Rd, poco più avanti troverete dei vicoli con scalinata e da li la vista è davvero suggestiva. Lo stadio si vede anche piuttosto bene da Calton Hill, oltre che dall’aereo se siete seduti sul lato sinistro vista finestrino arrivando dall’Italia.

Uno scorcio di Easter Rd visto dal West Stand (Main Stand)

Se visto da fuori lo stadio ha un certo fascino, non sono invece un grande fan di Easter Rd da dentro e il fatto che tifi Hearts non influisce assolutamente sul mio giudizio: ho visto foto dello stadio prima della ristrutturazione e, se paragonate al risultato odierno, il lavoro fatto ha avuto un effetto terribile, uccidendo l’atmosfera e l’unicità dello stadio nel nome di quattro stand “comodi” ma senz’anima.

Tornando alla gara, per gli Hearts siamo nella stagione post-fiveone, post-Romanov, la stagione in cui, risvegliatisi dall’hangover dopo il trionfo in Scottish Cup proprio contro gli Hibs (che si sarebbero dovuti sentire il coro “since 1902” ancora per altri quattro anni) si è subito capito che, per gli anni a seguire, ci sarebbe stato davvero da soffrire.

Con queste premesse, giocare la semifinale di una coppa (considerata la “wee Cup”, ma pur sempre un major trophy) era davvero un risultato importante. I Jambos arrivarono alla gara entrando nella competizione al terzo turno e dopo aver battuto Livingston (3-1 al Tynecastle) e Dundee United (4-5 ai rigori al Tannadice), mentre l’Inverness era partito dal secondo turno battendo, a sua volta, Arbroath (0-2 al Gayfield Park), Stenhousemuir (5-6 ai rigori ad Ochilview Park) e Rangers (0-3 ad Ibrox).

I giocatori degli Hearts festeggiano sotto il settore dei Jambos il goal di Ngoo

Considerando come le due squadre sono arrivate a quella sfida, non sorprende che la gara sia stata decisa ai calci di rigore. L’Inverness, allora guidato da Terry Butcher, era passato in vantaggio in avvio di secondo con Andrew Shinnie tempo prima che Ngoo trovasse il pareggio per gli Hearts. L’espulsione di Scott Robinson costrinse gli Hearts a giocare quasi un’ora (compresi i supplementari) in inferiorità numerica e anche per questo il successo finale (arrivato grazie all’errore di Philip Roberts nell’ultimo penalty della serie) è stato festeggiato da tutto l’ambiente, giocatori e i numerosi tifosi accorsi, con grande entusiasmo. Una vittoria ad Easter Rd, ambiente ostile per eccellenza per un tifoso degli Hearts, va sempre festeggiata anche quando non giochi contro i tuoi rivali!

Il match programme ufficiale della gara tra Inverness Caley Thistle e Hearts

I tifosi degli Hearts erano, per ovvie ragioni, la stragrande maggioranza dei 16,300 spettatori presenti quel giorno e il ritorno verso Gorgie è stato, ancora una volta, festoso. Quella stagione sarebbe stata, però, davvero avara di ulteriori soddisfazioni considerando che gli Hearts sarebbero poi stati battuti dal St Mirren in finale di League Cup, dopo esser stati eliminati dalla Scottish Cup proprio dagli Hibs (1-0 ad Easter Rd) e in campionato avrebbero chiuso al decimo posto, cambiando oltretutto guida tecnica in febbraio con Gary Locke che prese il posto di John McGlynn (che ad inizio carriera si è anche trovato a fare lavori da idraulico per permettere al suo club di allora di andare avanti).

Sembra quasi impossibile da credere che la stessa squadra, ad inizio stagione, era stata eliminata dall’Europa League ai playoff dal Liverpool perdendo 0-1 al Tynecastle ma pareggiando 1-1 ad Anfield, passando in vantaggio con Templeton prima che Luis Suarez spegnesse i sogni di tempi supplementari con un goal al minuto 88.

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Rugby lover e blogger. Collaboratore di OnRugby come corrispondente dalla Scozia dal 2016. Mi sono lentamente ma inesorabilmente appassionato alla palla ovale e dal 2008 ho iniziato a scrivere di rugby, collaborando con lameta, mondorugby.com e portando l'ovale dentro SportPeople. Dal 2013 ho partecipato come corrispondente dalle Home Nations all'avventura di DotRugby e ho collaborato con The Sport Review, InsideRugby Italia, The Offsideline, SCRUM Magazine, il sito ufficiale delle Zebre Rugby - per cui ho curato la fase finale del Pro12 stagione 2013/'14 - e il sito ufficiale del Guinness Pro12 (sezione in italiano). "Alba Ovale" è un progetto pensato nel 2012 e partito nel 2013, per far conoscere il "dietro le quinte" del rugby scozzese al pubblico italiano appassionato di rugby. Dalla Scozia, guarda al mondo celtico e alle Home Nations, con attenzione anche alle vicende del rugby italiano e internazionale.

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