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La nuova stagione inizia con una vittoria convincente sull’Armenia in Nations League

Un momento della gara, sotto il primo acquazzone

Sono cresciuto con la convinzione che il 1 luglio fosse tanto importante quanto il 1 gennaio perché segnava l’inizio di una nuovo stagione calcistica – che doveva canonicamente finire il 30 giugno con la scadenza dei contratti dei giocatori.

In tempi di ‘calcio moderno 2.0’, però, stiamo vivendo uno stravolgimento di quasi tutte le tradizioni con cui sono cresciuto quindi due giorni fa, mercoledì 8 giugno, ho celebrato con la sfida tra Scozia e Armenia di Nations League (prima sfida di sempre tra le due nazionali, prima gara di questa nuova competizione voluta dalla UEFA per eliminare ‘inutili’ amichevoli e rendere più interessanti e competitive anche le finestre internazionali non dedicate a tornei di qualificazione) l’inizio della nuova stagione.

Quella vecchia, per la Scozia, si era chiusa una settimana prima con la sconfitta contro l’Ucraina nella semifinale del playoff qualificazione per la prossima Coppa del Mondo e il match contro l’Armenia, che sabato aveva battuto (1-0) a Yerevan la Rep. d’Irlanda, dava subito a Steve Clarke e ai suoi ragazzi occasione di riscatto.

Ingresso in campo delle squadre, con la bandiera della Nations League che sventola al centro del campo

La Nations League ha un’importanza strategica per tutte le nazionali partecipanti ma per la Scozia, contando i lunghi anni di delusione in tempi recenti, è potenzialmente uno di quei tornei che possono dare la svolta di una gestione tecnica: non solo, infatti, offre la possibilità di promozione a livelli più alti (la Scozia, al momento, è nella fascia B dopo aver ottenuto la promozione dalla fascia C in cui era stata inserita nella prima edizione) consentendo quindi di poter sfidare nazionali più forti, ma ha un impatto anche sul ranking UEFA che, a sua volta, influenza i sorteggi per i tornei di qualificazione ad Europei e Mondiali – garantendo anche un posto alla fase finale dei suddetti tornei in caso di arrivo in uno dei primi due posti del girone di qualificazione.

Insomma, la Nations League – per quanto ‘ingombrante’ possa essere, inserita in un calendario internazionale ormai davvero saturo – conta davvero tanto e se aggiungiamo, come detto, la voglia di rivalsa dopo la brutta sconfitta di settimana scorsa, la Scozia si giocava molto nel match contro l’Armenia.

Il mio bus verso lo stadio

Giornata piuttosto complicata nel pre-partita, con treni ancora cancellati a causa del contenzioso tra lavoratori e ScotRail per l’aumento di salario (con la compagnia che chiedeva sui propri canali social ai tifosi di lasciare lo stadio a gara in corso perché l’ultimo treno da Mount Florida partiva prima della fine del match, una follia anche solo pensare una cosa simile immaginate di scriverlo su un canale social…), la stazione dei bus di Edimburgo chiusa per qualche ora per cause a me ignote e conseguente cancellazione dei bus verso Glasgow, tra gli altri, e personalmente ancora più difficile da gestire per il turno in ufficio fino alle 2.25pm.

Sono comunque riuscito ad arrivare ad Hampden con poco più di un’ora di anticipo sul kick off, usando uno dei bus (X31) diretti dal centro verso lo stadio (£5 a/r) prendere il programma ed entrare senza problemi. Le difficoltà logistiche elencate più sopra, oltre alla sconfitta di mercoledì scorso che aveva deluso l’ambiente, mi avevano fatto pensare ad uno stadio desolatamente vuoto ma alla fine saremo più di 38mila presenti, segno che nonostante l’ennesimo fallimento in termini di qualificazione per la Coppa del Mondo, Steve Clarke e questa squadra hanno davvero creato un legame con i propri tifosi.

Il match programme della gara

In campo è gara vera, fin dal primo minuto, con l’Armenia che tiene fede alle promesse fatte nel pre-partita di venire a Glasgow a giocarsela e la Scozia che è subito padrona del campo. La gara comincia col sole, poi due violenti acquazzoni si abbattono su Glasgow rendendo il terreno, in pochissimi minuti, pesante e scivoloso.

Gli armeni, da marzo senza la propria ‘guida spirituale’, Henrikh Mkhitaryan, ritiratosi dal calcio internazionale, sono una squadra solida che fa della forza fisica il proprio punto di forza, mentre la Scozia, che mercoledì sera ha cambiato più di qualche elemento rispetto all’ultima uscita contro l’Ucraina, riesce a gestire bene la palla a metà campo. Manca ancora sempre qualcosa in attacco, ma nel primo tempo arrivano comunque due goal che permettono a Clarke di dare spazio a più elementi della rosa.

Il tabellone luminoso che segnala l’ingresso di Ross Stewart, al debutto con la Scozia

Tra questi, uno dei miei preferiti: Ross Stewart, The Loch Ness Drogba, l’attaccante che coi suoi goal ha contribuito da protagonista al ritorno del Sunderland in Championship, ha debuttato nei minuti finali rendendo la mia serata davvero speciale: dopo aver assistito al debutto di Aaron Hickey contro la Polonia, ho avuto l’onore di vedere il primo cap di Stewart.

Per la Scozia ci sono ancora due impegni ravvicinati, prima di poter dichiarare chiusa la prima parte di torneo: sabato nel tardo pomeriggio sfida alla Rep. d’Irlanda all’Aviva Stadium di Dublino, prima di volare a Yerevan per la rivincita con l’Armenia di martedì.

Credit: @ScotlandNT

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Rugby lover e blogger. Collaboratore di OnRugby come corrispondente dalla Scozia dal 2016. Mi sono lentamente ma inesorabilmente appassionato alla palla ovale e dal 2008 ho iniziato a scrivere di rugby, collaborando con lameta, mondorugby.com e portando l'ovale dentro SportPeople. Dal 2013 ho partecipato come corrispondente dalle Home Nations all'avventura di DotRugby e ho collaborato con The Sport Review, InsideRugby Italia, The Offsideline, SCRUM Magazine, il sito ufficiale delle Zebre Rugby - per cui ho curato la fase finale del Pro12 stagione 2013/'14 - e il sito ufficiale del Guinness Pro12 (sezione in italiano). "Alba Ovale" è un progetto pensato nel 2012 e partito nel 2013, per far conoscere il "dietro le quinte" del rugby scozzese al pubblico italiano appassionato di rugby. Dalla Scozia, guarda al mondo celtico e alle Home Nations, con attenzione anche alle vicende del rugby italiano e internazionale.

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