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Young Team in cerca di un posto nella fase finale dell’Europeo U21

Scozia e Danimarca U21 schierate a centrocampo per gli inni nazionali

In una settimana che, per la prima volta in quasi due anni, posso davvero definire densa di impegni, sono riuscito anche ad infilare una partita della Scozia U21, tornando al Tynecastle Park per la seconda volta in cinque giorni – dopo quasi due anni di assenza.

Ieri sera l’avversaria dei wee Dark Blues era la Danimarca, una squadra che, come la nazionale maggiore maschile, è cresciuta parecchio negli ultimi anni. Il paradosso di nazionali come Danimarca, ma anche Belgio e Olanda, è quello di stare al top a livello internazionale pur avendo un campionato domestico di livello tutt’altro che eccelso.

Il match programme

Per mancanza di competenza non entro adesso in un’analisi dell’Academy dell’Ajax o su come il Midtjylland abbia costruito una squadra capace di sfiorare la qualificazione alla fase a gironi di Champions League, ma credo di poter dire senza timore di smentite che i denari a disposizione dei club di Eredivisie o di Superliga danese non siano nemmeno paragonabili con quelli della Premier League inglese – o della Liga, ma nemmeno della Serie A italiana nonostante il torneo tricolore sia, ultimamente, un po’ meno attraente rispetto agli Anni Novanta del secolo scorso.

La Scozia U21 ha aperto il suo Europeo vincendo (1-0) in Turchia, un successo sorprendente che purtroppo i ragazzi di coach Scott Gemmill non sono stati capaci di replicare ieri sera, cedendo (0-1) di fronte ad una squadra apparsa più completa in ogni reparto e più “pronta”.

Le tre gare della Scozia U21 al Tynecastle Park

Ho visto solo poche gare dal vivo della Nazionale U21 e tutte al Tynecastle Park, ma la prima in assoluto mi è capitato di vederla allo Stadio Pietro Fortunati di Pavia, contro l’Italia. Era il 25 marzo 2005 e gli Azzurrini di coach Claudio Gentile vinsero 2-0 con goal di Bianchi e Rosina contro una Scozia che aveva in porta l’eroe di Belgrado, David Marshall, e in difesa un certo Christophe Berra.

Da allora ho dovuto attendere più di tredici anni per rivedere l’U21 scozzese dal vivo. Avversaria di quella sera, martedi 6 settembre 2018, era Andorra e una tripletta di Fraser Hornby, allora in forza all’Everton, aveva regalato alla Scozia il successo in quella che sarebbe stata l’unica vittoria, per me, dal vivo.

Un mese dopo, infatti, l’Inghilterra si era imposta (0-2) mentre un anno più tardi, in una fredda serata d’ottobre del 2019 molto diversa da quella di ieri sera, con la prima Indian Summer di stagione, la Scozia non era riuscita ad andare oltre lo 0-0 contro la Lituania.

Un momento di Scozia-Danimarca, chiusasi 0-1

Ho sempre avuto grande affetto per l’Italia U21 perché, ai tempi della scuola, giocava sempre nel primo pomeriggio e di solito di mercoledi, dandomi quindi occasione di una pausa tra pranzo e compiti. Ricordo bene i pomeriggi passati davanti al mio piccolo televisore per guardare giocatori che, qualche anno più tardi, avrebbero poi trovato spazio nella nazionale maggiore. Ho trasposto questa attenzione, questo “affetto” alla Scozia U21 ma le gare giocate di sera e il contesto dello stadio, con pochi spettatori (ieri sera eravamo poco più di 1,400 al Tynecastle Park) e la maggior parte di questi distratta e non proprio interessata a quanto succede in campo, hanno tolto un po’ di fascino.

I prossimi due impegni, contro Kazakistan e Belgio, sono in programma in novembre al Tannadice Park di Dundee. Bellissimo stadio, ma è difficile che nel 2021 riesca ancora ad organizzarmi per andare a vedere una gara dal vivo. Mi siederò comunque sul divano, o per terra, e farò in modo di vedere l’U21 in diretta televisiva perché, nonostante tutto, è un rituale cui non voglio rinunciare.