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L’Europeo che ha cambiato la mia percezione del football per sempre

Il trofeo di Euro2022 fatto coi mattoncini LEGO esposto nel fan village di Old Trafford

Ieri mancavano 100 giorni esatti al calcio d’inizio del primo match (tra Germania e Scozia) dell’Europeo maschile e, inevitabilmente, tutta l’attesa per l’evento (che io mi godrò in tv dal mio divano) mi ha fatto ricordare le emozioni vissute in prima persona un anno e mezzo fa, quando nell’estate del 2022 mi apprestavo a vivere il mio primo Europeo (femminile) di sempre, un torneo che avrebbe cambiato la mia percezione del football facendomi innamorare di nuovo, perdutamente, di questo sport.

Un momento di Inghilterra v Austria ad Old Trafford

Quel torneo, infatti, mi ha portato in giro, in solitaria, per l’Inghilterra, fatto scoprire posti nuovi e definitivamente rotto gli indugi sul mio amore per the beautiful game. Anzitutto, il torneo mi ha fatto conoscere Manchester, una città che fino al luglio 2022 conoscevo solo grazie agli Oasis e poco altro e che, immediatamente, è diventata uno dei miei “luoghi dell’anima”.

Come il centro di Manchester mi ha accolto

Sono arrivato a Manchester in treno, da Edinburgh Waverley, per la gara d’esordio di Euro2022, tra l’Inghilterra padrona di casa e l’Austria. Quella sarebbe stata l’unica gara disputatasi ad Old Trafford, con l’Academy Stadium (casa del Manchester City Women) come altra sede delle gare in città. Non potevo, quindi, perdere l’occasione di vedermi la gara di esordio di un torneo internazionale a poco più di tre ore di treno di distanza.

Mi sono organizzato con trasferimenti e alloggio quasi con un anno di anticipo e non potevo prevedere, a quel tempo, che le condizioni meteo sull’isola sarebbero state quasi “estreme”, per colpa di un’ondata di calore clamorosa che mi avrebbe complicato, non poco, i piani.

Welcome to Manchester

Partiamo con ordine, però. Il primo capitolo del mio Euro2022 inizia, come detto, da Manchester – precisamente da Old Trafford – il 6 luglio, con la sfida inaugurale. Le Lionesses soffrono molto la pressione e non riescono a dare il meglio di se stesse, ma va dato anche merito all’Austria di riuscire a mettere in difficoltà le padrone di casa. Finisce comunque 1-0, grazie al goal di Beth Mead nel primo tempo.

Il giorno dopo torno a casa, e onestamente sarei già stato contento cosi, perché Manchester mi è entrata subito nel cuore, Old Trafford esaurito in ogni ordine di posti è stata un’esperienza incredibile e avrei avuto bisogno di tempo per rendermi conto esattamente di quanto era successo.

Le Oranje Leeuwinnen salutano i propri fans a fine gara

Il 17 luglio, invece, ero di nuovo in viaggio, di nuovo su un treno e stavolta diretto a Sheffield. Sosta forzata a Doncaster, per il cambio di treno, e poi via verso Bramhall Lane per la sfida tra Svizzera ed Olanda. Avevo già visto entrambe le nazionali in azione, anni addietro, contro la Scozia ma non ero mai riuscito a godermi lo spettacolo dei tifosi Oranje in azione, con la loro danza “links-recht” che resterà per sempre come uno degli highlight della mia esperienza.

Un momento di Svizzera v Paesi Bassi a Sheffield

Lo stadio in sé è stato una piacevolissima sorpresa, oltretutto, mentre la gara ha visto le olandesi dominare soprattutto nel secondo tempo e si è chiusa sul 4-1 per le leonesse arancioni, che sono però riuscite a fiaccare la resistenza svizzera solo con tre goal nei minuti finali. Quel giorno, Vivianne Miedema, una delle mie giocatrici preferite, non aveva potuto giocare perché era risultata, nella settimana precedente il match, positiva al covid-19 (si, c’erano ancora i controlli all’epoca anche se, adesso che scrivo, mi sembra di parlare di un secolo fa) e la scena se l’era presa Leuchter, autrice di una doppietta dopo essere entrata in campo nell’ultimo quarto di gara al posto di Beerensteyn.

Italia v Belgio all’Academy Stadium di Manchester

Il giorno dopo sono tornato a Manchester, stavolta ad est della città e per la mia prima gara di sempre della Nazionale Italiana femminile. Le Azzurre si giocavano le ultime speranze di qualificazione nello scontro diretto col Belgio, uscendo però sconfitte (1-0) e di conseguenza eliminate dal torneo già nella fase a gironi. L’Europeo delle Azzurre, però, era già stato compromesso all’esordio con la pesante sconfitta (5-1) subita contro la Francia a Rotherham.

Il giorno seguente, 19 luglio, era libero da gare e vedeva il mio tentativo di spostarmi da Manchester a Brighton. Con temperature vicine ai 40C, che avevano creato disagi importanti e cancellazioni di treni, ho avuto la fortuna di vedere il mio treno da Manchester a Londra (dove avrei poi cambiato, spostandomi da Euston Station a London Bridge) confermato. Ovviamente, a causa di tutte le altre cancellazioni, il treno era davvero pieno ed è anche stato costretto a ridurre la velocità in alcuni tratti, soggetti a problemi alle rotaie causate dall’ondata di calore anomala.

Brighton

Insomma, in qualche modo sono riuscito ad arrivare a Brighton, il punto estremo del mio viaggio attraverso l’Inghilterra, e mi ero premiato (nonostante il forte caldo che si percepiva anche lì, e soprattutto il caldo terrificante che mi aspettava al ritorno in camera) con una passeggiata sul molo (il mitico Brighton Pier), un giro per i luoghi divenuti famosi anche grazie a Quadrophenia e un fish&chips con vista mare.

In spiaggia a Brighton, in attesa delle gara

Il giorno dopo iniziavano i quarti di finale e, all’Amex Stadium, l’Inghilterra sfidava la Spagna. Lo stadio, casa del Brighton&Hove Albion, è davvero bellissimo e l’atmosfera quella sera era elettrica. La Spagna sarebbe passata in vantaggio per prima, con un bel goal di Esther González, mai goal di Toone (a pochi minuti dalla fine dei tempi regolamentari) e Georgia Stanway, nel primo tempo supplementare, avrebbero garantito alle Lionesses la vittoria e il passaggio in semifinale, dove avrebbero affrontato la Svezia a Sheffield.

L’Amex Stadium

Il giorno seguente ho lasciato Brighton, dove ho anche lasciato un pezzetto di cuore (città davvero stupenda a mio parere, dove spero di tornare il prima possibile) perché il mio Europeo proseguiva, in condizioni climatiche non più “estreme”, a Londra per il secondo quarto di finale tra Germania e Austria.

La gara era in programma nel nuovo stadio del Brentford, un piccolo gioiello incastonato tra nuovi edifici a due passi dalla stazione dei treni di Kew Bridge – dove sarei arrivato e ripartito verso il mio hotel.

Il Brentford Community Stadium a poco meno di due ore dal kickoff

La mia quinta e penultima gara di Euro2022 si chiuse col successo della Germania (2-0) grazie ai goal di Lina Magull e Alexandra Popp, che assieme e Svenja Huth formano il trio delle mie giocatrici tedesche preferite. L’Austria, come contro l’Inghilterra ad Old Trafford, aveva disputato un’ottima partita dimostrando che la qualificazione ai quarti (ai danni delle Norvegia) non era stata frutto del caso, ma le tedesche quella sera erano davvero superiori in tutti i reparti.

Il viaggio di ritorno, in treno da London King’s Cross (non prima della tappa all’Emirates Stadium per farmi mettere nome/numero di Jen Beattie sulla maglia dell’Arsenal Women che avevo acquistato un anno prima) verso Waverley è stato, for a change, tranquillo.

Un po’ di Scozia non guasta mai!

Non riuscendo ad organizzarmi col lavoro per vedere almeno una delle due semifinali, la mia attenzione era ormai proiettata alla finalissima di Wembley, in programma il 31 luglio. Una doppietta di Popp aveva consentito alla Germania di superare, non senza fatica, la Francia a Milton Keynes e ci aveva regalato una finale clamorosa, perché le padrone di casa dell’Inghilterra, la sera prima a Sheffield, avevano battuto senza appello (4-0) la Svezia.

Il programma ufficiale del torneo

Sabato 30 luglio arrivo a Londra in aereo, perché se ricordo bene uno sciopero dei treni aveva messo a rischio i viaggi in quel weekend – non c’era solo il meteo a rendere problematici i miei spostamenti! – e, potendo fare il check-in anticipato, riesco anche ad organizzarmi per andare a vedere, finalmente, una gara del Leyton Orient in casa (prima giornata della stagione 2022/23 di League Two, con gli O’s che ospitavano il Grimsby Town neopromosso dal Vanarama). Ho un legame particolare con il Leyton Orient, squadra che spesso sceglievo a FIFA (quando ancora giocavo con la PS2) e che quindi avevo sempre sognato, almeno una volta, di vedere giocare dal vivo.

Brisbane Road, la casa del Leyton Orient nel pre-partita

Il giorno dopo aver realizzato un piccolo sogno, ne avrei realizzato un altro ancora più grande: la finale di un torneo internazionale al Wembley Stadium.

Ci ero già stato una volta, a Wembley, a vedere una partita di rugby tra i Saracens e i Northampton Saints, ma quell’esperienza non mi aveva preparato alle emozioni vissute quel 31 luglio 2022.

L’Olympic Way vista dall’uscita della fermata della Tube, Wembley Park

Anzitutto, Wembley era sold-out e questo dato, per una gara di calcio “femminile”, era davvero qualcosa di storico (sarebbero seguiti altri sellout e altri record infranti, ma quel giorno davvero si è scritta una pagina di storia del calcio). L’Inghilterra aveva occasione di vincere l’Europeo (maschile o femminile) per la prima volta nella sua storia e quindi “it’s coming home”, ahimè, mi usciva dalle orecchie da tante volte l’ho sentita in quei giorni! Mentre la Germania aveva la possibilità di mettersi, per la nona volta (!) in bacheca il trofeo.

Era difficile dire chi fossero le favorite, alla vigilia, ma l’infortunio di Popp durante il riscaldamento ha davvero inferto un colpo duro alle speranze di titolo delle tedesche. Le Lionesses arrivavano alla finale, nonostante il vantaggio di giocare in casa e i risultati ottenuti sulla strada verso Wembley, con qualche punto di domanda sulla loro abitudine a gare cosi importanti e con il precedente dell’esordio del torneo, ad Old Trafford, dove la pressione aveva giocato loro qualche scherzo.

Il Wembley Stadium col tabellone luminoso ad indicare il record di spettatori

Il pre-partita è davvero bello, mi regalo la camminata dalla stazione della metropolitana verso lo stadio, intravedendo la struttura e l’arco fin dai primi gradini, prendo il programma e mi avvio verso il mio posto, nell’ultimo anello dello stadio ma con un’ottima visuale sul campo.

Il match è intenso. Il pubblico spinge le Lionesses che passano per prime in vantaggio con Toone, prima che Magull pareggi per la Germania.

Il match resta in bilico fino al minuto 110, quando Chloe Kelly, in mischia, riesce a spedire la palla in rete prima di correre verso la panchina e togliersi la maglia per festeggiare il goal diventando, immediatamente, un’icona del calcio mondiale grazie alla sua celebrazione.

Il match programme della finale

Finisce 2-1 e l’Inghilterra riesce a vincere il suo primo Europeo, per la gioia della maggior parte dei presenti a Wembley. Il giorno dopo, a Trafalgar Square, la squadra avrebbe festeggiato con un’altra cerimonia il trionfo nel cuore di Londra, ma mentre Leah Williamson e compagne salivano sul palco, io tornavo in Scozia.

Certo, il rammarico più grande della mia avventura è stato quello di non poter vedere la Scozia in azione ma, allo stesso tempo, le emozioni provate mi hanno convinto che devo fare di tutto per mettermi nelle condizioni di vivere, di nuovo, un Torneo cosi in prima persona, il prima possibile.

Fuori dal Sir Alex Ferguson Stand, prima dell’esordio del Torneo
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Ecco le prime avversarie della SWNT sulla strada verso Euro2025

Il gruppo della SWNT

Col sorteggio effettuato al mezzogiorno (nostra ora) di oggi, la Scozia Femminile ha conosciuto le prime avversarie sulla strada verso il prossimo campionato europeo, in programma in Svizzera nel luglio 2025.

Dopo la deludente performance nell’ultima Women’s Nations League, con l’ultimo posto e conseguente retrocessione nel Gruppo B, la Scozia si trova nella seconda fascia anche del sorteggio, con i criteri di selezione basati appunto sui risultati nell’ultima edizione della Women’s Nations League.

Le ragazze di coach Pedro Martinez Losa sono state inserite nel gruppo B2 con Serbia, Slovacchia ed Israele nella fase a gironi del torneo di qualificazione, che si disputerà (con gare di andata e ritorno) tra aprile e luglio 2024 – presto conosceremo date, orari e sedi di tutti gli incontri.

Solo le prime due nazionali di ogni gruppo A andranno direttamente all’Europeo, assieme alla Svizzera padrona di casa che ha un posto garantito ma, per creare ulteriore confusione, è stata comunque inserita nel Gruppo B – va considerato che questo torneo di qualificazione è, di fatto, la seconda edizione della Women’s Nations League “in disguise”, tanto che le vincenti dei gruppi B e C verranno promosse nei rispettivi gruppi (A e B), mentre le ultime nazionali classificate nei gruppi A e B verranno retrocesse, rispettivamente, in B e C.

C’mon Scotland!

Conclusa la fase a gironi, inizierà quella dei playoffs e per questo mi affido alle parole trovate sul sito ufficiale della Scottish FA perché onestamente diventa davvero complicate spiegare il cervellotico processo: “(…) The first round of the play-offs is split into two paths. In one path, the teams finishing third and fourth in League A will play the five group winners and three best-ranked runners-up in League C. The eight winners progress to the second round.

In the other first round path, the four group winners and two best-ranked runners-up in League B will be drawn into six ties against the remaining two runners-up and four third-placed teams in League B. The six winners progress to the second round.

In the second round, the teams from both paths come together and will be drawn into seven ties, with seeding for the seven highest-ranked teams based on the European Qualifiers overall league rankings. The seven winners progress to the final tournament.

Insomma, per farla breve: la SWNT deve anzitutto trattare il torneo di qualificazione considerando anche la possibilità di tornare nel Gruppo A della Women’s Nations League e, quindi, deve vincere il suo girone – cosa, sulla carta, non impossibile. Poi, si vedrà ma il cammino per tornare a disputare la fase finale di un major tournament è tutt’altro che in discesa.

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La regular season delle Hearts Women si chiude con una bella vittoria al Foundation Park

Il Foundation Park di Dundee, casa delle Dundee United Women

Non c’era modo migliore di chiudere la prima fase della SWPL, per le Hearts Women, che con una netta vittoria in trasferta nell’ultima giornata prima dello split.

Dopo le belle vittorie raccolte nelle ultime uscite, che avevano consentito alle Jambos di riprendersi il quarto posto in classifica, era fondamentale arrivare alla pausa – domenica prossima, infatti, la SWPL si ferma per fare spazio ai quarti di finale di Women’s Scottish Cup, con le Hearts attese da un’insidiosa trasferta al Petershill Park, contro le Partick Thistle, per un posto alle semifinali e il primo viaggio ad Hampden Park – con altri tre punti a referto.

Poco prima del fischio d’inizio

Se ad inizio stagione l’obiettivo stagionale era di migliorare il quarto posto nella classifica finale dello scorso anno, col passare dei mesi si è capito che le Jambos, nonostante i numerosi innesti nel mercato estivo ed invernale abbiano alzato la qualità della rosa a disposizione di coach Eva Olid, hanno ancora qualche aspetto da sistemare se vogliono lottare per una delle prime tre posizioni, che anche quest’anno sembrano essere appannaggio esclusivo delle tre “big” di Glasgow.

La lotta per il quarto posto, però, quest’anno è davvero agguerrita perché Hearts, Hibs e Partick Thistle sono separate da una manciata di punti e ogni turno le posizioni possono cambiare.

Un momento del match

Anche per questo, come detto, fare risultato contro una squadra, il Dundee United che siede sul fondo della classifica, era davvero categorico per le Hearts. Missione compiuta nel primo tempo del match, con tre goal (doppietta di Emma Brownlie intervallata dal bel goal di Danny Findlay) a fissare il risultato sullo 0-3 con cui si chiudono match e stagione regolare.

Sono andato a Dundee in pullman, per la prima volta (nelle altre due occasioni mi ero mosso in treno) e ho deciso di partire con qualche ora di anticipo sul kickoff, per evitare ogni tipo di inconveniente o di ritardo sul tragitto. Il viaggio dalla bus station di Edimburgo a quella di Dundee è corso via tranquillo, tanto che ho avuto addirittura tempo di visitare di nuovo il V&A prima di incamminarmi verso il Foundation Park, lo stadio che ospita le gare del Dundee United Women e che sorge a pochissimi metri da Tannadice e Dens Park, completando idealmente il “triangolo calcistico” della città.

Il V&A di Dundee

Il tragitto a piedi non è proprio brevissimo, poco più di un miglio, ma considerando la clemenza del meteo (cielo coperto, ma senza pioggia né vento) in poco meno di mezz’ora sono arrivato al campo, in tempo per godermi tutto il riscaldamento e scegliere il mio posto.

Le squadre si riscaldano

Avevo visto il Foundation Park solo in fotografia o negli highlights della BBC e devo ammettere che mi ricorda moltissimo il Petershill Park, essendo inserito in contesto urbano e circondato da case. Il lavoro fatto dal Dundee United, comunque, va elogiato perché lo stand (tre file di seggiolini) completa il campo e la sensazione generale è quella di essere riusciti a costruire uno stadio per la squadra femminile ad un passo dal Tannadice, inserito in zona e creando l’effetto di casa del club.

Al ritorno il percorso è molto più veloce, sia nel tragitto a piedi fino alla bus station (anche perché, per un buon tratto, mi fido di Google Maps e non della mia memoria) che in pullman verso casa.

Le Jambos difendono un corner nella ripresa

Settimana prossima saremo ancora in viaggio, stavolta verso ovest, per la sfida di Women’s Scottish Cup al The Peasy contro il Partick Thistle, un’avversaria sempre molto difficile da affrontare ma che, quest’anno, le Jambos hanno già battuto due volte in SWPL. La posta in palio è comunque altissima per entrambe, con un viaggio a Hampden Park per la semifinale e la concreta possibilità di scrivere un’altra pagina di storia dei rispettivi club.

One Love, One Hearts
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Inter Women all’Arena Civica, finalmente

Lo skyline di Milano che si vede dai gradoni dell’Arena Civica

Inauguro con questo post una nuova categoria, “il calcio delle altre – il calcio degli altri” dove parlerò di partite o di argomenti che non interessano direttamente il calcio scozzese.

Lo avevo già fatto con Alba Ovale, il mio blog sul rugby scozzese, e sinceramente mi stupisco di essere arrivato solo ora ad aggiungere questa categoria qui, ma diciamo che l’evento di cui parlo meritava, da solo, una categoria.

Sono infatti riuscito, due settimane fa, a vedere una partita dell’Inter all’Arena Civica di Milano, un luogo storico per chi ha a cuore i colori nerazzurri (ma non solo) perché, dal 1930 al 1947 (dovendo anche cambiarsi il nome in Ambrosiana su richiesta del regime) l’Inter aveva giocato qui le sue gare casalinghe.

Ingresso in campo delle due squadre

L’Arena Civica, intitolata a Gianni Brera (giornalista sportivo pavese) nel 2002, è stata completata nel 1805 e inaugurata nel 1807 con una battaglia navale (una naumachia, come quelle che i Romani facevano nei propri anfiteatri). Nel 1910, ha ospitato la prima gara di sempre della Nazionale Italiana (maschile), contro la Francia e nel corso della sua storia ha assistito a diversi eventi, non solo sportivi e talvolta drammatici (come la fucilazione di otto antifascisti nel dicembre 1943) dal suo posto d’onore all’interno del Parco Sempione.

Insomma, l’Arena (che è stata anche casa del rugby italiano, oltre che del Brera Milano) è davvero un luogo ricco di storia e la decisione dell’Inter di farla tornare casa, della squadra femminile stavolta, mi ha deciso a prenotare una vacanza in Italia.

La gara che ho scelto è quella, sempre ricca di fascino, tra Inter Women e Juventus Women. L’Inter, che nel mercato di gennaio si è rinforzata con l’arrivo, tra le altre, della nazionale azzurra Annamaria Serturini dalla Roma e Lina Magull, una delle mie giocatrici preferiti e una delle migliori centrocampiste offensive d’Europa, dal Bayern München, ospita la Juventus seconda in classifica e unica, vera avversaria della Roma sulla strada per il secondo scudetto consecutivo.

La gara è in programma mercoledì 14 febbraio, con kick off fissato per le 19 ora locale e ingresso gratuito previa registrazione sul sito dell’Inter. Io arrivo da Saronno in tarda mattinata e ne approfitto, scendendo dal treno alla stazione di Cadorna, per fare due passi e vedermi l’Arena anche con la luce del giorno.

La Palazzina Appiani, parte della tribuna centrale dell’Arena Civica

In serata, poi, con un’ora di anticipo sul fischio d’inizio, percorro a piedi le poche centinaia di metri che separano la mia stanza dalla struttura e mi preparo, come sempre, a godermi anche tutto il riscaldamento.

Non saremo in tanti, purtroppo, perché orario e giornata (San Valentino) non sono davvero congeniali ma a me, personalmente, il numero di spettatori presenti è un dato che, quella sera, non mi interessa.

Una fase della prima frazione di gioco, con l’Inter in attacco

La Juventus, ispirata da Cristiana Girelli, domina il primo tempo e si porta subito avanti di due reti, con la doppietta di Echegini, fissando il punteggio sullo 0-2 con cui, nonostante l’Inter nella ripresa provi a costruire qualcosa, si chiude il match.

La mia terza gara di Serie A Femminile, la prima all’Arena Civica, si chiude con una passeggiata verso l’hotel e mi lascia ricordi che resteranno per sempre con me.

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Erin Cuthbert ha trascinato il Chelsea Women ai quarti di UWCL

Poco più di un mese fa, mercoledì 24 gennaio, ero a Londra per la sfida tra Chelsea Women e Real Madrid Femenino, che si sfidavano in una gara valida per il quinto turno della fase a gironi della UEFA Women’s Champions League.

Avevo voglia di vedere, di nuovo, il Chelsea a Stamford Bridge e mi ero prenotato biglietto della gara, volo e albergo con un paio di mesi di anticipo, considerando che quella contro il Real Madrid avrebbe potuto essere una gara decisiva per i destini del gruppo D.

Lo era, infatti, ma solo per il Chelsea perchè le madrilene, dopo il pareggio conquistato proprio contro il Chelsea nella gara di andata, non erano più riuscite a raccogliere punti, risultato deludente e, alla vigilia, piuttosto difficile da pronosticare.

La mia sciarpa, e il match programme della sfida

Il Chelsea, invece, aveva fatto un po’ fatica ma era riuscito, contro Häcken e Paris FC, a prendersi i punti che rendevano, di fatto, la gara di fine gennaio decisiva: con una vittoria, infatti, le Blues avrebbero conquistato il passaggio ai quarti di finale della competizione europea, vero obiettivo stagionale per dare il miglior sending off possibile ad Emma Hayes, che dalla prossima stagione sarà head coach della nazionale femminile degli Stati Uniti.

Il Chelsea, che doveva fare a meno di Sam Kerr (infortunatasi al crociato, stagione finita per l’attaccante australiana) ha faticato oltre il previsto per avere la meglio di avversarie senza particolari motivazioni ma, con un rigore di Guro Reiten e un goal di Erin Cuthbert (ufficialmente assegnato come autogol alla portiere del Real, Chavas) era riuscito a prendersi la vittoria che serviva.

Un momento del primo tempo della sfida tra Chelsea Women e Real Madrid Femenino

Il Real Madrid, in cui spiccava la presenza di Linda Caicedo, talentuosa attaccante colombiana messasi in luce nell’ultima edizione della Coppa del Mondo e ispirata da Athenea del Castillo, autrice del goal del momentaneo 1-1, aveva dato non poco filo da torcere alla campionesse d’Inghilterra che, come accaduto già altre volte nel corso della stagione, erano scese in campo un po’ troppo contratte.

Erin Cuthbert, che quella sera era capitana delle Blues, aveva comunque saputo guidare le compagne ad un risultato importantissimo, che toglieva pressione all’ultima trasferta europea (a Parigi) e poteva permettere ad Emma Hayes e al suo staff di concentrarsi sulle gare di Women’s Super League.

Il Chelsea, infatti, vuole confermare la vittoria del titolo domestico per il terzo anno di fila ma, con la concorrenza di Arsenal e Manchester City, l’obiettivo è tutt’altro che facile da ottenere.

Stamford Bridge

Sempre un onore poter vedere una gara a Stamford Bridge per me, alla mia seconda partita nella casa del Chelsea e prima sotto i riflettori. Sono arrivato e tornato in metropolitana, dormendo in zona Gloucester Rd, e il pre-partita è corso via tranquillo. Prima volta nel main stand dello stadio, con una visuale davvero ottima – nonostante io preferisca sempre vedere le partite da dietro la porta, quando ho acquistato il biglietto entrambi i settori dietro le porte erano ancora chiusi.

Il Chelsea sfiderà, il 19 marzo, l’Ajax nell’andata del quarto di finale ad Amsterdam, prima di ospitare le olandesi a Londra una settimana più tardi. Se dovessero riuscire a passare il turno, le Blues potrebbero incontrare SK Brann o Barcelona, in un replay/rivincita della semifinale dello scorso anno.

La finale di UWCL è in programma a Bilbao sabato 25 maggio. Biglietto aereo e alloggio sono già prenotati, vediamo chi ci raggiungerà.

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Il 2024 inizia con tre vittorie consecutive per le Hearts Women

Un momento del primo tempo tra Hearts Women e Spartans Women

Non poteva esserci miglior inizio d’anno per le Hearts Women che, dopo aver chiuso il 2023 col netto successo raccolto al The Peasy contro il Partick Thistle e il primo punto di sempre conquistato contro le Celtic Women, hanno prolungato la striscia positiva con tre vittorie in altrettante gare in questo gennaio 2024.

Dopo aver battuto nettamente le Edinburgh Caledonia (9-0) nel terzo turno di Women’s Scottish Cup, le Jambos sono andate a vincere al K-Park di East Kilbride contro le Motherwell Women (0-3 il risultato finale, con goal di Handley, Lockwood e Findlay) prima di tornare ad Oriam contro le Spartans Women, un’avversaria sempre ostica da affrontare.

E il match di domenica scorsa, giocatosi in condizioni meteo piuttosto complicate (con vento e pioggia che, soprattutto nel secondo tempo, hanno davvero reso la vita difficile alle giocatrici) non è stato un’eccezione. Le Hearts Women si presentano in campo con qualche cambio e con Megan Bell, appena arrivata in prestito dalle Rangers, che ha potuto fare il suo debutto in maroon.

Le Hearts partono bene e creano, come spesso succede, numerose occasioni ma non riescono, anche grazie alla buona organizzazione delle Spartans, a concretizzarle e vanno al riposo sullo 0-0.

Nella ripresa, le squadre tornano in campo con lo stesso copione ma, finalmente, le Jambos trovano il goal che sblocca il risultato al 77′ con la “solita” Katie Lockwood, brava e determinata nell’avventarsi su una palla libera in area di rigore e ad insaccarla alle spalle della portiere avversaria.

Le Hearts tengono a bada sia i tentativi offensivi delle Spartans, sia il meteo inclemente e si portano a casa una vittoria importantissima, che permette di tenere il ritmo di tutte le altre concorrenti per il terzo posto finale.

La top-six è ormai garantita, perché il vantaggio sull’Aberdeen, settimo, è di oltre dodici punti con ancora solo quattro gare a disposizione prima dello split, ma rispetto alla scorso anno la concorrenza per il quarto posto (obiettivo centrato lo scorso anno) e il terzo, vero e proprio “sogno” stagionale, è davvero agguerrita.

Consueto huddle di fine gara per le Hearts, in un meteo davvero inclemente

Le Glasgow City campionesse in carica, infatti, hanno battuto 1-0 le Celtic Women al Petershill Park nel match-clou di giornata, accorciando a due i punti di distacco dal secondo posto occupato proprio dalle Hoops, che a loro volta hanno perso terreno dalla capolista Rangers che ha, adesso, ben sei punti di vantaggio (grazie al successo sofferto, 1-2, raccolto in trasferta contro l’Aberdeen). Le City, terze, hanno nove punti di vantaggio sulle Hibs, quarte (e vittoriose 5-0 sul Motherwell) e undici su Hearts e Partick Thistle, che hanno gli stessi punti in classifica.

Domenica prossima il campionato si ferma ancora per lasciare spazio al quarto turno di Women’s Scottish Cup, con le Hearts che faranno visita all’East Fife all’ora di pranzo, mentre mercoledì prossimo appuntamento proibitivo, almeno sulla carta, al Broadwood Stadium di Cumbernauld contro le Rangers Women.

Per le Jambos, poi, tre gare da non fallire con due appuntamenti casalinghi consecutivi contro Aberdeen e Montrose, prima di andare a fare visita al Dundee United il 3 marzo, nell’ultima gara prima dello split.

Ovviamente sarà importante arrivare alla seconda parte di stagione il più vicine possibile alle dirette avversarie, ma la cosa fondamentale, se si vuole almeno confermare il risultato finale dello scorso anno, sarà gestire meglio gli scontri diretti, soprattutto i due prossimi derby contro le Hibs – concedere loro altri punti, nello split, è impensabile.

Posted in Hearts, SWPL1

Il primo punto contro le Celtic Women, per chiudere l’anno col sorriso

Ingresso in campo delle squadre

Le Hearts Women chiudono il 2023, un anno che si può definire davvero positivo considerando che ha visto le Jambos finire la stagione al quarto posto, con il primo punto di sempre conquistato contro le Celtic Women, ad Oriam, in condizioni meteo tutt’altro che favorevoli.

Eva Olid e le sue ragazze possono cosi pensare al 2024 con rinnovato entusiasmo, dopo aver conquistato 7 punti (sui 9 disponibili) nelle ultime tre gare dopo l’ultima pausa internazionale, frutto di due vittorie (6-1 in casa contro le Hamilton Accies e, soprattutto, il netto successo ottenuto al The Peasy contro le Partick Thistle, dirette concorrenti per il quarto posto) e, come detto, del primo risultato utile raccolto contro le Hoops.

Le Hearts arrivano alla sfida con tanta voglia di chiudere l’anno al meglio e col bisogno di prendersi punti, dopo averne persi troppi per strada finora in gare che, almeno sulla carta, erano molto più alla loro portata.

Una fase del primo tempo

Arrivo ad Oriam con più di mezz’ora di anticipo sul kick off (fissato, per consentire la diretta tv su BBC ALBA, alle 4.10 di domenica 17 dicembre) e vedo che, fin dal riscaldamento, le ragazze in campo sono concentrate sull’obiettivo. La formazione schierata da Olid, poi, mi dà ulteriori conferme che le Jambos erano davvero convinte di potersela giocare, passando in vantaggio nei primi minuti di gioco con il goal di Georgia Timms, tornata finalmente nel ruolo di punta centrale che, a mio modestissimo parere, le permette di esprimersi al meglio.

Le Hearts impongono un ritmo altissimo al primo tempo, che le Ghirls in Green fanno fatica a pareggiare, ma nella ripresa devono abbassare la velocità delle giocate, si chiudono un po’ troppo in difesa e, inevitabilmente, subiscono il goal dell’1-1, risultato con cui si chiude il match – non prima, però, che le padrone di casa abbiano un paio di chance di riportarsi avanti, e un paio di ottimi interventi di Charlotte Parker-Smith a negare i tre punti alle ospiti.

Football for EVERYONE

Il pareggio è risultato giusto per quanto visto in campo, dopo aver sfiorato l’impresa ad Airdrie qualche mese fa (avanti di due goal, le Hearts avevano allora perso 3-2) arriva finalmente il primo punto contro l’ultima delle Big-Three con cui le Hearts avevano mai sorriso e, come detto, il risultato e soprattutto la prestazione fanno ben sperare in vista del prossimo anno.

Il 2024 si aprirà con la gara, valida per il terzo turno di Women’s Scottish Cup, contro le Edinburgh Caledonia prima di sfidare le Motherwell Women ad East Kilbride. Dopo sedici giornate, le Hearts siedono al quinto posto in classifica di SWPL1 (a pari punti col Partick Thistle, 27, ma con miglior differenza-reti), a due lunghezze dalle Hibs, quarte, ma ad undici lunghezze dalle Glasgow City e dal Graal di questa stagione, quel terzo posto che sarebbe unico modo di migliorare la stagione precedente.

Posted in 500 miles, Scozia

La prima edizione della Women’s Nations League non ha sorriso alla Scozia

I tre match programme delle gare interne di Women’s Nations League

Il 2023, anno che andrà in archivio tra poco più di una settimana, verrà ricordato anche per la primissima edizione della Women’s Nations League, competizione calcistica internazionale che, nell’intenzione della UEFA, andava a sostituire le “inutili” amichevoli internazionali nelle finestre in cui le nazionali non sono impegnate nei tornei di qualificazione per Europei o Mondiali.

L’idea è, in sé, anche buona (ovviamente, il numero di partite giocate dalle ragazze convocate in nazionale diventa piuttosto alto e si porta con sé altri problemi, che la UEFA e le varie federazioni e leghe faranno bene ad affrontare, seriamente, il prima possibile) e la Scozia, grazie alle discrete prestazioni degli ultimi anni, viene inserita nella fascia A, la top di serie.

La Scozia maschile si era guadagnata il diritto a giocare nella fascia A dalla prossima edizione, dopo aver vinto il suo girone nella fascia B nell’edizione conclusasi nell’autunno 2022, mentre la SWNT è entrata nella fascia A perché, nella primissima edizione, la posizione nel ranking UEFA era il fattore determinante per la composizione delle fasce.

Scozia e Belgio in campo nel pre-partita del primo match casalingo

Il sorteggio era stato tutt’altro che benevolo con Rachel Corsie e compagne, perché dall’urna era uscito un gruppo con Belgio, Olanda e Inghilterra. Sfide affascinanti, ma apparse subito davvero al limite della portata della SWNT attuale, una squadra ancora in cerca di una propria identità, con un ricambio generazionale in corso e con un head coach, Martinez Losa, che finora non è riuscito a scaldare gli animi degli appassionati.

Tre gare casalinghe, tre fuori, una classifica finale che manda la prima squadra alla fase finale della competizione, a giocarsi il titolo, e l’ultima nella fascia B. È chiaro fin dal sorteggio che, salvo prestazioni miracolose, la Scozia si sarebbe giocata la salvezza col Belgio e, contando il valore delle Red Flames, il compito era tutt’altro che facile.

La Scozia debutta a Sunderland contro l’Inghilterra, perde 2-1 ma gioca alla pari con le vice-campionesse del mondo, prima di raccogliere il primo punto ad Hampden Park contro il Belgio (goal di Sophie Howard arrivato nell’ultimo secondo, all’ultima azione, su un calcio d’angolo, con la direttrice di gara che ha fischiato la fine del match appena la palla ha gonfiato la rete belga).

Scozia e Olanda schierate per gli inni nazionali

Il back-to-back contro l’Olanda aveva portato zero punti a referto, pesante sconfitta away seguita da una prestazione gagliarda ad Hampden Park (0-1) di fronte a poco più di cinquemila spettatori infreddoliti nella notte di Halloween.

Restavano due gare per salvare la stagione, la trasferta in Belgio (chiusa sull’1-1, il gran goal di Erin Cuthbert e la bella prova messa in campo non erano infatti bastate per prendersi la prima vittoria) e la sfida finale, sempre ad Hampden Park contro l’Inghilterra, giocata da retrocesse e con le Lionesses in cerca disperata di goal per cercare di superare l’Olanda in classifica, vincere il girone e portare il Team GB alle prossime olimpiadi.

La Scozia perde 0-6, al termine di una gara piuttosto difficile in cui il talento di giocatrici come Lauren James (quella sera, davvero ispirata), Fran Kirby e Beth Mead ha saputo fare la differenza. C’erano voci, nel pre-partita, che volevano la Scozia di fronte ad un dilemma: giocarsela fino in fondo, onorando la profonda rivalità che da sempre divide le due nazioni, o consentire alle Lionesses di vincere per godere, in qualche modo, della possibilità di andare alle olimpiadi?

Un momento di Scozia v Inghilterra

Voglio sperare che il risultato finale sia stato solo frutto di un gap che, ahimè, è ancora piuttosto evidente tra le nazionali – già questo pensiero è doloroso abbastanza, per un tifoso – ma la goleada inglese non è bastata loro né per vincere il girone né per andare alle olimpiadi, perché l’Olanda batte il Belgio e si prende tutto.

Non nascondo una certa Schadenfreude nei confronti di questo risultato, perché da “scozzese” non provo molta simpatia per il Team GB (mi piacerebbe, infatti, vedere la Scozia alle olimpiadi) e perché, beh, stiamo pur sempre parlando dell’Auld Enemy quindi una loro sconfitta sportiva, al di qua del Vallo di Adriano, è sempre vista con un certo piacere.

Resta il fatto che la Scozia, nella prossima edizione, dovrà ripartire dalla fascia B, che le prestazioni messe in campo (salvo alcune eccezioni) non sono state all’altezza della competizione e che, in generale, in vista dell’anno che ci porterà alle qualificazioni per il prossimo Europeo (in programma in Svizzera nell’estate 2025) ci si aspetta qualcosa di meglio. Dopo aver fallito la qualificazione ad EURO2022 e Mondiale 2023, la Scozia non può più permettersi passi falsi.

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Hearts Women winning at The Peasy v Partick Thistle, ovvero stessa storia stesso posto stesso bar!

Una fase del primo tempo di Partick Thistle Women v Hearts Women

La stagione scorsa, quella chiusa al quarto posto, le Hearts Women avevano vinto due volte al Petershill Park contro le Partick Thistle e, sempre nello stesso stadio (che è casa anche per le Glasgow City) avevano avuto la conferma del quarto posto finale in classifica di SWPL1 ancora prima di scendere in campo, con le City, nelle fasi finali della competizione.

Quest’anno, come ho già avuto modo di raccontare, per le ragazze di coach Eva Olid l’obiettivo stagionale è cercare di migliorare il risultato conquistato lo scorso anno ma, finora, per diversi motivi, le Jambos siedono al sesto posto nella classifica generale dopo quattordici giornate, grazie a sette vittorie, due pareggi e, ahimè, cinque sconfitte (di cui due nei derby, ma di queste abbiamo già parlato).

Il quarto posto, risultato “minimo” fissato per questa annata, è distante quattro punti ed è occupato dalle rivali di giornata, le Partick Thistle Women mentre il terzo posto, il Graal di quest’anno, è lontano nove punti (e occupato dalle Scottish Champions in carica, le Glasgow City, che oggi facevano visita alle Hibs, quinti in classifica, a Meadowbank). Nonostante le Jambos si siano imposte in maniera larga e convincente (6-1) nel primo scontro diretto, giocato ad Oriam in settembre, la sfida in programma oggi al The Peasy è davvero una gara molto importante ed equilibrata, da affrontare con la giusta attenzione e determinazione perché mette in palio i proverbiali sei punti.

Selfie d’obbligo alla fermata del bus, nell’ultima trasferta del 2023 a seguito delle Hearts Women

Il meteo è davvero inclemente, con pioggia battente fin dal mattino sia ad Edimburgo, da dove parto col bus 900 verso le 10.30am, sia a Glasgow, destinazione finale della mia domenica pomeriggio. Il kick off del match è fissato per le 1pm, orario per me davvero ‘tattico’ che mi permette di andare alla gara e godermi anche un bel pezzo di tardo pomeriggio a casa.

Arrivo al Petershill Park che mancano circa quaranta minuti all’inizio del match e mi godo il pre-partita seduto nell’unica tribuna dell’impianto, dove sarò, al calcio d’inizio, circondato da tifosi di casa.

Le Hearts partono bene e passano in vantaggio per prime, con un bel goal di Katie Lockwood servita alla perfezione da un assist di Sade Adamolekun. Le Jags non sembrano, però, colpite dallo svantaggio ed alzano subito il baricentro, trovando il goal del pareggio poco dopo – complice anche l’ennesima disattenzione difensiva delle Girls in Maroon.

Jags in attacco nella ripresa

Il primo tempo corre via piuttosto veloce e si gioca sotto una pioggia davvero insistente. Le Hearts, che hanno anche oggi fatto un po’ troppa fatica ad imporre il proprio gioco, vanno comunque a riposo in vantaggio (1-2) grazie al bel goal su punizione di Ciara Grant, arrivato allo scoccare del minuto 45.

Nella ripresa le Jags trovano il pari ma il direttore di gara annulla (la palla era oltre la linea di fondo quando è stata messa in mezzo, prima di superare Parker-Smith), prima di restare in inferiorità numerica con poco più di venti minuti sul cronometro quando Falconer stende Timms lanciata a rete. Il rosso sembra, anche ad un tifoso delle Hearts come me, una punizione un po’ eccessiva perché se è vero che Georgia era lanciata a rete, c’erano altre due giocatrici del Partick Thistle ad affiancare Falconer ma, finalmente, le Hearts trovano la scossa che cercavano e allungano, ancora con Lockwood, prima di fissare il risultato sull’1-4 finale con un bel goal di Carly Girasoli, una delle migliori in campo anche oggi.

Grazie ai risultati dagli altri campi (con le City che si impongono 1-3 a Meadowbank), le Hearts si issano al quinto posto, portandosi ad un solo punto di distacco dal Partick Thistle ad una giornata prima della pausa invernale. Settimana prossima, con kick off alle 4.10pm (diretta tv su BBC ALBA), le Hearts ospitano le Celtic Women (oggi vittoriose 7-0 sulle Spartans, che sono adesso penultime dopo la vittoria del Montrose sull’Aberdeen) e proveranno a prendersi punti fondamentali per la loro classifica.

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Il derby scozzese nella Serie A Femminile Italiana, finalmente!

AC Milan Women e Sassuolo Femminile schierate al centro del campo prima del calcio d’inizio

Sabato 11 novembre sono riuscito finalmente a mettere una immensa tacca nella mia lista di partite da vedere, almeno una volta. Durante il mio ultimo viaggio in Italia sono riuscito a vedere tre partite, Genoa-Hellas Verona (tornando al Ferraris dopo più di un anno e mezzo di assenza), Inter-Frosinone (la gara che ha chiuso la mia “vacanza”) e, appunto, il derby scozzese della Serie A Femminile, quello tra il Sassuolo di Lana Clelland e il Milan di Christy Grimshaw.

Non è stato proprio facilissimo organizzarmi, perché la gara era prevista per le 15 italiane al Centro Vismara di Milano, in via dei Missaglia, e io ero di base a Genova. Coi mezzi pubblici, come di solito mi muovo non avendo guidato un’auto da oltre dieci anni ormai, era piuttosto complicato organizzare la trasferta ma l’aiuto di mio papà mi ha decisamente facilitato il compito.

L’ingresso in campo delle squadre

Arrivare in via dei Missaglia, nella periferia sud di Milano, non è stato affatto difficile ma trovare l’ingresso giusto, per arrivare al cancello che dà accesso alla struttura che ospita le gare casalinghe del Milan Women, è stato un po’ più complicato del previsto.

Biglietti (nominali) acquistati online il giorno prima, arriviamo al Centro Vismara con più di un’ora di anticipo sul calcio d’inizio, fattore che ci permette non solo di parcheggiare l’auto con calma, ma anche di goderci un panino nel pre-partita. Il Centro Vismara occupa un’area davvero vasta, e lo stadio che ospita le gare del Milan Women è un piccolo gioiellino, che garantisce oltretutto un’ottima visuale del campo nonostante l’unica tribuna sia un po’ troppo lontana dal terreno di gioco.

Come dicevo, quella di sabato era non solo la mia seconda gara di Serie A Femminile (dopo il Parma-Roma dello scorso gennaio, a Noceto) ma anche e, forse, soprattutto, l’occasione di vedere all’opera Lana Clelland e Christy Grimshaw con le maglie dei loro club, una di fronte all’altra, in Italia.

Un momento del primo tempo del match

La fortuna è stata dalla mia parte perché il meteo ha garantito un pomeriggio di sole con 18C gradi (anomalo, considerando il calendario, segno che la crisi climatica sta davvero avendo un impatto nella nostra vita quotidiana) e i due allenatori, Ganz e Piovani, hanno deciso di schierare le due nazionali scozzesi nei rispettivi undici di partenza.

Ero anche curioso di vedere entrambe le squadre, per motivi diversi; il Milan, per il nome che porta, si trova in una posizione di classifica ben lontana dalle aspettative e la pressione sull’allenatore era piuttosto importante – non lo sapevo, ma quella di sabato 11 novembre sarebbe stata l’ultima gara di Maurizio Ganz come allenatore del Milan. Dopo l’espulsione, per proteste, rimediata a fine primo tempo, l’allenatore non era in panchina nel match pareggiato in casa contro la Sampdoria (1-1) che gli sarebbe poi costato l’esonero.

Il Sassuolo, invece, lo sto seguendo da un po’ di tempo da lontano, guardando gli highlights su Youtube e cercando di informarmi sulla squadra, anche e soprattutto perché Lana è da sempre una delle mie giocatrici preferite. La rosa delle emiliane è davvero interessante e mi ha stupito che lo scorso anno si siano salvate con qualche problema, mentre in questa stagione abbiano, per un motivo o un altro, raccolto molti meno punti di quanti ne meritassero.

Fase di gioco del secondo tempo, quando il sole stava ormai tramontando

La sfida è rimasta equilibrata per tutti i novanta minuti, coi due goal che hanno deciso il risultato (1-1) arrivati nei primissimi minuti della prima frazione. Il Milan, con giocatrici del calibro di Kosovare Asslani, Bergamaschi, Stašková e Dompig mi ha davvero deluso mentre il Sassuolo, che oltre a Lana vanta elementi come Zamanian e la mia personale player of the match, Missipo, ha saputo interpretare molto meglio la gara e torna in Emilia con un prezioso punto per la sua classifica.

Uscendo dal campo a fine gara, mi resta la soddisfazione di aver visto due nazionali scozzesi giocare nella Serie A Femminile italiana, seguendo le orme di Rose Reilly, mitica giocatrice scozzese che ha anche vestito la maglia della nazionale italiana – oltre a quella di Trani, Napoli e Milan. Il mio legame con la Scozia ha reso questa partita davvero speciale e sono contento ed onorato di poter dire che, almeno una volta, sono stato presente a questo “derby scozzese in Italia”.