Due vittorie casalinghe, arrivate nel giro di quattro giorni con due prestazioni quasi in fotocopia contro Ucraina e Irlanda mandano la Scozia maschile ad un solo punto dalla promozione nel Gruppo A della Nations League, un risultato che davvero sarebbe un premio meritato per il lavoro fatto da Steve Clarke e dal suo staff.
Dopo le cocenti delusioni di giugno, quando le due sconfitte contro gli stessi avversari avevano significato eliminazione dal playoff qualificazione per la Coppa del Mondo e pesante umiliazione a Dublino che metteva in grosse difficoltà nella campagna di Nations League, John McGinn e compagni hanno saputo mostrare sul campo tutta la loro voglia di rimettere la nave scozzese sulla giusta rotta.
Quattro viaggi a Glasgow in una settimana non sono sicuramente qualcosa che faccio solitamente ma, complice lo strepitoso concerto dei Godspeed You! Black Emperor alla Barrowland Ballroom di domenica scorsa e la gara tra Hearts Women e Glasgow City di ieri (di cui parlerò più avanti) non c’erano alternative e le due partite della Scozia arrivano, a quattro giorni di distanza una dall’altra, come conseguenza dei rinvii a giugno a causa delle ormai ahimè notissime vicende che hanno visto l’Ucraina come teatro di una guerra che si protrae ormai da oltre sei mesi.
La partita di mercoledì dava alla Scozia l’occasione, con una vittoria, non solo di lasciarsi definitivamente alle spalle il playoff per il mondiale ma soprattutto garantiva tre punti fondamentali per la classifica del Gruppo B1 di Nations League.
La vittoria del gruppo, infatti, non garantirebbe alla Scozia ‘solo’ la promozione nella massima serie di Nations League ma anche un posto nel secondo gruppo per il sorteggio dei prossimi Europei e la possibilità, qualora la campagna dovesse andare male, di avere comunque un posto garantito ai playoff per tentare di qualificarsi a Germania 2024.
Dopo un primo tempo piuttosto incolore, la Scozia si scatena negli ultimi venti minuti della ripresa grazie al goal di McGinn e alla doppietta di Lyndon Dykes, conquistando un successo netto (3-0) che premia la prestazione soprattutto del secondo tempo.
Sabato sera contro l’Irlanda la Scozia soffre ancora molto nella prima frazione, andando stavolta a riposo sotto nel punteggio (0-1) ma ribaltando la gara nel secondo tempo con il colpo di testa di Jack Hendrie su cross di Christie, che all’81’ si è poi incaricato di trasformare il calcio di rigore che ha deciso il match.
Hampden era sold out sabato sera, mentre mercoledì contro l’Ucraina c’era ancora qualche posto disponibile ma l’atmosfera, durante la gara, è stata molto intensa in entrambe le occasioni. Nota davvero stonata i fischi all’inno irlandese di alcune sezioni del tifo scozzese a rimarcare, nonostante alcune posizioni molto simili, la rivalità che separa Scozia e Irlanda (qualcosa che ho potuto vedere anche nel rugby, senza i fischi all’inno) ma quando uno stadio è pieno è davvero difficile controllare la reazione di tutti i presenti.
Non potevano mancare alcuni cori a sottolineare la schadenfreude nei confronti dell’Auld Enemy che, sconfitto a Milano dall’Italia venerdì sera, ha assaporato l’amaro sapore della retrocessione in Nations League – chiudendo all’ultimo posto il gruppo dove, oltre agli Azzurri, c’erano Germania e Ungheria.
Martedi sera la Scozia scenderà in campo a Cracovia contro l’Ucraina in una vera e propria finale, in cui però McGinn (capitano in assenza dell’infortunato Robertson) e compagni avranno due risultati utili. Seguo la Scozia ormai da tempo sufficiente per non avere molta paura, ma domani sera sarà un test importante per le ambizioni future di questo gruppo.