Posted in 500 miles, SWPL1

Il Montrose non è il mio “nuovo Hamilton” – vi spiego perché

Il benvenuto ad Ainslie Park

Domenica 14 aprile, approfittando del fatto che le Hearts Women avevano già giocato (e vinto) il derby contro le Hibs il venerdì precedente, decido di regalarmi un breve viaggio in bus per tornare ad Ainslie Park, dove le Spartans Women ospitavano le Montrose Women in un match valido per il venticinquesimo turno di SWPL (e il mio primo tra due squadre nella bottom-six di classifica dopo lo split).

Spieghiamo velocemente cosa vuol dire il titolo che ho scelto per questo post: l’Hamilton Academicals FC è stato, fino all’agosto scorso, l’unica squadra (maschile e femminile) ad aver giocato nella top-tier del calcio scozzese da quando mi sono trasferito quassù a non aver mai visto in azione. Per la maschile ho avuto molte occasioni sprecate, per la femminile invece la scorsa stagione è stato impossibile (per una ragione o per l’altra) organizzarmi in modo da vedere le biancorosse in azione.

Il Montrose maschile ero riuscito a vederlo, a domicilio, nell’estate 2019 (qui trovate il resoconto di quella giornata) mentre invece la squadra femminile, neopromossa in SWPL, aveva fatto visita ad Oriam quando ero in Italia mentre non ero riuscito ad organizzarmi per seguire le Hearts in trasferta lo scorso ottobre.

Un momento del primo tempo del match tra Spartans Women e Montrose Women

Mi ero quindi fatto l’idea che il Montrose Women potesse diventare il mio “nuovo Hamilton” e volevo, allo stesso tempo, evitare di crearmi una “nuova ossessione”. Con queste basi, la partita di domenica scorsa a Pilton era davvero un appuntamento per me imperdibile.

Ero anche curioso di vedere il Montrose in azione perché, come detto, da neopromossa ha fatto una stagione davvero positiva e si presentava ad Ainslie Park con tre punti di vantaggio sulle padrone di casa e con la voglia di staccarsi definitivamente da uno degli ultimi due posti in classifica che portano “in regalo” la retrocessione diretta in SWPL2 (l’ultimo) o lo spareggio promozione/retrocessione con la seconda classificata di SWPL2 (il penultimo). Mentre lo scorso anno le Glasgow Women sono sempre rimaste nel fondo della classifica, dalla prima all’ultima giornata, in questa stagione ci sono almeno quattro squadre in lotta per la salvezza – oltre alle due avversarie di turno, ci sono il Dundee United Women e le Hamilton Accies (che lo scorso anno avevano vinto lo spareggio).

Le Spartans Women difendono un corner nel primo tempo

Insomma, non senza qualche problema (bus preso di corsa) arrivo allo stadio che manca poco più di mezz’ora al calcio d’inizio, quindi c’è tempo per una pie prima di prendere posto sulla tribuna in un altro pomeriggio influenzato dal forte (e gelido) vento che da qualche giorno sferza la Capitale – il giorno prima, sabato, ero all’Hive Stadium per Scozia Femminile v Inghilterra Femminile di Women’s 6 Nations e devo ammettere che il freddo patito quel giorno, con condizioni climatiche quasi “estreme” considerando anche che, tecnicamente, la primavera è già iniziata da un po’, è stato molto.

Il vento influenza le giocate delle squadre ma, onestamente, il primo tempo sarà difficilmente ricordato per lo spettacolo visto in campo. Il Montrose crea qualche occasione, soprattutto da palla ferma, ma costringe la portiere delle Spartans ad una sola parata degna di nota, con le squadre che vanno a riposo su uno dei più tipici scenari da 0-0.

Fun fact: nelle due occasioni in cui ho visto il Montrose (men o women) dal vivo, i match programme erano validi per due partite

Nella ripresa il Montrose scappa sullo 0-2, dominando il gioco, prima di chiudersi un po’ troppo in difesa e rischiare di gettare al vento il lavoro fatto. Le Spartans, infatti, sprecano una clamorosa occasione fallendo un calcio di rigore prima di accorciare le distanze a tempo quasi scaduto.

Finisce 1-2, il Montrose si prende i tre punti che voleva e allunga sulle dirette avversarie mentre le Spartans dovranno continuare a guardarsi le spalle se non vorranno rischiare di essere risucchiate in uno dei due posti in fondo alla classifica. Per loro, dopo lo scorso anno, una stagione sorprendentemente deludente ma che possono rendere magica tra meno di due settimane, quando sfideranno le Hearts Women a Hampden Park nella semifinale di Scottish Cup.

Posted in Hearts, SWPL1

Le Hearts Women centrano due risultati storici in meno di una settimana e ipotecano il quarto posto in classifica

Le squadre schierate prima del terzo Edinburgh Derby stagionale

La stagione 2023/24 delle Hearts Women verrà ricordata come un vero e proprio rollercoaster di emozioni, prestazioni e risultati e, molto probabilmente, quando si guarderà indietro a questa annata non si riuscirà ad evitare di farlo con qualche rammarico.

Si, perché le due straordinarie vittorie conquistate in meno di una settimana, tra venerdì 12 e mercoledì 17 aprile, hanno permesso alle Jambos di ipotecare il quarto posto finale ma la sensazione è che con un paio di innesti in ruoli-chiave, in modo da dare più profondità alla rosa e permettere a coach Olid di fare maggiore turnover nei momenti, come questo, in cui si gioca più spesso, questa squadra poteva davvero lottare per il terzo posto finale nella classifica di SWPL.

Cross di Jess Husband, goal di testa di Kathleen McGovern: Hearts 1 Hibs 0

Lasciando da parte queste considerazioni, la prima vittoria stagionale nell’Edinburgh Derby contro le Hibs arriva al termine di una gara giocata per oltre settanta minuti in inferiorità numerica ma dominata in lungo e in largo, tanto che per larghi tratti del match mi ero completamente dimenticato del cartellino rosso mostrato a McGovern (che col suo colpo di testa, a sfruttare il perfetto assist di Jess Husband, aveva poco prima portato avanti le Hearts) proprio a metà del primo tempo.

Il match, giocato ad Oriam finalmente sold-out un freddo venerdì sera di metà aprile, ha finalmente dato alle Hearts la possibilità di mettere in mostra tutte le proprie qualità, soprattutto in fase difensiva dove il trio di centrali, capitan Hunter, Carly Girasoli e una Lizzie Waldie a mio parere personale player of the match per distanza, hanno saputo tenere a bada le offensive (scombinate, va detto) delle avversarie, incapaci di far valere la superiorità numerica e sempre in difficoltà.

Tanto che nella ripresa, con una bella punizione di Megan Bell, le Hearts hanno trovato il goal del 2-0 con cui si è chiuso il match, un risultato che ha permesso alle Jambos di allungare il proprio vantaggio sulle rivali dirette per il quarto posto finale, a sei punti.

Un momento del primo tempo tra Hearts Women e Rangers Women

Che sarebbero, pochi giorni dopo, diventati addirittura nove, grazie a quello che non ho problemi a definire il capolavoro stagionale (almeno, della parte di stagione giocata finora) delle Hearts. Ovvero, il match casalingo contro le capoliste Rangers Women.

La gara è in programma mercoledì 17 aprile ad Oriam, con kick off fissato per le 7.45pm in modo da consentire la diretta televisiva su BBC ALBA. Oriam non è sold-out, stavolta, ma contando giornata, orario e temperatura (si, fa ancora piuttosto freddo quassù anche per chi è ormai abituato a questo clima) c’è una buona cornice di pubblico.

Katie Lockwood festeggia il goal che avrebbe regalato la prima vittoria alle Hearts Women su una squadra “top-three” in classifica

Eva Olid, head coach delle Hearts, cambia due elementi rispetto al derby di venerdì inserendo Adamolekun al posto della squalificata McGovern e dando spazio tra i pali a Rachel Johnstone, con Parker-Smith che si prende un turno di riposo.

Le Hearts segnano il goal decisivo nella ripresa grazie a Katie Lockwood, il quindicesimo di un’annata davvero positiva per la centrocampista offensiva arrivata in estate dalle Hibs, ma a mio modestissimo parere vincono il match nel primo tempo, in quarantasette minuti che per me sono i migliori giocati finora dalle Jambos.

Il tramonto ad Oriam, sempre spettacolare

Mi spiego: non ho avuto la possibilità di vedere le statistiche, ma credo che tra possesso, territorio, tiri in porta le Rangers abbiano registrato numeri incredibilmente superiori alle Hearts e anche coach Olid ha detto che nel primo tempo “abbiamo mostrato loro troppo rispetto e non siamo riuscite a tenere la palla, giocando il nostro calcio”.

Tutto vero, ma il fattore che per me va premiato è stata la straordinaria organizzazione mostrata in fase difensiva, dove tutte le giocatrici hanno dimostrato calma, capacità di adattamento, concentrazione. Insomma, un vero e proprio masterpiece difensivo che, per uno come me che nella sua “carriera” (fermatasi a quattordici anni, ma di cui vado estremamente fiero) di “stopper” (era il modo in cui decenni fa si indicava il centrale difensivo) è sempre un aspetto fondamentale.

È tutto vero!

Certo, poi là davanti Georgia Timms si è nuovamente sacrificata per ottantasette minuti (prima di fare spazio a Mooney) facendo a spallate con la difesa avversaria, Emma Brownlie nel suo “nuovo” ruolo di esterna alta ha dimostrato tutte le sue qualità, Monica Forsyth ha ancora una volta messo in scena una prestazione da “insostituibile” e il gruppo, in generale, ha voluto questa vittoria in maniera viscerale, ricordando le brutte sconfitte patite l’anno scorso in queste gare e volendo dimostrare, con determinazione, le proprie qualità.

Le Hearts cementano il proprio quarto posto in classifica di SWPL, quindi, con nove punti di vantaggio sulle Hibs (battute 1-0 ad Airdrie dalle Celtic Women, nuove capoliste e prossime avversarie delle Jambos), registrando un secondo clean-sheet consecutivo e dando l’impressione che, se in estate la società continuerà ad operare in questo modo in fase di mercato, davvero il prossimo anno si potranno fissare obiettivi ancora più ambiziosi.

Al momento, però, c’è un viaggio al Celtic Park da preparare prima di pensare a come affrontare la prima gara ad Hampden Park della nostra storia, per la semifinale di Women’s Scottish Cup contro le Spartans Women in un altro Edinburgh Derby che, non ho dubbi, ci farà divertire.