Posted in Hearts, Scottish Premiership

Tornare a casa dopo tanto tempo (o We shall not be moved, part 2)

Un momento della gara tra Hearts e Motherwell

Tornare a casa dopo tanto tempo è spesso qualcosa di piacevole. Dipende comunque da diversi fattori (la casa, cosa ci aspetta in quella casa, la nostra predisposizione d’animo quando intraprendiamo il viaggio e quando finalmente raggiungiamo la meta).

Ricordo benissimo, ai tempi del liceo, di aver studiato che l’Odissea era solo uno dei libri che raccontavano il ritorno a casa di un eroe della guerra di Troia, Ulisse/Odisseo, mentre I Nostoi (“i ritorni”), poema in cinque libri del cosiddetto ciclo troiano in cui venivano raccontati i ritorni a casa, appunto, degli altri eroi “epici”, è andato perduto. Il ritorno è un tema che ritorna [gioco di parole brutto ma voluto, ahime] spesso in letteratura, in tutto il suo corso e il concetto stesso di ritorno implica un luogo da cui ci si è allontanati, volenti o costretti, e che si vuole rivedere.

Ora, dopo questa citazione “colta”, non intendo assolutamente descrivere il mio ritorno al Tynecastle Park in chiave eroica, ma nel mio piccolo la giornata di ieri, 2 ottobre, si è già guadagnata un posto speciale nella mia personale storia della mia vita (tutto personale, d’altronde questo è un diario e non potrebbe quindi essere altrimenti).

There and then, and now: i programmi delle ultime due gare viste al Tynecastle Park

Insomma, dopo oltre due anni (l’ultima volta era il 25 settembre 2019) ieri sono finalmente tornato “a casa”, al Tynecastle Park, per vedere una partita degli Hearts. La colpa maggiore di questa assenza è, ovviamente, della pandemia ma tra fine settembre 2019 e il marzo 2020 gli Hearts avevano giocato diverse partite ma io, per un motivo o per l’altro (rugby, spesso, il trasloco, ma anche un bisogno di staccare dalla mia routine che iniziavo a sentire piuttosto impellente) non ero più riuscito ad andare in Gorgie (da cui mi ero trasferito nel dicembre 2019 dopo sei anni).

Per marcare ulteriormente l’evento, quando sono andato a ritirare il mio biglietto in settimana mi sono anche preso la nuova maglia away, quella con la scritta sul petto “Always Hearts” che è già diventata una delle mie maglie preferite.

Always Hearts, a richiamare uno dei murales presenti nel Main Stand del Tynecastle Park

Lo stadio è sempre lo stesso, ma il pre-partita (con tornelli aperti dalla 1.30pm per kick off alle 3pm, controllo passaporto vaccino covid, mascherina da indossare ovunque tranne quando seduti al proprio posto) è un po’ diverso, anche perché è la prima volta per me in Gorgie dopo il trasloco.

I lavori in corso mi permettono comunque di arrivare a piedi allo stadio percorrendo Gorgie Road e approfitto della camminata (ringraziando anche Giove Pluvio per aver interrotto la striscia di showers che si abbatteva dal mattino e che sarebbe ripresa durante la partita) per comprare il programma della gara.

I’m back

Andando a rivedere i programmi delle sfide tra Hearts e Well ho rivisto quello della mia prima volta, marzo 2013, programma con intervista esclusiva a Marius Zaliukas, allora in procinto di lasciare il club.

Non posso negarlo, la situazione di ieri aveva per me l’aria di un deja-vu: Hearts partiti benissimo in campionato, imbattuti, con la possibilità di andare primi in classifica da soli (attendendo oggi il risultato di Rangers-Hibs) e Motherwell come avversario.

Insomma, ero tornato con la memoria all’inizio di autunno del 2018 – sappiamo tutti come sia poi finita, ma fatte le dovute proporzioni direi che il paragone non solo si possa azzardare, ma sta anche in piedi.

Forever in our Hearts: il match programme del mio primo Hearts-Motherwell

Il Motherwell, dal canto suo, arrivava in EH11 sulla scorta di buone prestazioni, buoni risultati e solo un punto dietro gli Hearts. Non potevo mancare.

I Jambos mi hanno davvero impressionato, soprattutto per l’autorevolezza mostrata nella prima parte di gara. 2-0 all’intervallo per i goal di Boyce (rigore) e Kingsley (punizione da poco fuori area), prestazione maiuscola di Baningime (Beni per gli appassionati maroon) a metà campo e nel complesso Motherwell annichilito, con gli Steelmen che hanno creato una sola occasione a tempo scaduto, nata da un corner dubbio e disinnescata alla grande da Craig Gordon, adesso davvero il miglior portiere scozzese in attività senza ombra di dubbio.

Ingresso in campo delle squadre

Certo, Boyce ha fallito un rigore in avvio di ripresa e Gordon è stato superlativo su Woolery nel ribaltamento del gioco, gli Hearts hanno avuto qualche passaggio a vuoto e in generale, si, avrebbero potuto fare meglio, ma non credo ci sia modo migliore di presentarsi alla supersfida di Ibrox del 16 ottobre.

Cosa succederà, quel giorno e nelle settimane successive, nessuno può saperlo. Nel 2018 la sconfitta in semifinale di League Cup contro il Celtic e gli infortuni occorsi a giocatori-chiave avevano ridimensionato le ambizioni dei Jambos, ma risentire ieri pomeriggio, seppur timidamente, risuonare un “we shall not, we shall not be moved…” dalle parti di Gorgie mi ha comunque fatto molto piacere.

Author:

Rugby lover e blogger. Collaboratore di OnRugby come corrispondente dalla Scozia dal 2016. Mi sono lentamente ma inesorabilmente appassionato alla palla ovale e dal 2008 ho iniziato a scrivere di rugby, collaborando con lameta, mondorugby.com e portando l'ovale dentro SportPeople. Dal 2013 ho partecipato come corrispondente dalle Home Nations all'avventura di DotRugby e ho collaborato con The Sport Review, InsideRugby Italia, The Offsideline, SCRUM Magazine, il sito ufficiale delle Zebre Rugby - per cui ho curato la fase finale del Pro12 stagione 2013/'14 - e il sito ufficiale del Guinness Pro12 (sezione in italiano). "Alba Ovale" è un progetto pensato nel 2012 e partito nel 2013, per far conoscere il "dietro le quinte" del rugby scozzese al pubblico italiano appassionato di rugby. Dalla Scozia, guarda al mondo celtico e alle Home Nations, con attenzione anche alle vicende del rugby italiano e internazionale.

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