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Weekend lunghissimo (e agrodolce) per la Scozia

“Football v Homophobia”, continua l’impegno della Scozia contro ogni forma di discriminazione

La Scozia Femminile ha chiuso ieri sera a Paisley il suo personale weekend “lunghissimo”, apertosi venerdi scorso ad Hampden Park contro l’Ungheria.

Le ragazze di coach Martinez Losa sono scese in campo venerdi sera per il terzo turno del torneo di qualificazione per la prossima Coppa del Mondo e, anche contro le magiare e come successo a Budapest ad inizio settembre, l’unico risultato a disposizione era una vittoria.

I match programme delle due gare del weekend “lunghissimo”

Con la Spagna come favoritissima per la vittoria del gruppo, la Scozia deve assolutamente cercare di vincere le sfide contro le altre avversarie (Faroer, Ucraina e, appunto, Ungheria) per garantirsi il secondo posto e il diritto di giocarsi gli spareggi. Contando che le tre migliori seconde dell’intero lotto passano direttamente allo spareggio “finale” (andata e ritorno), ogni punto è davvero fondamentale e venerdi la Scozia ha dovuto soffrire ben oltre il previsto per avere la meglio delle avversarie, arrivate a Glasgow con l’intento di rendere il compito a Rachel Corsie e compagne il più difficile possibile.

Per onestà, va detto che la Scozia non ha fatto molto per semplificarsi la vita, scendendo in campo un po’ troppo nervosa e faticando molto a mettere in campo il proprio game-plan. Martinez Losa sta cercando di dare una forma diversa alla Scozia e in queste prime uscite le ragazze stanno cercando di adattarsi ai nuovi moduli, anche perché sia l’head coach che il gruppo si stanno davvero conoscendo strada facendo, non avendo avuto modo di lavorare in allenamento e non avendo giocato, prima di ieri sera, nessuna gara amichevole.

Not your usual pre-game routine…

La partita di venerdi mi ha dato occasione di tornare, finalmente e dopo oltre due anni, nel mio pub preferito di Glasgow, il Waxy O’Connor’s. Pre-partita speciale, con pinta di Chieftain IPA e pacchetto di Tayto, prima di prendere il treno da Glasgow Central in direzione Mount Florida.

Avendo già il biglietto (compreso nella quota dello Scotland Supporters Club) sono arrivato allo stadio che mancava poco meno di un’ora al kick off, tempo sufficiente per leggersi il match programme e iniziare ad entrare in clima partita.

Nell’immediato pre-partita, dopo gli inni nazionali, la Scozia ha mostrato solidarietà con le colleghe della NWSL (la massima serie calcistica degli Stati Uniti) per lo scandalo emerso recentemente di abusi subiti dalle giocatrici negli anni, mettendosi in cerchio a bordo campo, prima di inginocchiarsi in campo contro ogni forma di discriminazione – un gesto che, in una gara che coinvolge una rappresentativa ungherese, assume al momento un significato particolare.

Scozia e Ungheria schierate per gli inni nazionali

Come detto, il primo tempo è stato davvero brutto ma nonostante questo la Scozia era riuscita a trovare il goal del vantaggio con la centrocampista offensiva del Milan, Christy Grimshaw, brava nel controllare un cross nell’area avversaria prima di infilare la portiere ungherese, davvero una delle migliori in campo.

La serata, che ha visto la Scozia Femminile stabilire un nuovo record di pubblico per gare ufficiali (gli oltre 18,500 spettatori dell’amichevole contro la Jamaica restano davvero un numero incredibile) con 6,445 tifosi sugli spalti di Hampden Park, doveva ancora riservare sorprese. L’Ungheria, infatti, era riuscita – complice una ‘dormita’ della difesa scozzese – a trovare il pareggio e la Scozia non sembrava in grado di riuscire a prendersi tutta la posta in palio.

La Scozia festeggia la vittoria mentre le giocatrici ungheresi si disperano per la sconfitta arrivata nei minuti finali

Come successo con la nazionale maschile contro Israele, però, Hampden ha potuto ruggire tutto il suo entusiasmo a tempo scaduto, quando capitan Rachel Corsie (who else?) ha trovato il colpo di testa vincente, regalando tre punti potenzialmente fondamentali alla Scozia che resta cosi imbattuta e in scia alla Spagna.

Ieri sera, invece, la prima amichevole della gestione Martinez Losa (e la quarta uscita stagionale) ha segnato anche la prima sconfitta del nuovo corso.

L’esterno dello SMiSA Stadium di Paisley

A Paisley contro la Svezia, medaglia d’argento alle Olimpiadi di Tokyo 2020, la Scozia ha dovuto cedere (0-2) di fronte ad un’avversaria, al momento, ancora troppo più forte. Anche schierando una squadra lontana da quella ideale, la Svezia è riuscita a chiudere la Scozia nella propria area per larghi tratti del match, trovando il goal del vantaggio solo nella ripresa e raddoppiando grazie ad uno sfortunato autogoal.

Squadre schierate per il minuto di silenzio

Sono arrivato in treno da Glasgow (la stazione, Paisley St James, è davvero distante solo un centinaio di metri dagli ingressi dello stadio) e sono riuscito a vedere tutta la preparazione pre-gara della Svezia, davvero molto interessante notare che le ragazze non si allenano solo per riscaldare i muscoli ma nell’immediato pre-partita hanno giocato per una decina di minuti provando soluzioni offensive con tutte le dieci titolari in campo.

La gara è stata tutto sommato piacevole, nonostante il vento (cui si è aggiunta una pioggia battente a fine primo tempo) con Martinez Losa che ha provato diverse soluzioni – come schierare Erin Cuthbert ‘volante central’ per larghi tratti del match – e ha avuto soprattutto occasione di dare spazio a giocatrici che, nelle gare ufficiali, non avevano avuto modo di mettersi in mostra.

Un momento del match tra Scozia e Svezia

La Scozia non è riuscita a tenere aperta la propria striscia positiva a Paisley, dove battendo la Svizzera nell’agosto 2018 aveva compiuto un passo decisivo verso la qualificazione per la Coppa del Mondo del 2019.

Anche ieri sera, prima della gara, la Scozia ha mostrato solidarietà con le colleghe americane, oltre a rendere omaggio, con un minuto di silenzio, a Walter Smith, ex manager della Scozia maschile scomparso ieri.

Pioggia e vento hanno influenzato le prestazioni delle atlete ieri sera

La Svezia conoscerà domani pomeriggio i nomi delle avversarie al prossimo Europeo inglese, per la Scozia invece adesso testa alla prossima avversaria. Le Blues sfideranno l’Ucraina ad Hampden Park (ieri si è giocato al SMiSA Stadium di Paisley perché Glasgow si sta preparando per ospitare il COP26) il 26 novembre in un’altra gara da vincere a tutti i costi, sulla strada verso la qualificazione per il Mondiale 2023 che si giocherà in Australia e Nuova Zelanda.