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Si chiude al Petershill Park la stagione di SWPL delle Hearts Women

Hearts Women schierate a metà campo prima del fischio d’inizio, con la divisa celebrativa dei 150 anni

La stagione di SWPL delle Hearts Women si è chiusa domenica scorsa, 19 maggio (data che, per i Jambos, sarà per sempre ricordata per il successo nella finale di men’s Scottish Cup del 2012 sugli Hibs, col derby vinto 1-5) al Petershill Park di Glasgow.

Ho specificato la stagione “di SWPL” perché le Hearts saranno impegnate, domenica prossima ad Hampden Park, contro le Rangers Women nella finale di Women’s Scottish Cup ma siccome non potrò essere presente alla gara, anche la mia annata al seguito delle Jambos si è chiusa a Springburn domenica scorsa.

Dopo la sconfitta patita venerdì 9 maggio al Meadowbank Stadium, per le Hearts c’erano altri due impegni da onorare al meglio prima di concentrarsi sulla storica finale di domenica 26 maggio. Mercoledì scorso, infatti, le Jambos hanno ospitato le Celtic Women ad Oriam, nell’ultimo impegno casalingo, uscendo sconfitte (1-3, goal di Lizzie Waldie nella ripresa) contro quelle che, pochi giorni dopo e non senza fatica, sarebbero diventate Champions of Scotland per la prima volta nella loro storia.

Hearts e Celtic ad inizio gara

Le Celtic Women, infatti, sono arrivate alla gara finale della stagione a pari punti con le Rangers ma con una differenza-reti nettamente maggiore. Una vittoria, al Celtic Park, contro le Hibs Women avrebbe garantito loro il titolo, rendendo di fatto inutile il risultato del Broadwood Stadium dove le Rangers ospitavano le Partick Thistle.

Le ragazze di coach Elena Sadiku, però, hanno davvero sofferto fino alla fine (rischiando di “hibs it” proprio contro le Hibs!) e hanno trovato il goal della vittoria (1-0) al minuto 89, grazie ad un’azione personale di Amy Gallacher.

Hearts e Celtic scambiano il campo prima del calcio d’inizio

Mentre accadeva tutto questo, io ero al Petershill Park in quella che, di fatto, era la gara più “inutile” delle tre fra squadre della top-six. Le Glasgow City erano già sicure del terzo posto, le Hearts del quarto e nessuna delle due squadre poteva in nessun modo influenzare il risultato degli altri campi.

Non volevo mancare, però, perché anche quest’anno sono riuscito a seguire le Jambos ovunque potevo, ogni volta che sono riuscito ad organizzarmi, e un viaggio al The Peasy è sempre piacevole, anche con le premesse elencate poco sopra.

Arrivo a Glasgow con buon anticipo e decido quindi di andare allo stadio a piedi. In poco più di mezz’ora copro il miglio e mezzo scarso che separa George Square dal Petershill Park e riesco a trovare, nonostante questo, i tornelli ancora chiusi al mio arrivo.

From Hamilton to Springburn…

Prendo il match programme, la mia ultima pie stagionale, trovo posto in piedi appoggiato alla struttura in metallo nel lato della tribuna più vicino all’ingresso (e all’uscita della squadra ospite, che è separata da quella di casa che invece esce dal lato opposto della tribuna) e aspetto l’inizio della gara.

Le Hearts, per mia grande sorpresa, scendono in campo con la terza maglia, per la prima volta stagionale, e mi fanno un grandissimo regalo perché, fino a domenica, non ero mai riuscito a vedere la maglia celebrativa dei 150 anni del Club dal vivo (per assoluta coincidenza, indossavo anch’io quella maglia domenica).

Glasgow City in attacco nel primo tempo

La gara si mette subito malissimo, con le Hearts (che dopo un minuto hanno una ghiotta occasione per passare in vantaggio) sotto 2-0 in soli cinque minuti. Per fortuna non accade quello che temevo, con le Jambos che riescono a rimettersi in carreggiata e a limitare i danni, non subendo più goal e riuscendo anche in un paio di occasioni ad impensierire Lee Gibson.

Finisce quindi 2-0, le Hearts chiudono la stagione con tre sconfitte consecutive che, ininfluenti in termini di risultato finale (quarto posto in classifica già messo in cassaforte) lasciano comunque un po’ di amaro in bocca. Testa già a domenica, adesso, consapevoli che la sfida contro le Rangers ci vede decisamente come le underdogs ma allo stesso tempo con la determinazione a fare del nostro meglio per cambiare il pronostico. Nel calcio, del resto, non sarebbe la prima volta che questo accadrebbe.

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Rugby lover e blogger. Collaboratore di OnRugby come corrispondente dalla Scozia dal 2016. Mi sono lentamente ma inesorabilmente appassionato alla palla ovale e dal 2008 ho iniziato a scrivere di rugby, collaborando con lameta, mondorugby.com e portando l'ovale dentro SportPeople. Dal 2013 ho partecipato come corrispondente dalle Home Nations all'avventura di DotRugby e ho collaborato con The Sport Review, InsideRugby Italia, The Offsideline, SCRUM Magazine, il sito ufficiale delle Zebre Rugby - per cui ho curato la fase finale del Pro12 stagione 2013/'14 - e il sito ufficiale del Guinness Pro12 (sezione in italiano). "Alba Ovale" è un progetto pensato nel 2012 e partito nel 2013, per far conoscere il "dietro le quinte" del rugby scozzese al pubblico italiano appassionato di rugby. Dalla Scozia, guarda al mondo celtico e alle Home Nations, con attenzione anche alle vicende del rugby italiano e internazionale.

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