L’annuncio era arrivato in febbraio ma solo recentemente si è iniziato a conoscere, più in dettaglio, quale sarà il futuro del calcio domestico scozzese. Ed è un futuro che, a guardarlo da qui, piace molto.
Le due categorie attuali, SWPL1 e 2, cesseranno di esistere a fine stagione per fare spazio ad una nuova struttura, sempre formata da due livelli (sul format Premiership e Championship del calcio maschile) ma dall’estate prossima sotto l’egida della SPFL che assieme alla SFA ha, da qualche mese, iniziato a lavorare per cercare di colmare il gap tra il campionato domestico scozzese e i migliori d’Europa.
La ‘Premiership’ (non si conosce ancora il titolo esatto) sarà formata da dodici squadre che si sfideranno in gare di andata e ritorno, prima di affrontare lo split (come nel maschile) con le top-six e bottom-six che si sfideranno ancora tra di loro ma, a differenza della maschile, in gare di andata e ritorno. Ultima classificata direttamente retrocessa in ‘Championship’ (che sarà formato da otto squadre e che, a sua volta, vedrà promozioni/retrocessioni dalla terza serie), la penultima giocherà uno spareggio promozione/retrocessione contro la seconda classificata del ‘Championship’ in campo neutro.
Insomma, mai come adesso si può davvero parlare di ‘Anno Zero’ per il calcio domestico femminile scozzese in una stagione che davvero segna la fine di un’era, con retrocessioni bloccate e l’ultimo titolo di SWPL1 in palio tra Rangers (prime) e Glasgow City (seconde a cinque punti di distacco).
Ieri pomeriggio, approfittando della vicinanza, sono tornato ad Ainslie Park per assistere alla sfida tra le Spartans e, appunto, le Glasgow City che già avevo visto in azione ad Oriam contro le Hearts lo scorso anno.
La gara, che era anche trasmessa in diretta su BBC ALBA, ha visto le ospiti uscire vittoriose (0-4 il risultato finale) confermando il pronostico ma devo ammettere che le padrone di casa mi hanno davvero impressionato. La Scozia U19 aveva raccolto buoni risultati nelle ultime uscite valide per le qualificazioni all’Europeo di categoria e non stupisce che molti elementi della rosa siano forniti dalle due squadre in campo ieri ad Ainslie Park, due club davvero impegnati sia nella comunità, sia nello sviluppo di talenti.
La gara si decide già nel primo tempo e sono le individualità delle City (tra cui è spiccato ieri il talento e la forza fisica di Ode Fulutudilu, che ha messo a segno il primo goal e seminato il panico nella retroguardia avversaria) a fare la differenza ma, come detto, sono rimasto davvero colpito dal modo in cui le Spartans hanno tenuto il campo contro un’avversaria più blasonata.
Settimana prossima si scriverà un’altra pagina di storia del calcio domestico scozzese con le Rangers, ancora prime dopo il netto successo (5-0) raccolto sulle Hibs, che ospiteranno l’Aberdeen (ieri sconfitto 0-1 in casa dalle Hearts) ad Ibrox, dove giocheranno per la prima volta. Poi sarà tempo di semifinali di Scottish Women’s Cup, al Falkirk Stadium, il 1 maggio.
Le Hearts, battendo 2-1 ad Oriam il Kilmarnock il 1 aprile (bella partita, giocata in una serata piuttosto fredda e decisa nella ripresa), si sono guadagnate il pass e sfideranno le Celtic nella prima gara mentre Glasgow City e Partick Thistle scenderanno in campo più tardi, nella seconda gara di giornata.
Ne ha davvero fatta tanta di strada il calcio femminile e negli ultimi anni camminando davvero a passi da gigante. Adesso speriamo che la nuova ‘rivoluzione’ spinga anche le squadre a giocare a casa loro (Tynecastle Park, Easter Rd, Celtic Park…) e che le squadre scozzesi, tra qualche anno, possano davvero competere con continuità anche in Europa.