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Dove il mare incontra il calcio

L’East Stand del Gayfield Park col mare alle sue spalle

Ho già usato l’espressione “luogo dell’anima” su queste pagine, nel post fatto qualche giorno fa sul Cappielow Park. Devo usarla, giocoforza, ancora anche oggi – ma, prometto, non sarà cosi abusata in futuro.

Parlare di Arbroath senza definirlo un luogo dell’anima, sarebbe semplicemente impossibile. Perché per chi, come me, ha a cuore la Scozia, Arbroath rappresenta davvero molto di più di un luogo da visitare per dire “ci sono stato”. Arbroath, per la Scozia, potrebbe davvero essere considerato come Guernica-Gernika per i Paesi Baschi, ovvero un luogo dell’anima, un simbolo di unità, una sineddoche per il Paese intero.

Inutile dire, dopo questa premessa, che considero indispensabile una visita alla cittadina che sorge in Angus, sulle coste del Mar del Nord, a poco meno di due ore di treno da Edimburgo. Ci sono treni diretti tutto il giorno ma non sono frequentissimi, quindi consiglio di prenotare per tempo e consultare gli orari online sul sito della ScotRail – scaricatevi la app, dove ci sono davvero tutte le info necessarie e attraverso cui si possono anche acquistare i biglietti.

La copia della Declaration of Arbroath esposta all’interno della Arbroath Abbey

Arbroath è conosciuta nel mondo per aver dato il nome alla “Dichiarazione”, una lettera scritta nel 1320 da nobili scozzesi e indirizzata all’allora papa Giovanni XXII, in risposta alla scomunica comminata a Robert the Bruce, reo agli occhi del pontefice di aver ignorato la sua richiesta di tregua (1317) durante la prima guerra d’Indipendenza scozzese.

In quella lettera, oltretutto, si fa riferimento ad un Regno di Scozia indipendente, e non un territorio sottomesso alla corona inglese. Celeberrimi sono alcuni passaggi del testo, come “We do not fight for honour, riches, or glory, but solely for freedom which no true man gives up but with his life.

La Declaration of Arbroath è stata spedita dalla Arbroath Abbey, l’abbazia che – seppur in rovine – si può visitare (e vale davvero la pena). Dista davvero a poche centinaia di metri dalla stazione dei treni, a questo link tutte le informazioni utili (orari, costo entrata etc).

Uno scorcio dell’interno della Arbroath Abbey

Sono stato due volte ad Arbroath, entrambe con la scusa di vedere gli Hearts sfidare in amichevole pre-season il club locale, l’Arbroath FC al Gayfield Park.

Prima di andare allo stadio, come consuetudine, tappa alla Abbey e pranzo al The Old Brewhouse, pub/hotel situato in riva al mare all’inizio del suggestivo porto, dove si può gustare il piatto tipico del luogo: lo smokie.

Lo smokie è haddock (più o meno, merluzzo) affumicato con un procedimento particolare, cotto al vapore e servito con patate e insalata. Una vera e propria delizia.

Lo smokie che ho avuto la fortuna di mangiare in tutto il suo splendore

Dal molo si arriva allo stadio a piedi in una decina di minuti e si può costeggiare il mare fino al Gayfield Park, che sorge davvero a pochissimi metri dalla riva. Lo stadio, in sé, è piuttosto “vecchio stile” e anche, volendo essere un po’ cattivi, non proprio in grandissime condizioni ma location e quest’aria di “tempi che furono” lo rendono davvero speciale.

Oltretutto, d’inverno la posizione geografica fa in modo che il Gayfield Park sia uno dei posti più freddi del calcio – e, se siete fortunati, in giornate di mareggiata potete anche vedere giocatori bagnati dal mare mentre battono un calcio d’angolo!

Panoramica del Gayfield Park dalla bandierina all’angolo tra il Main Stand e la North Terrace

Io sono andato sempre in estate e ho avuto la fortuna di trovare due giornate piuttosto asciutte, che hanno reso le due visite ancora piú piacevoli.

I Lichties (questo il soprannome dell’Arbroath FC) sono in questa stagione in Championship ma il primo anno che li vidi giocare, nell’estate 2018, erano ancora in League 1 e quel giorno non era nemmeno stato fatto un programma ufficiale della partita. Nel negozio all’interno dello stadio vendevano, al suo posto, i fogli fotocopiati (a colori) delle formazioni per una cifra, se ricordo bene, non superiore a 50p.

Il foglio delle formazioni della pre-season friendly tra Arbroath e Hearts nel luglio 2018

Hanno la maglia maroon, come gli Hearts, su cui campeggia (nella parte alta della schiena) una bandiera scozzese, e uno zoccolo duro di appassionati.

La cittadina ha poco più di 23mila abitanti e, pur non avendo dati precisi, credo che la media-spettatori si aggiri attorno al migliaio tra paganti e abbonati. Sul sito ufficiale del club è presente il dato spettatori (1,373) presenti sugli spalti il 4 maggio 2019, giorno in cui i Lichties hanno festeggiato la vittoria della League 1 e la promozione in Scottish Championship pareggiando (1-1) contro il Dumbarton, al termine di una stagione che hanno davvero dominato dalla prima giornata.

Il banner che celebra il successo dell’Arbroath in League 1 nella stagione 2018/19 appeso all’interno del Gayfield Park

Il 3 luglio 2018 gli Hearts vinsero (1-2) mentre un anno dopo subirono una brutta sconfitta (2-0, era il 29 giugno 2019) che, col senno di poi, si poteva leggere come una triste premonizione della stagione che ci attendeva.

Arbroath è un posto davvero unico e, come ho già detto, consiglio davvero di metterlo nella vostra lista per il prossimo viaggio in Scozia. Nonostante le quattro ore scarse di viaggio (se pensate di fare andata/ritorno facendo base ad Edimburgo, due ore per tratta) si può visitare tranquillamente in una giornata e soprattutto ci si può vedere una partita di calcio senza per questo rinunciare ai piaceri da “turista” che la cittadina offre.

Author:

Rugby lover e blogger. Collaboratore di OnRugby come corrispondente dalla Scozia dal 2016. Mi sono lentamente ma inesorabilmente appassionato alla palla ovale e dal 2008 ho iniziato a scrivere di rugby, collaborando con lameta, mondorugby.com e portando l'ovale dentro SportPeople. Dal 2013 ho partecipato come corrispondente dalle Home Nations all'avventura di DotRugby e ho collaborato con The Sport Review, InsideRugby Italia, The Offsideline, SCRUM Magazine, il sito ufficiale delle Zebre Rugby - per cui ho curato la fase finale del Pro12 stagione 2013/'14 - e il sito ufficiale del Guinness Pro12 (sezione in italiano). "Alba Ovale" è un progetto pensato nel 2012 e partito nel 2013, per far conoscere il "dietro le quinte" del rugby scozzese al pubblico italiano appassionato di rugby. Dalla Scozia, guarda al mondo celtico e alle Home Nations, con attenzione anche alle vicende del rugby italiano e internazionale.

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