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La prima edizione della Women’s Nations League non ha sorriso alla Scozia

I tre match programme delle gare interne di Women’s Nations League

Il 2023, anno che andrà in archivio tra poco più di una settimana, verrà ricordato anche per la primissima edizione della Women’s Nations League, competizione calcistica internazionale che, nell’intenzione della UEFA, andava a sostituire le “inutili” amichevoli internazionali nelle finestre in cui le nazionali non sono impegnate nei tornei di qualificazione per Europei o Mondiali.

L’idea è, in sé, anche buona (ovviamente, il numero di partite giocate dalle ragazze convocate in nazionale diventa piuttosto alto e si porta con sé altri problemi, che la UEFA e le varie federazioni e leghe faranno bene ad affrontare, seriamente, il prima possibile) e la Scozia, grazie alle discrete prestazioni degli ultimi anni, viene inserita nella fascia A, la top di serie.

La Scozia maschile si era guadagnata il diritto a giocare nella fascia A dalla prossima edizione, dopo aver vinto il suo girone nella fascia B nell’edizione conclusasi nell’autunno 2022, mentre la SWNT è entrata nella fascia A perché, nella primissima edizione, la posizione nel ranking UEFA era il fattore determinante per la composizione delle fasce.

Scozia e Belgio in campo nel pre-partita del primo match casalingo

Il sorteggio era stato tutt’altro che benevolo con Rachel Corsie e compagne, perché dall’urna era uscito un gruppo con Belgio, Olanda e Inghilterra. Sfide affascinanti, ma apparse subito davvero al limite della portata della SWNT attuale, una squadra ancora in cerca di una propria identità, con un ricambio generazionale in corso e con un head coach, Martinez Losa, che finora non è riuscito a scaldare gli animi degli appassionati.

Tre gare casalinghe, tre fuori, una classifica finale che manda la prima squadra alla fase finale della competizione, a giocarsi il titolo, e l’ultima nella fascia B. È chiaro fin dal sorteggio che, salvo prestazioni miracolose, la Scozia si sarebbe giocata la salvezza col Belgio e, contando il valore delle Red Flames, il compito era tutt’altro che facile.

La Scozia debutta a Sunderland contro l’Inghilterra, perde 2-1 ma gioca alla pari con le vice-campionesse del mondo, prima di raccogliere il primo punto ad Hampden Park contro il Belgio (goal di Sophie Howard arrivato nell’ultimo secondo, all’ultima azione, su un calcio d’angolo, con la direttrice di gara che ha fischiato la fine del match appena la palla ha gonfiato la rete belga).

Scozia e Olanda schierate per gli inni nazionali

Il back-to-back contro l’Olanda aveva portato zero punti a referto, pesante sconfitta away seguita da una prestazione gagliarda ad Hampden Park (0-1) di fronte a poco più di cinquemila spettatori infreddoliti nella notte di Halloween.

Restavano due gare per salvare la stagione, la trasferta in Belgio (chiusa sull’1-1, il gran goal di Erin Cuthbert e la bella prova messa in campo non erano infatti bastate per prendersi la prima vittoria) e la sfida finale, sempre ad Hampden Park contro l’Inghilterra, giocata da retrocesse e con le Lionesses in cerca disperata di goal per cercare di superare l’Olanda in classifica, vincere il girone e portare il Team GB alle prossime olimpiadi.

La Scozia perde 0-6, al termine di una gara piuttosto difficile in cui il talento di giocatrici come Lauren James (quella sera, davvero ispirata), Fran Kirby e Beth Mead ha saputo fare la differenza. C’erano voci, nel pre-partita, che volevano la Scozia di fronte ad un dilemma: giocarsela fino in fondo, onorando la profonda rivalità che da sempre divide le due nazioni, o consentire alle Lionesses di vincere per godere, in qualche modo, della possibilità di andare alle olimpiadi?

Un momento di Scozia v Inghilterra

Voglio sperare che il risultato finale sia stato solo frutto di un gap che, ahimè, è ancora piuttosto evidente tra le nazionali – già questo pensiero è doloroso abbastanza, per un tifoso – ma la goleada inglese non è bastata loro né per vincere il girone né per andare alle olimpiadi, perché l’Olanda batte il Belgio e si prende tutto.

Non nascondo una certa Schadenfreude nei confronti di questo risultato, perché da “scozzese” non provo molta simpatia per il Team GB (mi piacerebbe, infatti, vedere la Scozia alle olimpiadi) e perché, beh, stiamo pur sempre parlando dell’Auld Enemy quindi una loro sconfitta sportiva, al di qua del Vallo di Adriano, è sempre vista con un certo piacere.

Resta il fatto che la Scozia, nella prossima edizione, dovrà ripartire dalla fascia B, che le prestazioni messe in campo (salvo alcune eccezioni) non sono state all’altezza della competizione e che, in generale, in vista dell’anno che ci porterà alle qualificazioni per il prossimo Europeo (in programma in Svizzera nell’estate 2025) ci si aspetta qualcosa di meglio. Dopo aver fallito la qualificazione ad EURO2022 e Mondiale 2023, la Scozia non può più permettersi passi falsi.

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Rugby lover e blogger. Collaboratore di OnRugby come corrispondente dalla Scozia dal 2016. Mi sono lentamente ma inesorabilmente appassionato alla palla ovale e dal 2008 ho iniziato a scrivere di rugby, collaborando con lameta, mondorugby.com e portando l'ovale dentro SportPeople. Dal 2013 ho partecipato come corrispondente dalle Home Nations all'avventura di DotRugby e ho collaborato con The Sport Review, InsideRugby Italia, The Offsideline, SCRUM Magazine, il sito ufficiale delle Zebre Rugby - per cui ho curato la fase finale del Pro12 stagione 2013/'14 - e il sito ufficiale del Guinness Pro12 (sezione in italiano). "Alba Ovale" è un progetto pensato nel 2012 e partito nel 2013, per far conoscere il "dietro le quinte" del rugby scozzese al pubblico italiano appassionato di rugby. Dalla Scozia, guarda al mondo celtico e alle Home Nations, con attenzione anche alle vicende del rugby italiano e internazionale.

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